Assad mente sulle armi chimiche: pianificava di usarle già nel 2009 contro l'opposizione

Due anni prima dell'inizio del conflitto, il regime di Damasco aveva dato l'ordine di preparare depositi per i gas tossici. Compreso il sarin, considerato causa della morte di 2.000 oppositori. Lo scrive Mediapart, partner de L'Espresso nel network EIC, citando alcuni scienziati siriani

L'ultima volta se ne parlò ad aprile, quando 88 persone furono trovate morte a Khan Sheikhun, città siriana controllata dall'opposizione al regime di Bashar al-Assad. La causa della strage? Bombe chimiche sganciate dall'aviazione di Damasco, fu la ricostruzione condivisa da Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna. Una tesi sempre respinta dalla Russia, che grazie al seggio permanente nel consiglio di sicurezza dell'Onu ha evitato finora l'apertura di un'inchiesta internazionale sull'eventuale responsabilità di Assad.

La verità sulla strage di Khan Sheikhun da oggi potrebbe però essere più vicina. Il sito di informazione francese Mediapart - che fa parte insieme a L'Espresso del network di giornalismo investigativo EIC - ha infatti pubblicato nuove informazioni sulle armi proibite di cui sarebbe in possesso il regime di Assad. Notizie ricavate intervistando diversi scienziati siriani che, dopo aver lavorato per anni con il regime proprio nella produzione di questi gas letali, oggi vivono in esilio in Europa e in Medio Oriente.

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Nel lungo articolo pubblicato sul proprio sito, la giornalista di Mediapart René Backmann si concentra soprattutto su un aspetto. Già nel 2009, quindi due anni prima dell'inizio della guerra civile, il governo di Damasco aveva preparato un piano per usare armi chimiche contro l'opposizione interna. Il motivo era l'Iran, Paese vicino e alleato storico di Assad, sconvolto nel giugno di quell'anno dalla cosiddetta “Onda Verde”, il movimento di protesta che aveva invaso le strade di Teheran dopo la contestata rielezione alla presidenza della Repubblica Islamica di Mahmud Ahmadinejad. Assad aveva paura che anche a lui succedesse la stessa cosa, «ma era determinato a fermare la rivolta popolare con ogni mezzo», ha detto uno degli scienziati intervistati sotto forma anonima.

Per questo motivo sette basi militari siriane sono state equipaggiate con depositi dove immagazzinare i componenti usati per creare il sarin, un gas privo di odore e colore, che può causare la morte in pochi minuti paralizzando il sistema nervoso e quello respiratorio. Non solo. Secondo quanto scrive Mediapart, il piano ha portato anche alla realizzazione di strutture dove produrre bombe e munizioni chimiche. Gli stessi scienziati che hanno rivelato queste informazioni sostengono che nel giugno del 2011, poco dopo l'inizio della guerra civile e la prima diserzione da parte di un ufficiale dell'esercito, il regime ha ordinato ai responsabili dell'arsenale segreto di produrre delle armi chimiche di piccola taglia: granate, razzi e proiettili.    

Secondo un rapporto dell'intelligence francese, tra l'ottobre del 2012 e l'aprile di quest'anno i gas tossici sono stati usati 130 volte in Siria. L'ultima di queste, il 4 aprile a Khan Sheikhun, nella strage che ha causato 88 morti, fra cui 31 bambini, si è trattato proprio del sarin. Lo sostiene la Francia grazie alle informazioni fornite dagli scienziati siriani in esilio.

L'articolo di Mediapart spiega infatti che alcuni esperti intervistati dal giornale hanno rivelato anche alle autorità francesi i segreti del sarin siriano. Informazioni tecniche sulla composizione specifica del gas, che hanno permesso al governo di Parigi di riconoscere con certezza la responsabilità di Assad nella strage di Khan Sheikhun. E che potrebbero essere usate contro di lui, un giorno, in un eventuale processo per crimini di guerra davanti alla Corte Internazionale de L'Aia.  

Il presidente siriano ha sempre respinto queste accuse. «Non abbiamo armi chimiche, abbiamo consegnato il nostro arsenale qualche anno fa e anche se ne fossimo ancora in possesso non lo avremmo utilizzato: non lo abbiamo mai fatto in tutta la nostra storia», aveva dichiarato Assad nell'aprile scorso in un'intervista all'agenzia AFP.

Secondo diversi gruppi umanitari presenti in Siria, invece, il regime ha ucciso grazie alle armi chimiche almeno 2.000 persone dall'inizio della guerra. Una tesi imbarazzante visto che, come garantito da Assad, tutto il materiale proibito è stato consegnato alle autorità internazionali nel settembre del 2013, sotto la supervisione di Russia e Stati Uniti,  dopo l'adesione di Damasco alla Convenzione delle Nazioni Unite sulle Armi Chimiche.

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