Il partito di Salvini sorpassa l'ex Cav ovunque. Persino in Liguria, dove vince Toti, il bilancio è di 20,3 contro 12,7. Tragedia in Veneto: Fi non supera il 6. Centrodestra competitivo se unito: ma a dare le carte, per la prima volta in vent'anni, è il Carroccio

Silvio Berlusconi si dimostra ancora vivo, perché nella media delle sette regioni supera di un soffio la soglia psicologica del 10 per cento che si era dato da solo. Ma il vero trionfo è quello di Matteo Salvini, che “asfalta” gli azzurri e li rende “marginali”, come riconosce anche la Fi Silvia Sardone. In questo giro di regionali il conto dei governatori conquistati a destra finisce uno a uno: Toti per forza Italia, Zaia per la lega. Ma è a due teste anche il centrodestra che vien fuori dalle urne. Una coalizione anfibia, inchiodata al seguente paradosso: è competitiva (e se è il caso vince) dove è unita; ma anche quando perde, vede di gran lunga la Lega come primo partito.  Complessivamente Salvini ottiene il 14 per cento, e sfiora il 18 se si considerano anche i voti andati alla lista Zaia. Mentre ai piani più bassi, la destrorsa Fratelli d’Italia va molto meglio della moderata Ncd. E’ qui la novità, la rivoluzione. Bisogna mettere insieme le urla lepeniste dell’uomo in felpa e il partito dei moderati riproposto dall’uomo in doppiopetto, ma stavolta – a differenza che negli ultimi vent’anni - a dare le carte è il Carroccio. Come ci riusciranno?

Per il momento, le urne consegnano questo quadro, vitale sì, ma difficile da comporre. Su sette regioni, soltanto in due casi Forza Italia supera la Lega: in Campania, dove Salvini non c’è proprio, e in Puglia, dove il partito azzurro raccoglie l’undici per cento e il Carroccio si ferma al 2,3 (ma l’inverso sarebbe stato impensabile). Per il resto, un trionfo targato Sole delle Alpi. Anche il risultato della Liguria, dove Giovanni Toti con sua stessa sorpresa è eletto governatore col 34,5 per cento, la Lega supera la soglia miracolosa del 20 per cento, mentre Forza Italia, il partito che esprime il governatore, si ferma al 12,7.  Per non parlare del Veneto: Zaia, che vince con oltre il 50 per cento la sfida contro la Pd Moretti, si porta a casa con la sua lista il 23,6 per cento, cui bisogna sommare i voti del Carroccio, un altro 17,8: insieme, oltre il 41 per cento. Mentre Forza Italia resta inchiodata a un miserrimo 5,8.

Va così anche in Umbria, dove è sempre l’unità l’architrave che regge la possibile vittoria, poi sfumata. Alla fine vince la Pd Catiuscia Marini ma il risultato è ugualmente sorprendente per il centrodestra, che unito porta il suo Claudio Ricci al 39,3. Forse sarebbe servito un altro Pastorino, per superare Marini. Ma comunque, anche qui la Lega è prima: 14 per cento, contro l’8,5 di Forza Italia.

Al contrario, dove il centrodestra è diviso, la vittoria è irraggiungibile: e in tre casi su quattro Forza Italia scivola al quarto posto. Esemplare, ancora per i risultati leghisti, è il caso della rossa Toscana. In quella che è anche la regione di Verdini vince sì il candidato Pd Enrico Rossi, ma ad arrivare secondo è Claudio Borghi, sostenuto dalla Lega che di suo prende il 16,2 per cento, e da Fratelli d’Italia, che sfiora il quattro. Forza Italia, che sosteneva Stefano Mugnai, resta ben sotto il 10: 8,5 per cento.

“Salvini è andato bene, ma senza i nostri voti non va da nessuna parte”, dice Berlusconi nella notte. Ma è vero anche l’inverso. In Campania, dove la Lega non si presenta, l’uscente Stefano Caldoro si ferma a poco meno di tre punti dal vincitore Vincenzo De Luca: Forza Italia raggiunge addirittura il 18 per cento, l’Ncd supera il 6, ma non basta. Nelle Marche, l’altro candidato forte del fronte moderato, Gian Mario Spacca, non ce la fa nemmeno lui a proporre un altro andazzo: arriva quarto, quattro punti sotto Francesco Acquaroli, proposto da Lega e Fdi; e anche nelle Marche, la Lega è al 13,4 per cento, mentre Forza Italia si ferma al 9,4.

Caso a sé fa la Puglia, dove a presentarsi spaccato è lo stesso partito dell’ex premier. Anche qui, dove il radicamento di Salvini è pressoché inesistente, a spuntarla è comunque Raffaele Fitto, l’anti-Cav di Forza Italia: il suo Francesco Schittulli prende il 18,4 per cento, mentre la candidata azzurra Adriana Poli Bortone si piazza quarta, quattro punti sotto, dopo la Cinque Stelle Antonella Laricchia. “Siamo ancora in partita per ridare speranza ai moderati, da domani cambia tutto”, promette il Cavaliere. “Ben venga una coalizione di centrodestra, ma non voglio minestroni o ammucchiate”, annuncia Salvini. Un punto di intersezione sembra lontano.

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