Le pressioni stavolta sono servite. Dall’1 gennaio 2012 Camera e Senato hanno abbandonato il sistema dei vitalizi che consentivano trattamenti di assoluto privilegio (fino all’80 per cento dell’indennità lorda, attualmente pari a 10.435 euro alla Camera) per passare al sistema contributivo in vigore per tutti i pubblici dipendenti.
Le nuove regole sono state applicate già ai parlamentari non rieletti alle elezioni dello scorso febbraio per i quali l’importo è stato calcolato sommando la quota di assegno maturato secondo il vecchio trattamento fino al 31 dicembre 2011 con la quota frutto del sistema contributivo in vigore dall’1 gennaio 2012 e per il quale i deputati versano circa l’8 per cento dell’indennità lorda.
Tra il vecchio e nuovo la differenza è rilevante. Con cinque anni di mandato calcolati secondo ?il sistema dei vecchi vitalizi, un deputato continuerebbe a riscuotebbe 2.486 euro lordi. Con il nuovo contributivo lo stesso mandato farà scattare invece a 65 anni (l’età minima non scenderà più comunque sotto i 60) una pensione lorda di 1.583 euro per un deputato eletto a 30 anni e 1.263 euro lordi per uno eletto a 50 anni.