Lista Falciani, la replica di Pippo Civati "Ecco perché c'è anche il mio nome"

Il deputato del Pd spiega: "Il conto che adesso è estinto è stato aperto da mio padre, che mi ha nominato procuratore, e non ha mai superato i 10mila euro. Fino alla settimana scorsa non sapevo neppure esistesse: non ho soldi in Svizzera e non ne ho mai portati, né prelevati"

Ripubblichiamo sul nostro sito la replica che il deputato del Pd ha scritto sul suo blog in merito all'inchiesta SwissLeaks condotta dalla nostra testata.

Come sempre, voglio darvi tutte le notizie che mi riguardano non appena sono nelle condizioni di farlo.
l'Espresso, nel corso del lavoro giornalistico che riguarda Swissleaks, mi comunica che nella lista Falciani compare il nome di mio padre in relazione a un conto corrente presso la banca Hsbc. Il motivo per cui compare anche il mio nome dipende unicamente dal fatto che mio padre ha aperto quel conto nel 1994 (quando avevo diciannove anni) indicandomi come procuratore, insieme a mia madre (in quanto eredi, per il caso in cui fosse mancato).

Di tutta questa storia non avevo alcuna informazione e quanto ho ricostruito dopo la telefonata del giornalista Paolo Biondani de l'Espresso è che: il conto non ha mai superato i 10.000 euro, si è estinto nel 2011 (essendosi azzerato a causa delle spese di tenuta) e non risulta su di esso alcuna movimentazione.
Preciso che non ho mai fruito di quei capitali e non ho mai avuto concretamente accesso al conto. Prima notizia, quindi: non ho soldi in Svizzera e non ne ho mai portati, né prelevati.
SwissLeaks
Lista Falciani, ci sono anche dei politici italiani Da Pippo Civati al renziano Davide Serra
12/2/2015

Quanto al conto e al deposito di quei capitali, non c’è stato alcun elemento di illegalità: tutta la situazione è stata, peraltro, verificata in occasione del verbale della Guardia di Finanza redatto in contraddittorio con mio padre, sulla base delle stesse informazioni qui riportate (ho mostrato tale verbale, che risale al 2011, al giornalista de l'Espresso). Nulla di contestato, nulla di scudato, insomma.

La domanda che compare nel titolo ("Perché il mio nome nella lista" ndr) sono stato il primo a farmela: da anni impegnato nelle battaglie contro l'evasione, il riciclaggio e i paradisi fiscali, è per me insopportabile vedere il mio nome accostato a persone e comportamenti con cui né io né la mia famiglia abbiamo avuto a che fare.

La domanda, invece, «perché in quella banca?», trova presto risposta: mio padre, amministratore delegato di un gruppo multinazionale che intratteneva rapporti con istituti bancari di vari paesi, ne aveva, tra gli altri operatori finanziari, anche con Hsbc, presso la quale fu aperto un conto regolarmente dichiarato nel bilancio della società (tutto trasparente, quindi). Presso la stessa banca aprì anche il suo, con la cifra indicata qui sopra.

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