La trovata pubblicitaria di Roma rivela che niente è controcorrente in Italia. Almeno la creatività aiutasse a risolvere i veri problemi

Quando, qualche giorno fa, si è diffusa la notizia per un attimo ho provato un misto di curiosità ed eccitazione. Sui maggiori siti di informazione si leggeva di una scritta criptica, comparsa sui monitor della Stazione Termini di Roma, che sentenziava: «Siete insetti». L’ipotesi era quella dell’attacco hacker… Fantastico, sembrava la scena di una pagina fantascientifica di Philip K. Dick, poi invece la sciatta verità: era una trovata di Netflix. Delusione massima. Il colosso dello streaming, per pubblicizzare la nuova serie “Il problema dei 3 corpi”, si è ingegnato così. Roba partorita da agenzie di comunicazione, riunioni di creativi, budget importanti e tanto bla bla. Basta, vi prego, lasciateci stare.

 

Ormai non so se siamo noi gli attori (manco pagati) della pubblicità collettiva organizzata dal mercato globale oppure i clienti. Tutto è brandizzato, sponsorizzato, virale, ripostato e commentato, in un corto circuito mediatico per cui anche la stampa tutta va dietro alla finta notizia e contribuisce al suo moltiplicarsi. L’hype del niente e le meglio trovate delle menti geniali sono tutte finalizzate e devote al mercato, a venderci qualcosa dalla mattina alla sera. Se un decimo di quella creatività e di quella forza di volontà fosse usato per migliorarci la vita, gli esseri umani probabilmente volerebbero.

 

Non c’è più niente di sovversivo in questo Paese, figuriamoci gli hacker. I pendolari di Trenitalia, poverini, invece, quelli sì che sono insetti, sballottati ogni giorno tra code e ritardi e ormai abituati a tutto. Il trucco per uscirne sani? Non frequentare i posti alla moda, la moda stessa, i luoghi recensiti e raccomandati. Non guardare l’ultima serie di cui tutti parlano, trovare punti di riferimento in luoghi non battuti dal turismo, senza servizi, senza locali, senza movida. Salviamoci dal mercato.