Tre studenti musulmani sono stati sottoposti a un questionario sull'Islam per poter essere ricevuti dal parlamentare locale John Bennett. La decisione ha scatenato una polemica nazionale negli Stati Uniti

«Pensate che chi lascia l’islam vada punito?», «Credete che i musulmani debbano sottomettere i non musulmani?», «Picchiate le vostre mogli?». Sono alcune delle domande a cui hanno dovuto rispondere tre studenti musulmani per poter incontrare il deputato repubblicano della Camera dei rappresentanti di Oklahoma, John Bennett.

Un questionario di due pagine a cui sono stati sottoposti i tre giovani di fede islamica giovedì scorso prima di poter accedere agli uffici del politico locale. Una decisione che ha scatenato non poche polemiche tra la comunità islamica degli Stati Uniti. Il caso è uscito infatti dai confini locali per finire sui siti delle importanti testate americane.

A raccontare l’episodio al Washington Post è stata Anna Facci, membro del direttivo del Centro per le relazioni islamico-americane di Oklahoma (Cair). «Gli studenti stavano partecipando alla terza edizione della “Giornata musulmana" organizzata dal Cair a Oklahoma giovedì scorso. L'evento, che ha attirato più di duecento persone, mirava a costruire migliori relazioni tra il governo e la comunità musulmana. Le sessioni della mattina erano andate bene e nel pomeriggio sono stati formati diversi gruppi per visitare i vari legislatori in Campidoglio», ha raccontato Facci. «Dato lo scopo della giornata e il luogo della manifestazione, gli studenti che hanno visitato l'ufficio di Bennett erano convinti che sarebbero stati accolti. Due frequentano le scuole superiori di Pace Academy di Tulsa e il terzo studia legge alla Oklahoma City University. Eravamo al Campidoglio, un luogo che dovrebbe essere aperto a tutti, non ci si aspetta di essere trattati con quel livello di mancanza di rispetto. I nostri ragazzi sono rimasti scioccati». Oltretutto il legislatore repubblicano in quel momento era fuori sede e dunque non avrebbe ricevuto i tre visitatori in ogni caso.

In una mail inviata al sito "Tusla World" il deputato Bennett ha confermato che il suo ufficio ha consegnato i questionari ai ragazzi, sottolineando di «aver riportato ciò che dice la Sharia, che autorizza a picchiare le proprie mogli, anche se questo non vuol dire che tutti i musulmani lo facciano». Sia Bennett che il partito repubblicano non hanno voluto finora rilasciare altri commenti sull’episodio.

Già in passato il politico locale si era reso protagonista di affermazioni islamofobe: nel 2014 dichiarò che nel Corano e nei messaggi del profeta «nel novanta per cento si parla di violenza»; in un evento pubblico definì l’islam «un cancro da estirpare».

Il direttore esecutivo del Cair di Oklahoma, Adam Soltani, ha dichiarato che «i presupposti del questionario erano tutti falsi» e che «nessuno può essere controllato con domande stupide, islamofobe, odiose e bigotte prima di poter incontrare un proprio rappresentante politico. John Bennett non ha il diritto di tenere un comportamento del genere né con i musulmani né con nessun altro. Promuovere l’islamofobia è una cosa, ma rifiutare di incontrare i cittadini di Oklahoma se non dopo aver risposto a domande bigotte è qualcosa di completamente diverso».

Soltani ha fatto notare che «sicuramente ai cittadini cristiani e quelli ebrei non viene proposto nessun questionario prima di poter incontrare un politico».