Ieri, 25 aprile, abbiamo celebrato l'80esimo anniversario dalla Liberazione dell'Italia dal nazifascismo. Una festa che non può essere sobria, poiché è la manifestazione del coraggio e del sacrificio degli italiani che lottarono per disfarsi di quella dittatura fascista che per vent'anni aveva privato il Paese della libertà. Il 25 aprile del 1945 venne liberata Milano, cuore pulsante della Resistenza. E uno dei simboli più evocativi della lotta partigiana è il papavero rosso: il suo colore evoca il sangue versato durante la guerra, mentre la sua fioritura sui campi di battaglia rappresenta la rinascita e la speranza.
Un'associazione che prende vita grazie alla celebre poesia di John McCrae, "In Flanders Fields", che descrive l'immagine dei fiori vermigli che crescono sulle tombe dei soldati morti durante la Prima guerra mondiale. "Se romperete il patto con noi che moriamo, non riposeremo, anche se i papaveri spunteranno nei campi di Fiandra", recitano gli ultimi versi della composizione. Quasi a voler suggerire che una distesa di papaveri non è niente più di un semplice panorama primaverile, se ci si dimentica che la sua bellezza sta in ciò che nasconde sotto la terra. La Resistenza va celebrata, ogni anno, ogni giorno, sempre, affinché non si rompa il patto con chi è morto per permetterci di essere liberi. Per consentire a chi ha lottato per un'Italia senza dittatura un riposo sereno, sotto un campo vermiglio.