Un missile terra-aria causa 25 morti e numerosi feriti. Molti dei quali con 'segni di soffocamento'. Scambio di accuse tra ribelli siriani e regime sulle responsabilità. L'Espresso aveva già documentato l'uso di ordigni non convenzionali

Un razzo con sostanze chimiche è stato lanciato nei dintorni di Aleppo e ha provocato 25 morti oltre a numerosi feriti alcuni dei quali presentano «casi di soffocamento». I Comitati locali di Aleppo sostengono che il missile terra-aria è stato sparato da postazioni governative in direzione dell'Accademia di polizia di Khan Assal, conquistata dai ribelli due settimane fa, e ha invece colpito un accampamento delle milizie lealiste posto più a Sud.

Dal canto suo, il ministro dell'informazione Omar al Zubi, ribalta le accuse sui ribelli: «Sono stati loro. Gli Stati che armano e finanziano i terroristi devono essere chiamati in causa per questo crimine». Esplicito il riferimento alla Turchia e al Qatar. Il portavoce della Casa Bianca Jay Carney ha detto che «l'uso delle armi chimiche in Siria è assolutamente inaccettabile».

La Gran Bretagna ha rincarato: «Se la notizia fosse confermata necessiterebbe di una risposta energica da parte della comunità internazionale».

“L'Espresso” in edicola la settimana scorsa, aveva già documentato l'uso di bombe chimiche da parte del regime con un reportage dagli ospedali del Libano dove sono ricoverati numerosi pazienti con referti medici inequivocabili. E aveva raccolto l'appello dei dottori che li curano: «Fermate Assad. Noi abbiamo le prove dei suoi crimini».

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