È un libro molto duro. Perché mostra anche come quegli uomini in uniforme siano abbandonati a loro stessi dalle istituzioni, lasciati a covare il loro rancore e il loro odio. Dirigenti e agenti dichiaratamente di destra estrema, che hanno dimostrato di non riuscire a controllare la reazione, vengono concentrati nei reparti chiave per gestire la serenità del diritto di manifestazione. Le loro caserme sono decorate con slogan del Ventennio, la loro chat 'Doppia vela' è la declinazione telematica della legge del taglione: e non si tratta di un sito qualunque, ma di uno spazio intranet creato dal Viminale a cui si accede solo dalle questure.
Tutto questo continua ad accadere anni dopo quella 'macelleria messicana' della scuola Diaz, denunciata proprio da Fournier, vicequestore di destra con idee politiche note a tutti i suoi agenti e apertamente condivise: "Noi sappiamo come la pensa". Otto anni dopo, nulla è cambiato? Alla vigilia di un altro vertice dei Grandi, con sempre più fabbriche chiuse che alimentano ondate di disoccupazione e una massa di immigrati che non hanno nulla da perdere, il tema del controllo della protesta torna all'improvviso di enorme attualità. Da ambo i lati della barricata. L'uscita di 'Acab' e la contemporanea emergenza per la rivolta di Lampedusa hanno avuto un effetto detonante. Nelle caserme il libro e il silenzio del vertice sui suoi contenuti sono stati accolti con irritazione. In almeno due casi i celerini hanno detto no. La scorsa settimana a Roma l'ordine di prepararsi per un intervento ha ricevuto come risposta una selva di certificati di malattia: la missione è stata poi annullata. Ma a Firenze la questione si è manifestata con chiarezza: alla richiesta di partire per Lampedusa, in 27 si sono dati malati e l'aereo è partito prima di trovare dei rimpiazzi. Per l'infimo stipendio degli agenti, quella spedizione avrebbe significato un extra rilevante. Perché dire signornò? "È sintomatico del clima che stanno vivendo gli uomini", la replica. Ossia, per parafrasare un passaggio del libro di Bonini, sono stufi di essere "O incudine o martello".
Per cambiare la situazione, il Viminale un mese fa ha inaugurato una scuola di 'ordine pubblico'. Oltre a tecniche operative, dovrebbe insegnare ad agire usando "meno fumogeni e più etica", come ha dichiarato il direttore, Oscar Fiorolli. Etica? "Significa piena consapevolezza di improntare la propria attività a un'idea di servizio pubblico". Al nuovo G8 mancano cinque mesi: basteranno per cambiare mentalità a centinaia di uomini lasciati per anni soli a respirare violenza? Non è l'unica misura. Il capo della polizia Antonio Manganelli il 21 gennaio ha diramato una lunga circolare che definisce le regole per la gestione dell'ordine pubblico, sottolineando "il ruolo che le forze di polizia assumono a garanzia del rispetto delle regole democratiche e della tutela dei 'beni pubblici essenziali'". Anche in questo documento, si parla di "nuova etica di polizia... che tenga conto di improntare la propria azione a un corretto livello di visibilità, di tolleranza e di proporzionato rigore".
Per Romano, Genova è uno spartiacque: "Da allora tutto è cambiato, non la filosofia, ma il modo di intendere l'ordine pubblico, che allora si scontrò con una nuova piazza e un nuovo modo di protestare. La nuova scuola, ad esempio, voluta dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza e fortemente caldeggiata dal Siulp dove tutti i poliziotti imparano, in un corso di qualche settimana con lezioni tenute anche da sociologi e psicologi, che ogni servizio di ordine pubblico è una cosa a se stante ma che ci deve essere una linea comune di comportamento". La parola chiave è mediazione: "Se si arriva allo scontro significa che qualcosa si è inceppato". Nel momento in cui il capo della polizia ordina di filmare tutti i cortei, non si potrebbe almeno rendere identificabili gli agenti con un numero sul casco? "Sono contrario", replica il leader del Siulp: "I poliziotti sono cittadini come gli altri e i manifestanti non sono riconoscibili. Significherebbe partire dal concetto che gli agenti sono pericolosi e devono essere identificabili".