Si danno aiuti irrisori, con criteri incomprensibili solo a un numero esiguo di cittadini. Mentre il resto arranca. È una storia di soprusi tra classi sociali

Non si capisce se sia un problema della nostra classe dirigente o no, ma essere poveri non può essere una colpa. I media si sono accaniti su Jannik Sinner, colpevole di pagare le tasse a Monte Carlo e non in Italia, ma imprenditori e persone che maneggiano soldi sono quasi tutti inclini a dargli ragione: perché mai uno deve sostenere un regime tassativo tra i più alti al mondo? Per quale servizio? Se avete un anziano a carico e non siete abbastanza ricchi sapete di cosa sto parlando; se dovete attendere un anno per una visita della mutua, se non riuscite a risparmiare nemmeno un euro del vostro stipendio, se vi trovate costantemente in affanno, ecco, a voi parlo.

 

Chi è povero è sempre più dimenticato, sempre più ai margini. La politica fa dichiarazioni, poi i fatti sono tutta un’altra storia. Nessuno ce l’ha con il governo, ma l’asilo gratis per tutti – tanto sponsorizzato in campagna elettorale da Giorgia Meloni – non si è mai avverato, se non per un aiutino alle famiglie con due figli a patto che uno avesse almeno dieci anni e l’altro fosse nato quest’anno. Due spicci per le donne ci sono, ma solo nel caso che siano madri; la prassi per selezionarle si è trasformata in un bieco conto sul pallottoliere che premia per i primi tre anni, con 3.000 euro (solo se hanno tre figli e solo se sono lavoratrici dipendenti a tempo indeterminato), le mamme. Precarie, libere professioniste, domestiche, ovvero la maggioranza: escluse. Che razza di aiuto è mai?

 

L’estate scorsa il governo ha tolto il reddito di cittadinanza a quasi mezzo milione di persone con un sms per poi istituire dei premietti placebo come la fantomatica carta “Dedicata a te”, recapitata per posta a 1,3 milioni di persone: 382,5 euro all’anno per chi ha un Isee di 15 mila euro. Soldi distribuiti in base a criteri come il numero dei figli e la provincia in cui si vive, cifre che non cambiano quasi niente nel quotidiano di nessuno e non paiono altro che un’elemosina. Tamponi per una nave che affonda.

 

La popolazione diserta le urne e la sinistra in tutto questo diserta il dibattito, si perde in tecnicismi e battaglie morali, così poco semplici da capire per quella che una volta era la pancia del Paese. Vittorio Sgarbi si dimette o no? A chi interessa? La Camera dei deputati diventa delle «deputate»? Ah, ok.

 

Intanto la destra urla e si riempie di paroloni e retorica, mentre attua una politica aggressiva sui deboli. Un esempio: gli anziani. Il governo ne parla sempre con toni enfatici e mielosi santificando i nonni ed erigendo a loro altari. Meloni annuncia: «Un miliardo, aumentiamo del 200% l’indennità di accompagnamento». Ma da quei soldi, che sono fondi del governo Prodi, il tanto desiderato aumento di 850 euro al mese da spendere in badanti e servizi lo vedrà appena il 2% della platea: cioè gli 80enni gravissimi, con un Isee sotto i 6.000 euro, appena 29 mila nel 2025 e 19.600 nel 2026.

 

È tutto così: una serie di scatole cinesi, di pacchi che vengono recapitati sempre ai soliti disgraziati in ogni era e in ogni dove. La storia dell’Uomo è fondamentalmente una storia di soprusi tra classi sociali. Perché una stia bene, ovvero quel piccolissimo 1% della popolazione, il resto deve arrancare. Non ci resta che cercare una pace in terra, cercare di stare bene per conto nostro. Da questo punto di vista, anche il gesto di Sinner cambia significato. Sarà ricco, sì, ma pure lui cerca di non farsi spolpare.