Stipendio da favola, rimborsi forfettari esentasse, benefit vari: una volta provata l'ebbrezza, non è facile rinunciare a un seggio in Parlamento. Eppure per chi ce l'ha fatta a essere rieletto, il governo Renzi sembra aver inaugurato la formula sportiva del "ripescaggio". Così, se da un lato l'esecutivo promette con la riforma della Pubblica amministrazione un taglio drastico alle consulenze, vari ministri si sono adoperati per ingaggiare i colleghi di partito rimasti fuori dal Palazzo. Con faraoniche collaborazioni che assicurano una retribuzione vicina a quella che avevano da parlamentari e il vantaggio di non avere vincoli di presenza né di produttività nei dicasteri.
WELFARE DI MINISTERO
Angelino Alfano, ad esempio, fedele alla ricetta liberale del centrodestra, da sempre si batte contro gli sprechi e per la riduzione dei costi della macchina statale. «Tagliare la spesa per finanziare il taglio alle tasse» il suo storico cavallo di battaglia, che va ripetendo come un mantra in quasi tutte le sedi. Eppure, a fronte di tanto rigore, il responsabile del Viminale si è mostrato assai generoso con l'ex deputata Pdl Sabrina De Camillis, prima dei non eletti al Senato in Molise. Salvata con un ruolo da sottosegretario nel governo Letta e passata con Ncd dopo la scissione, l'ex parlamentare è rimasta di nuovo senza poltrona con l'arrivo di Renzi a Palazzo Chigi. E così Alfano, appena arrivato al Viminale, l'ha nominata consigliere per le politiche di coesione e per gli affari territoriali. Costo della consulenza: 70 mila euro l'anno, fino alla fine del mandato governativo.
Forse troppo poco, però. Ecco allora che, dopo appena un mese e mezzo, è arrivato un altro salvagente targato Ncd. Stavolta a lanciarlo è stato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che il 7 aprile l'ha nominata addirittura suo esperto "per le iniziative connesse alla riforma del Titolo V e per le attività di prevenzione, con particolare riferimento alla sicurezza alimentare e alle patologie croniche strettamente connesse con l’alimentazione". Il legame fra federalismo e cibi sani non è chiaro, più comprensibile è invece l’emolumento: 30 mila euro. Insomma, finché durerà il governo, la De Camillis potrà contare su uno stipendio annuo da 100 mila euro lordi. Un po' meno di quanto avrebbe percepito se fosse stata rieletta ma pazienza. Ma non è l’unico caso: da Alfano hanno trovato approdo anche il braccio destro di Gaetano Quagliariello, Giuseppe Lanzillotta (65 mila euro) e Giuseppe Pizza (41.600 euro), sottosegretario dell’ultimo governo Berlusconi.
MAURIZIO MON AMOUR
Altro ex sottosegretario, altra consulenza. Rocco Girlanda, ai Trasporti col governo Letta, divenne famoso a fine 2013 per la "dichiarazione d'amore" nei confronti del suo superiore: «Ho avuto modo di lavorare a strettissimo contatto con Maurizio Lupi, che ritengo un ministro straordinario. Spero che voglia continuare ad avermi al suo fianco». Poteva Lupi restare insensibile a queste parole? No, non poteva. E così quando Girlanda (passato nel frattempo pure lui con Ncd) è rimasto fuori dal governo Renzi, lo "straordinario ministro" si è messo una mano sulla coscienza e lo ha nominato esperto di sua fiducia a 60 mila euro l'anno "per l'approfondimento delle problematiche inerenti l'autotrasporto ed il trasporto merci e concernenti il miglioramento dell'efficienza del trasporto pubblico locale, nonché per i rapporti con il Cipe".
Ma guai a pensare che a sinistra non si faccia altrettanta attenzione agli esodati del Parlamento. Il ministro dell'Agricoltura, Maurizio Martina, ha messo a capo della sua segreteria l'ex deputato Pd Angelo Zucchi (66.730 euro), secondo dei non eletti al Senato in Lombardia, che quanto meno si è sempre occupato del settore. A Giulio Calvisi, anche lui a Montecitorio nella scorsa legislatura ma non ricandidato, ci ha pensato invece il ministro Andrea Orlando, suo compagno di corrente nei "giovani turchi": a giugno 2013, quando era al dicastero dell'Ambiente, l'attuale Guardasigilli lo ha nominato consulente giuridico. Anche in questo caso, con un contratto faraonico da 100 mila euro.
UN AMBIENTE PER L’UDC
Poi, però, anche in questo caso a scombinare i piani è arrivato Renzi, che ha spostato Orlando alla Giustizia. Si dirà: visto che il mandato era fiduciario, la consulenza non sarà stata rinnovata. E invece no: Calvisi è rimasto nello staff del successore. Il nuovo ministro Gianluca Galletti lo ha confermato ma gli ha ridotto lo stipendio a 60 mila euro l'anno. E si capisce: il commercialista dell'Udc aveva già un altro ex collega di partito da piazzare: Mauro Libè, pure lui deputato nella scorsa legislatura, nemmeno lui rieletto ma “premiato” con un contratto da 100 mila euro.
Proprio Galletti si è mostrato fra l’altro assai prodigo con quanti hanno avuto a che fare col suo partito, decimato in Parlamento dall’alleanza elettorale con Mario Monti. Del resto lo stesso ministro - candidato capolista in Emilia Romagna al Senato senza successo - è un trombato doc, tanto che Pier Ferdinando Casini era intervenuto personalmente per assicurargli un incarico. Adesso, ottenuto l'Ambiente, Galletti si è rimboccato le maniche. E così ha chiamato come capo segreteria l'ex presidente dell'Udc giovani Vittorio Sepe (61.400 euro l'anno) e ha assegnato una consulenza all’ex presidente emiliano Tommaso Bonetti (25 mila euro). Oltre a pescare a piene mani dagli storici collaboratori Udc: il capo di gabinetto e il portavoce dell'ex ministro D'Alia (rispettivamente 132 mila e 60 mila euro), la portavoce di Casini (94.497 euro), la segretaria particolare (61.400).
Il sottosegretario alla Difesa, il generale Domenico Rossi, non sapeva invece come valorizzare lo Sport nelle Forze armate. E così ha nominato come consigliere l’ex presidente dei giovani Udc del Lazio, Felice Casini (36 mila euro).
A VOLTE RITORNO
Ma se amici, sodali e compagni di partito non vanno dimenticati, la famiglia è sacra. È così che la sottosegretaria all’Ambiente, la padovana Barbara Degani (Ncd), ha chiamato come collaboratrice la concittadina Ludovica Casellati, figlia della senatrice forzista e nuovo membro laico del Csm Maria Elisabetta Alberti Casellati.
La Casellati junior, che si occupa di turismo su due ruote (suo il magazine online viagginbici.com) ed è esperta di marketing e pubblicità, collabora col ministero per 40 mila euro l’anno. Ma le va riconosciuto quanto meno una pregressa esperienza: fra il 2005 e il 2006 aveva già lavorato come capo segreteria del sottosegretario alla Salute. E chi era in quel momento il sottosegretario? Proprio lei, la senatrice Casellati. Cuore di mamma.