La leader tedesca spiega le ragioni del boom elettorale del suo partito. «Questo voto  è stato uno spartiacque perché ha definito la direzione che la Germania vuole prendere. Il mio obiettivo personale era raccogliere oltre il 10 per cento dei voti. Missione compiuta»

Il volto femminile dei Verdi bavaresi è quello di Katharina Schulze, con i capelli biondissimi legati in una mini coda dietro la testa, la maglietta rosa fucsia, la gonna blu elettrico e le ballerine nere per divisa. Laurea in Scienze politiche e Psicologia, dagli anni dell'università militante nelle file dei Verdi, dal 2013 tra i banchi del parlamento , a 33 anni ha convinto i bavaresi, facendo del suo partito il secondo dello Stato libero di Baviera con il 17,5 per cento dei consensi, dopo i conservatori della Csu.

Oggi lei ha lo stesso sorriso radioso che l'ha sorretta per tutta la campagna elettorale: «Queste elezioni sono state uno spartiacque perché hanno definito la direzione che la Germania vuole prendere. Il mio obiettivo personale era diventare il secondo partito bavarese e raccogliere oltre il 10 per cento dei voti. Missione compiuta». Per i verdi adesso si aprono due strade: o una coalizione di governo con la Csu (intenta per il momento a leccarsi le ferite e assegnare le responsabilità della sconfitta che le ha tolto la maggioranza assoluta) oppure, nel caso in cui la Csu si alleasse con gli “Elettori liberi”, un partito nato da diverbi interni che ha ottenuto il terzo posto con l'11,6 per cento dei voti, diventare il motore dell'opposizione.

A cosa deve il successo?
«Tanti cristiani che hanno sempre votato per la Csu da anni aiutano i migranti e i rifugiati. Li hanno visti entrare in Germania, cominciare a integrarsi, trovare un lavoro. E non si ritrovano nella nuova politica anti-immigrazione della Csu. Hanno scelto noi che siamo sempre stati a favore dell'integrazione dei migranti. Siamo uno stato ricco in cui la disoccupazione è al due per cento e gli industriali cercano costantemente lavoratori: possiamo permettercelo. Però, e ci tengo a dirlo, non siamo per le frontiere aperte. Chi è dentro dobbiamo integrarlo ma contemporaneamente dobbiamo evitare migrazioni massicce in futuro, proteggendo i confini europei, e ottenere una legge che consenta un'immigrazione controllata che non riguardi solo i rifugiati ma anche chi viene in Germania in cerca di lavoro.»

E poi?
«La Csu ha fatto una stretta anche sui diritti civili, consentendo, con la riforma della polizia passata in primavera, l'arresto preventivo. Ecco per noi questo è assurdo. Noi siamo da sempre in prima linea a favore dei diritti civili, che non vuole dire rendere il nostro Paese meno sicuro. Credo fortemente che le due cose, sicurezza e diritti civili, non siano in contraddizione ma possano e debbano andare di pari passo. Ad esempio noi siamo a favore dell'assunzione di più poliziotti per le strade della Baviera.»

E la debolezza dell'SPD?
«Non nascondo che anche la perdita di identità da parte della sinistra ci aiuta. Noi siamo percepiti dagli elettori come un partito coerente che oggi si oppone alla deriva di destra ma che ha sempre lottato apertamente per ciò in cui crede: per la protezione dell'ambiente come elemento cardine della politica, e dunque siamo per la conversione della nostra industria automobilistica alle auto elettriche; per la giustizia sociale; per la digitalizzazione della società; per l'equità tra uomini e donne perché deve finire la differenza salariale tra i sessi; per il convinto europeismo. Per noi la Baviera fa parte della Germania che fa parte dell'Europa. Questi punti oggi sono diventate questioni cruciali per i tedeschi.»

Quanto è importante un'Europa unita e forte?
«L'Unione europea deve diventare sempre più unita e gli stati più forti, come la Germania, se vogliono restare nell'Europa e averne beneficio, devono accettare di sopportare economicamente un fardello maggiore. Chi più ha, più deve dare. È giusto. Ma solo uniti potremo affrontare potenze come la Cina, la Russia e adesso anche gli Stati Uniti che cercano di fare i duri con noi. Solo forti e uniti potremo dettare le nostre regole.»

Ma voi Verdi non eravate storicamente il partito “contro” per eccellenza?
«Ecco questo è cambiato. Se vogliamo il cambiamento della società e della politica dobbiamo farlo accadere. In maniera positiva. Lo storytelling di oggi è sempre negativo: da parte della Csu e della Afd. A stare sentire loro sembrerebbe che la Baviera sia sul punto del collasso e non, come è, la regione più ricca d'Europa. Abbiamo invece bisogno di energia positiva e di smettere di inseguire la negatività che altri vogliono insinuare nella società. Si può migliorare il mondo solo smettendo di lamentarsi e cominciando a fare, a muoversi, a lottare per un mondo che ci piaccia e in cui ci riconosciamo. Una delle minacce maggiori alla nostra democrazia è il diritto ai fatti “personalizzati”. Si possono avere opinioni diverse ma i fatti sono fatti. Per questo crediamo che l'unica soluzione sia aumentare il livello educativo della popolazione. Più scuole, scuole migliori.»


Anche per aiutare la permanenza delle donne nel mondo del lavoro....
«Certo. Servono asili aperti fino a tardi per ridurre il lavoro part-time femminile. Ancora oggi i lavori tipicamente femminili sono pagati peggio. Per non parlare del fatto che il parlamento locale è composto solo da un 28 per cento di donne, dato che si ferma al 30 per il Bundestag. Insomma, quella femminile è una questione cruciale per al nostra società. Dopo 100 anni di rivendicazione dei diritti esistono ancora troppe ingiustizie».