La provocazione: la macchina Ibm in corsa per le presidenziali americane. Senza emozioni, è in grado di risolvere problemi trovando in pochi minuti la risposta più logica

 Né Hillary né Bernie; ma nemmeno Ted, Marco o The Donald. E neanche Mike Bloomberg, sempre che scenda in pista davvero. Secondo Mike Murphy di Quartz il candidato ideale per la Casa Bianca è Watson. Ovvero il supercomputer di Ibm diventato celebre per aver stracciato nel 2011 due campioni di Jeopardy!, popolare quiz show televisivo americano e padre di tutti i Rischiatutto e Lascia o raddoppia nostrani.

Le frequentazioni con gente che conta non gli mancano: in alcuni video cliccatissimi sul web lo si vede confrontarsi con Bob Dylan sul linguaggio e con Serena Williams sulla performance. Ma, soprattutto, Watson potrebbe essere “il candidato centrista che la corsa presidenziale polarizzata stava cercando”.



“A differenza dei candidati in corsa – spiega infatti Murphy – Watson non ha emozioni, e basa tutte le sue decisioni sull'analisi di ogni fatto che riesce a trovare su un tema, scegliendo in pochi minuti la risposta più logica”.

Dietro alla creazione di Watson c'era la volontà di Ibm di creare un sistema che riuscisse ad analizzare velocemente un'enorme mole di dati per poi dare la migliore risposta possibile ad una determinata domanda. I temi che analizza possono essere di qualunque tipo: dal quiz televisivo alla riforma sanitaria passando per la geopolitica.

Sin dal 2013 Watson viene utilizzato e consultato per il trattamento del cancro al polmone nel centro oncologico Memorial Sloan-Kettering di New York, dove il 90 per cento degli infermieri lavorano seguendo i suoi consigli.

Watson è a tutti gli effetti l'erede dell'Ibm Deep Blue, il computer espressamente progettato per giocare a scacchi che in una serie di partite tra il 1996 e il 1997 riuscì a sconfiggere il Campione del Mondo Garry Kasparov.

Come Rob High – il progettista di Watson – ha spiegato allo stesso Murphy, il sistema di auto-apprendimento della macchina è “ispirato da come gli umani possono ragionare su un problema, meno l'influsso delle emozioni”.

Una boutade? Ovvio. Intanto, però, tale Watson 2016 Foundation ha già lanciato un sito web nel quale si può scoprire come la pensi Watson sulle questioni del momento. Pare abbia qualche idea su come risolvere i problemi dei senzatetto, migliorare la sanità pubblica e l'educazione universitaria. Per quanto riguarda l'eventuale partner nel tandem presidenziale – secondo Murphy – tra Siri di Apple e Alexa di Amazon, a Watson non resta che l'imbarazzo della scelta.