Mara Carfagna presenta un ddl che riguarda solo le unioni omosessuali.Ma i senatori azzurri ne hanno già presentato un altro che riguarda anche gli etero. "Così è una babele", commenta Gasparri
Incredibile ma vero. In Forza Italia scoppia il caos sulle unioni civili. Notizia numero due: a provocarlo è Mara Carfagna. Di solito defilatissima e prudente, a dispetto del nome-simbolo che porta, la deputata azzurra, in quanto responsabile del Dipartimento Libertà civili e diritti umani voluto mesi fa da Berlusconi, s’è decisa infine a lanciare il sasso sulle unioni fuori dal matrimonio. Presentando in un convegno alla Camera il suo disegno di legge sul tema, firmato da una trentina di parlamentari tra cui nomi come quelli di Prestigiacomo, Pelino, Abbrignani.
Apriti cielo. “Così è una Babele”, commenta con la consueta misura Maurizio Gasparri. Ma stavolta il parlamentare azzurro non ha tutti i torti, e non è il solo a protestare. Il fatto è che il ddl Carfagna, di cui peraltro non è ancora disponibile il testo ufficiale (è stato solo annunciato in Aula il 19), per come è stato descritto va in aperta contraddizione con un altro ddl azzurro, quello depositato l’altro giorno in commissione Giustizia al Senato, a firma Caliendo, Malan e altri.
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Il ddl Carfagna, seguendo peraltro la stessa linea deliberata da ultimo da Renzi e Pd, vorrebbe normare soltanto le unioni omosessuali. Il ddl Caliendo, invece, riguarda tutte le unioni civili, anche quelle eterosessuali.
[[ge:rep-locali:espresso:285148525]]La differenza insomma è plastica. “Serve al più presto una riunione dei gruppi parlamentari” per armonizzare i testi, “trovare una sintesi”, “arrivare a un testo unico”, si precipitano infatti a dire il presidente della commissione Giustizia al Senato Francesco Nitto Palma, la parlamentare Laura Ravetto, il senatore Lucio Malan. Perché appunto altrimenti è “una babele”, roba che non si vede nemmeno nel Pd. Al fondo, si capisce, l’impostazione è però piuttosto diversa. Se Carfagna è arrivata alla conclusione che è preferibile normare i diritti degli omossessuali, lo fa perché vuol marcare la differenza col matrimonio ed evitare alzate di scudi dal mondo cattolico (così come Renzi del resto). Se Ravetto, Caliendo e gli altri sono arrivati alla soluzione opposta, lo fanno perché ritengono “discriminatorio” escludere gli eterossessuali. Del resto, fa notare l’Ncd Maurizio Sacconi, una volta introdotto un diritto per gay e lesbiche, sarà la giurisprudenza a fare il resto, includendo anche gli eterossessuali.
Ma c’è di più. Anche sul fronte delle adozioni le impostazioni divergono. Nel ddl Caliendo, infatti, vi è esplicito riferimento all’esclusione dei figli dalle unioni civili: niente adottabilità, insomma, neanche all’interno della coppia (la cosiddetta stepchild adoption). Neanche nel testo Carfagna vi sarebbe un diritto all’adozione da parte dei membri dell’unione civile. Eppure la parlamentare azzurra si è mostrata assai più problematica sul punto: “Ho molti dubbi sulle adozioni, però di fronte a coppie con bambini che già esistono mi chiedo come faccia la politica a voltarsi dall'altra parte”, ha chiarito, facendo di fatto una mezza apertura alla stepchild adoption. Peraltro, sempre in attesa che il testo venga ufficialmente definito, l’ex ministra chiarito che nel testo ci saranno “certezze” anche su punti controversi come le pensioni di reversibilità (misura cui l’Ncd e i cattolici Pd si oppongono con l’argomento che sarebbe troppo onerosa per lo Stato).
Insomma, è molto chiaro che con questa iniziativa Carfagna si pone come titolare di un provvedimento-ponte verso il ddl Cirinnà del Pd. Un cambio di passo che nelle intenzioni della deputata sembra anzitutto un gesto politico: “Una forza di centrodestra non deve e non può chiudere gli occhi di fronte alle evoluzioni della società, deve regolamentare i cambiamenti”, spiega, sottolineando come tematiche di questo tipo “non possano essere oggetto di diatribe tra sindaci, prefetti, ministro dell'Interno e Tar”. Insomma il centrodestra laico marca la distanza con quello alfaniano del Nuovo centrodestra. “Ma non è un derby tra famiglia e unioni omosessuali”, chiarisce ancora Carfagna. Pare, piuttosto, un derby tra modi diversi di intendere il centrodestra: sui diritti civili, intanto. Chissà come fioriranno le rose.