«A noi non è mai interessato a quale partito appartenesse Sergio Berlato» perché «quando c'era da combattere per difendere la caccia, Berlato è sempre stato presente. Ogni qualvolta noi abbiamo bisogno, Berlato ha sempre risposto: presente!!!». E ora che «per la prima volta è Berlato ad avere bisogno di noi, il 12 febbraio ci ha chiesto di andarlo a sostenere per vincere la sua battaglia» e «se Berlato vincerà la sua battaglia avrà ancora più forza per difendere la nostra passione».
La battaglia da vincere, a suon di voti, è quella del prossimo congresso del Pdl a Vicenza e l'uomo che ha bisogno di aiuto è Sergio Berlato, eurodeputato e vice coordinatore provinciale del Pdl. Sono inviati al combattimento, con tanto di servizio navetta gratuito, tutti i membri dell'Associazione Cacciatori Veneti. Proprio tutti, anche quelli che si sono già ritrovati iscritti al Pdl, a loro insaputa. Del resto che importa il partito, che importa se le tessere sono false e la Procura indaga. Cacciatori imbracciate le armi e dimostrate «di essere all'altezza delle aspettative di Berlato», scrive nel proclama la presidente dell'associazione. E non dimenticate: «Lui è sempre stato all'altezza delle nostre aspettative».
Del resto Berlato è il colonnello della storica impresa: oltre 16 mila tessere nel vicentino. Un record che nemmeno An e Forza Italia insieme avevano raggiunto. Peccato che la vittoria si sia macchiata di qualche sospetto: circa 8 mila non presentano la fotocopia della carta d'identità e sono frutto di un 'copia-incolla' proprio dell'elenco dei membri dell'associazione venatoria. E così, in base al semplice postulato, se sei cacciatore necessariamente aspiri a far parte del Pdl, esponenti locali della Lega Nord, dell'Udc, Massimo Calearo e il figlio Carlo, il deputato vicentino di Fli Giorgio Conte e suo suocero si sono ritrovati tutti insieme. Tutti a chiedere la tessera di Angelino. Insieme ad alcuni morti. Perché la passione per la caccia può esser funesta, si sa.
La procura di Vicenza ha avviato un'indagine con l'ipotesi di falso continuato in scrittura privata, ma per Berlato è solo una macchinazione orchestrata dai suoi detrattori. Un «caos mediatico» nato dalla volontà «di creare quanta più confusione possibile» scrive in un'accorata lettera al segretario nazionale Alfano. E gli spiega anche il perché : «Tutto nasce dall'invio degli elenchi provvisori di proposte di iscrizione al partito che il settore nazionale tesseramento ha fatto recapitare, in via riservata, ai coordinatori provinciali con raccomandazione di non divulgarne i contenuti, proprio per la provvisorietà della loro natura». Insomma, era tutto provvisorio. Ma ora si fa sul serio. Ora, dopo tante polemiche, infatti , è stata trovata un'intesa. Mentre il procuratore Paolo Pecori ha firmato un decreto di sequestro di una trentina di richieste d'iscrizione al Pdl spedite dal capoluogo berico e custodite in via dell'Umiltà, dalla sede centrale del Pdl rispondono stabilendo le regole.
Il 12 febbraio, al teatro comunale di Vicenza, si farà il congresso per eleggere il coordinatore provinciale e quello cittadino, con una netta e chiara separazione di poteri e competenze. Berlato assumerà la guida provinciale del Pdl, con un vice nominato dalle tre controparti. Operazione inversa per la guida cittadina, che sarà guidata da un rappresentante dei suoi oppositori, mentre lui sceglierà il vicario. Il tutto «per garantire l'unità e l'equilibrio all'interno del partito». Una tregua che a Berlato non sembra piacere. Lui è un combattente e non può essere cacciato. Soprattutto dai cacciatori.