Per l'ateneo il congelamento di 2,2 miliardi per la ricerca è "illegale, un attacco diretto all’autonomia delle università"

Lo scontro tra Donald Trump e l'università di Harvard diventa giudiziario. L'ateneo più ricco del mondo (e il più antico degli Stati Uniti) ha fatto causa all'amministrazione americana per sbloccare lo stanziamento di 2,2 miliardi di dollari di finanziamenti interrotto da Washington. L'università è stata accusata di non aver fatto nulla per arginare l'antisemitismo nei campus. "Nel corso dell’ultima settimana, il governo ha adottato una serie di misure in seguito al nostro rifiuto di obbedire a richieste illegittime", ha dichiarato il rettore, Alan Garber, in un messaggio alla comunità universitaria. "Abbiamo presentato una causa per fermare il blocco dei fondi, perché è illegale". 


Nella causa, presentata in un tribunale federale del Massachusetts, viene accusata l'amministrazione Trump di aver ordito una serie di attacchi come "strumento per ottenere il controllo del processo decisionale accademico ad Harvard", facendo riferimento anche ad altre importanti università che hanno subito bruschi tagli ai finanziamenti. L'azione legale nomina come controparti Robert F. Kennedy Jr., segretario alla Salute, Linda M. McMahon, segretaria all'Istruzione, Stephen Ehikian, amministratore facente funzioni della General Services Administration, la procuratrice generale Pamela Bondi e diversi altri funzionari dell' amministrazione.

 

La controversia è iniziata dopo la richiesta dello scorso 11 aprile da parte dell'amministrazione Trump di varare ampie riforme della governance universitaria, modifiche alle sue politiche di ammissione e altre misure che impedissero limitassero le proteste studentesche, in particolare quelle contro la guerra di Israele a Gaza. L'ateneo ha risposto che non avrebbe ceduto alle richieste. Poco dopo, Washington ha congelato miliardi di dollari di finanziamenti federali.

 

"Il governo non ha - e non può - individuare alcuna connessione razionale tra le preoccupazioni legate all'antisemitismo e la ricerca medica, scientifica, tecnologica e di altro tipo che ha congelato e che mira a salvare vite americane, promuovere il successo americano, preservare la sicurezza e mantenere la posizione dell'America come leader mondiale nell'innovazione", si legge nella causa. "Né il governo ha riconosciuto le significative conseguenze che il congelamento a tempo indeterminato di miliardi di dollari di finanziamenti federali per la ricerca avrà sui programmi di ricerca di Harvard, sui beneficiari di tale ricerca e sull'interesse nazionale nel promuovere l'innovazione e il progresso americani". Il congelamento dei finanziamenti sarebbe "arbitrario e capriccioso", secondo l'università di Harvard, che attribuisce alla misura dell'amministrazione Trump anche la colpa di violare i diritti garantiti dal Primo Emendamento, nonché il Titolo VI del Civil Rights Act.

 

La risposta dell'amministrazione: "La miniera d'oro di aiuti federali a istituzioni come Harvard, che arricchiscono i loro burocrati strapagati con i soldi delle tasse delle famiglie americane in difficoltà, sta giungendo al termine", ha dichiarato in una mail il portavoce della Casa Bianca, Harrison Fields. "I fondi dei contribuenti sono un privilegio e Harvard non soddisfa i requisiti di base necessari per accedervi".

 

Per l'università, quella dell’antisemitismo è solo una scusa per riuscire a mettere mano all'interno degli atenei statunitensi. "Il governo sta cercando di usare questa crisi come pretesto per ridefinire la governance e i contenuti dell’istruzione superiore americana", si legge nella denuncia. "Si tratta di un attacco diretto all’autonomia delle università, motivato da finalità politiche".

 

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