Nel mondo dell’arte, che visto da fuori può sembrare aulico e lontano dalle beghe del quotidiano, ci sono invece invidie e gelosie come ovunque. Spesso musei, artisti, gallerie parlano male l’uno dell’altro e cercano di sminuirne il lavoro, aspetto che contribuisce non poco alla mancanza di un sistema dell’arte coeso, che abbia anche la capacità di porsi come interlocutore credibile con la politica quando è necessario, come in questi giorni che si discute sull’abbassamento dell’Iva sulle opere d’arte, condizione necessaria per essere davvero competitivi almeno nel mercato europeo (Francia e Germania hanno appena ridotto l’aliquota al 5,5 per cento e al 7 per cento contro il nostro 22). C’è però un tipo di rosicamento che ancora non mi era capitato di sentire nelle critiche alle mostre, ovvero il “mancavo io”.
Negli scorsi giorni si è tenuta a Bologna Artefiera, la più longeva fiera d’arte d’Italia, occasione per vedere inaugurare in città decine di mostre e tra queste Facile Ironia, a cura di Lorenzo Balbi e Caterina Molteni, al Mambo (Museo d’arte Moderna di Bologna). Un allestimento scenografico per circa 70 artisti e 100 opere che suggeriscono una linea dell’arte italiana, più o meno recente, che nell’ironia ha trovato un escamotage per dire qualcosa parlando d’altro, per raccontare una storia negandola. Ed è una mostra ironica fin dal titolo, perché l’ironia è tutt’altro che facile dato che chi guarda deve interpretare un messaggio, capirlo e ribaltarlo. È come leggere un libro senza senso e al contrario per afferrare una trama precisa. In mostra ci sono grandi Maestri del passato e del presente: De Chirico, Donghi, Savinio, Munari, De Dominicis, Accardi, Burri, Cattelan, Vezzoli, Bonvicini, Cuoghi, Pivi, Fumai e molti altri. E il successo di questa mostra intelligente e divertente sta nel fatto che nei giorni in cui Bologna è stata invasa da artisti per la Fiera, molti di loro commentavano la mostra del Mambo come incompleta, perché mancava un nome fondamentale: il loro. Il più prezioso dei riconoscimenti, raro e pericoloso: «Con me, sarebbe stata bella».