Da un rapporto dell’Onu emerge il più grande scandalo sessuale conosciuto nella storia dell’Organizzazione mondiale della sanità. sarebbero più di cento le vittime: «È inaudito»

Alphonsine, 34 anni, ha raccontato di essere stata costretta a fare sesso con un funzionario dell’Organizzazione mondiale della sanità in cambio di un lavoro come addetta al controllo delle infezioni in una delle squadre per il contrasto all’Ebola operativa nella città di Beni, nel Congo orientale, tra il 2018 e il 2020. 

 

Come si legge in un rapporto interno dell’Oms, a cui l’agenzia di stampa Associated press ha avuto accesso, Alphonsine, che non vuole divulgare il suo cognome per paura di ritorsioni, non è la sola. Sarebbero state più di cento le donne abusate dai funzionari dello staff delle Nazioni Unite che erano nella Repubblica democratica del Congo per contrastare l’epidemia di ebola di cui il Paese è stato l’epicentro qualche anno fa.

 

A ciascuna vittima, i membri dell’agenzia delle Nazioni Unite avrebbero dato circa 250 dollari. Un importo inferiore al rimborso che, per un solo giorno, alcuni funzionari percepivano per lavorare a Kinshasa, la capitale congolese. Che ai locali, che riescono a sopravvivere anche con meno di 2,15 dollari al giorno, bastano per coprire le spese di vita quotidiana di soli quattro mesi.

 

Secondo il rapporto, redatto a Marzo da Gaya Gamhewage, direttrice dell’Oms per la prevenzione dei reati sessuali, i pagamenti alle donne non venivano effettuati liberamente. Per ricevere il denaro, dovevano completare corsi di formazione necessari per avviare «attività generatrici di reddito». Sembrerebbe per tentare di aggirare policy dalle Nazioni Unite secondo cui non si possono risarcire con il denaro le vittime di cattiva condotta dei funzionari, i soldi versati dovrebbero rientrare in un «pacchetto» di sostegno.

 

Per Paula Donovan, che co-dirige la campagna Code Blue per eliminare l’impunità per cattiva condotta sessuale delle Nazioni Unite, i pagamenti dell’Oms alle vittime di abuso e sfruttamento sessuale sono «perversi. Va bene che le Nazioni Unite diano alle persone denaro iniziale in modo che possano aumentare i propri mezzi di sussistenza, ma combinare questo con un risarcimento per una violenza sessuale è inaudito. Richiedere alle donne di frequentare un corso di formazione prima di ricevere il denaro crea condizioni scomode per le vittime di reati in cerca di aiuto».

 

Sembrerebbe, inoltre, che molte delle donne vittime di abusi non abbiano ancora ricevuto alcun risarcimento. La direttrice Gamhewage ha confermato ad Ap i risarcimenti, ma ha anche detto che i soldi non bastano per compensare i danni subiti dalle donne abusate: «Ovviamente, non abbiamo fatto abbastanza». E che l’Oms chiederà direttamente alle sopravvissute quale ulteriore sostegno desiderano.