In diversi paesi la maternità surrogata è legale. ?Si riconosce così quanto altruismo ci sia nell’offrire un “riparo temporaneo” al figlio di qualcun altro

Ci sono diritti universalmente riconosciuti e altri che invece ci mettono più tempo a entrare nella consuetudine, a essere percepiti come normali e quindi come “naturali”.

Questo ci fa comprendere che si parla di naturalità con troppa leggerezza, e spesso viene percepito come naturale ciò che non lo è affatto, ma che è entrato a far parte delle nostre vite tanto da sembrare un “prodotto di natura”.

E poi naturale viene contrapposto ad artificiale, come se tutto ciò che è artificiale fosse una costruzione che, non esistendo in natura, non ha motivo d’essere. Io mi limito a fare due osservazioni. La prima: essendo l’uomo un prodotto di natura, tutto ciò che crea è a sua volta naturale. La seconda: qualcuno percepisce come innaturale e quindi artificiale la fecondazione assistita, l’eterologa o la pratica della maternità surrogata, ma non le cure che dovessero rendersi necessarie per portare a termine una gravidanza difficile.

Questa mia non è una provocazione, intendo solo dire che avere un figlio diventa un diritto solo in presenza di un divieto espresso, di una oggettiva difficoltà che può sperimentare chiunque. Avere un figlio non è un dovere, ma un piacere che nessuno può vedersi negato. Tantomeno se a vietarlo sono preconcetti e disinformazione.
Qui faccio un salto logico: spesso chi è contrario alla fecondazione assistita, all’eterologa e poi alla maternità surrogata con l’argomentazione che avere un figlio non è un diritto, poi magari è assolutamente favorevole alla vita sostenuta da macchine e contrario a qualunque forma di eutanasia anche quando non si tratta di suicidio assistito, ma come nel caso di Piero Welby, di una “naturale” conseguenza della malattia.

Queste contraddizioni risultano tanto evidenti da azzerare ogni possibilità di dibattito reale. Ci troviamo al cospetto di chi crede in Dio, e in uno Stato laico vorrebbe che la vita fosse calibrata su un testo di letteratura sacra e chi ci governa, per non perdere una manciata di voti (Papa Francesco non ha in alcun modo appoggiato il Family Day), lascia al Parlamento libertà di coscienza, ovvero la libertà di limitare la libertà altrui.

In tutto questo si scende in piazza per difendere la famiglia tradizionale, per difendere i diritti dei bambini che devono poter avere una mamma e un papà e per difendere i diritti delle donne che non devono essere sfruttate nella loro capacità di procreare. Ma l’unica cosa davvero evidente è la disinformazione subita dai più e inflitta da chi contribuisce ad alimentare le più assurde delle paure.

A nessuno è venuto in mente che la famiglia non è né tradizionale né moderna, ma è semplicemente composta da persone che si amano. Che esistono paesi in cui le unioni di fatto omo ed etero sono regolamentate per legge: in Italia ci si appella al buon senso e alle consuetudini per le coppie etero. Che esistono paesi in cui le coppie omosessuali possono contrarre regolarmente matrimonio, possono adottare figli interni alla coppia (stepchild adoption), esterni, o possono ricorrere alla pratica della maternità surrogata. Che esistono paesi in cui la pratica della maternità surrogata non solo è legale, ma è anche riconosciuta per quello che è: un atto incredibile di altruismo e di amore.

In alcuni casi la maternità surrogata è consentita solo in forma altruistica (come in Canada), in altri prevede un compenso per la donna che si sottopone a inseminazione artificiale, che deve interrompere il proprio lavoro per il tempo della maternità. Si tratta di un rimborso spese perché come è chiaro, soprattutto a quanti sentono di dover difendere i diritti dei bambini, non ci sarebbe prezzo giusto per un dono tanto grande. Un dono che a volerlo comprare non basterebbe tutto l’oro del mondo. Ci sono paesi in cui questa pratica è consentita solo a coppie etero e sposate, altri in cui possono avere accesso anche coppie di fatto, coppie omosessuali e single. Ma una cosa deve essere chiara, più di ogni altra: ovunque ci sia una regolamentazione ci sono anche diritti per tutti, per le donne che come atto d’amore offrono un riparo temporaneo al figlio di chi non può “naturalmente” averne, e per i bambini che nascono da questi atti d’amore. Eh sì, perché non si tratta di sfruttamento e di infelicità, ma di struggenti atti d’amore e di incredibile altruismo che tolgono il fiato e riempiono gli occhi di lacrime.

Quanto amore c’è in tutto questo non è mai tardi per comprenderlo.

LEGGI ANCHE

L'edicola

25 aprile ora e sempre - Cosa c'è nel nuovo numero de L'Espresso

Il settimanale, da venerdì 18 aprile, è disponibile in edicola e in app