Cosa ha fatto l'Italia dei fondi stanziati per il controllo delle frontiere dall'agenzia europea Frontex? Più che pensare alla lotta ai trafficanti e al soccorso dei migranti, il governo ha sfruttato quelle risorse per tappare le falle nelle dotazioni delle forze dell'ordine. Le nostre polizie sono sempre più in difficoltà, alle prese con i tagli della spending review. E allora i mezzi che dovevano presidiare i confini d'Europa sono stati dirottati verso altri compiti. Lasciando gli abitanti di Lampedusa soli ad aiutare i naufraghi dell'ultimo disastro.
L'ultima spesa è stata di ben 96 milioni di euro, in gran parte a carico delle casse Ue, ed è servita per costruire una nuova flotta aerea: 3 aerei Piaggio P180 e 5 elicotteri Agusta Westland Aw139 tutti assegnati alla Polizia di Stato. Sono velivoli modernissimi, con costi unitari che variano dai 4,5 a 8 milioni di euro per un aereo sino ai 10 -12 milioni di euro per un elicottero. Ma questo stormo prodigioso difficilmente contribuirà agli interventi nel Canale di Sicilia, dove si concentra l'esodo disperato dall'Africa e dal Medio Oriente sconvolti da guerre e rivolte.
Come denunciano da tempo le organizzazioni non governative, dal 2005 al 2011 l'Italia ha speso 1600 milioni di euro per per contrasto, gestione e monitoraggio del flusso di migranti. Gran parte dei soldi è stata inghiottita dai centri per i migranti. Un'altra fetta consistente invece è andata ai paesi da cui partono i barconi, nel tentativo di spingerli alla collaborazione, senza determinare risultati concreti. Come dimostra la tragedia di Lampedusa, il flusso non si è fermato.
Una grande quantità di questo denaro e dei contributi europei sono finiti invece in una zona d'ombra, dove è difficile fare luce: le dotazione per le nostre forze dell'ordine. In nome dell'emergenza immigrazione si è acquistato di tutto: radar, aeromobili, elicotteri, suv e auto di media cilindrata. Una massa di tecnologie e apparati forniti quasi sempre da Finmeccanica che spesso non è mai arrivati dove servirebbe, ossia sulla prima linea degli sbarchi.
Fonti sindacali della polizia hanno segnalato come Suv e auto destinate alla sicurezza delle frontiere sono stati dirottati ad altri compiti: letteralmente risucchiate dalle questure centrali, in qualche caso assegnate anche al servizio scorta di alti dirigenti dello Stato e a politici, che praticamente andrebbero in giro col lampeggiante accese con una targa virtuale dell’agenzia europea.
Gli ultimi arrivati sono i due elicotteri Agusta Westland consegnati a fine luglio al I° Reparto volo della Polizia di Stato, di stanza a Pratica di Mare. Conclusa la fase di addestramento, a breve i mezzi potranno essere considerati operativi a tutti gli effetti. Gioielli dell’industria aeronautica italiana, gli Aw 139 sono elicotteri veloci, rapidi e dotati di strumentazioni radar e di soccorso di ultima generazione. Hanno un apparato infrarosso Flir che permette di scrutare nella notte a dieci chilometri di distanza, ingrandendo persino i dettagli di una mano. Perché schierarli a Pratica di Mare, quando il sistema del Reparto volo della polizia prevede una mappatura geografica nella predisposizione degli interventi? Il loro stanziamento nell’aeroporto di Pomezia esclude di fatto ogni possibilità di intervento nella zona calda dell’emergenza migranti.
Di sicuro quei mezzi a Lampedusa e nel canale di Sicilia non si sono mai visti. E’altissimo - secondo i sindacati - il rischio che quegli elicotteri ad alta tecnologia finiscano per esser utilizzati come taxi del cielo per politici e manager di Stato. La commessa per gli Aw 139 prevede la consegna di altri tre elicotteri. Verranno assegnati ai reparti volo di Palermo, Reggio Calabria e Bari. In attesa dell’arrivo dei mezzi, proprio in coincidenza con la strage di Lampedusa, decine e decine di piloti e specialisti della polizia di Stato sono stati richiamati per l’addestramento “ground”, in pratica le simulazioni, in attesa di poter compiere quel minimo di dieci ore di volo per poter essere “certificati” all’azione. Analoga sorta sembra destinata agli eleganti biturbina Piaggio P180: sono chiamati le “Ferrari dei cieli”, apprezzate nel mondo per il trasporto di magnati e sceicchi. Il loro impiego operativo invece resta limitato: gli enti statali ne schierano già 25, usati soprattutto per trasportare in giro per l'Italia sottosegretari e generali. La cabina infatti è stata progettata per accogliere da sei a nove passeggeri vip, con poco spazio per le dotazioni di ricerca. Adesso ne è stata creata una versione con un visore a infrarosso, ma di sicuro non è l'aereo ideale per pattugliare le distese del Canale di Sicilia.