La nuova legge non ha risolto il problema. Perché molti stipendi e incarichi extra dei dirigenti di alcune agenzie (Le entrate, i Monopoli, ecc. ) non vengono messi in Rete essendo tutte attività 'di rilevante interesse pubblico'

La trasparenza nella pubblica amministrazione resta assai opaca, nonostante la legge appena entrata in vigore. Ad esempio stipendi e incarichi extra non vanno messi in Rete per i dirigenti di Agenzia delle Entrate, del Demanio, di Dogane e Monopoli e per quelli di Equitalia. Perché, occupandosi di fisco e immobili, svolgono “attività di rilevante interesse pubblico”.

Per tagliare la testa al toro, Equitalia non ha nemmeno messo nella “home page” il bottone “amministrazione trasparente”.

Sul sito dell’Agenzia delle Entrate trovi dati sorprendenti sull’assenteismo negli uffici, assai basso alla Direzione della Calabria (6,67 per cento, solo Trento fa meglio) e altissimo a Viterbo (poco meno del 23 per cento), ma se clicchi sulla tastiera alfabetica dei dirigenti ne trovi il curriculum senza i compensi (con un’eccezione per il direttore, Attilio Befera: c’è scritto che guadagna come il primo presidente di Cassazione, ovvero 311 mila 500 euro). Alle Dogane i compensi dei dirigenti di prima fascia li hanno lasciati: sono però quelli del 2007. 

Ma v’è un’altra deroga, di proporzioni forse ancora più ampie. È contenuta nell’ultima circolare firmata dal ministro della Pubblica amministrazione Gianpiero D’Alia prima delle dimissioni. Esenta “le società partecipate da amministrazioni pubbliche che emettono strumenti finanziari quotati in mercati regolamentati” al pari delle società partecipate che siano espressamente quotate in mercati regolamentati e delle loro controllate. Un universo di aziende che in questo modo si liberano dall’obbligo di pubblicare le retribuzioni dei dirigenti, dalle Poste alla Cassa depositi e prestiti, ad altre ancora di dimensioni minori.

Infine un altro buco nero dell’operazione trasparenza è l’Anagrafe degli incarichi ai dipendenti, che appare sul sito della Funzione pubblica: tutte le collaborazioni, i collaudi, le docenze, da comunicare in via obbligatoria alle amministrazioni. Nel sito della Funzione pubblica si parla di oltre 274 mila incarichi conferiti per 357 milioni di euro. Ma i dati, di difficile lettura, si fermano per giunta al 2009.