Pochi quesiti, concreti e legati a impegni precisi, che poniamo a chi si presenta alle prossime consultazioni. E per cui attendiamo delle risposte

Di fronte alla babele di proclami, annunci, reboanti promesse che non tengono conto della realtà, della ragionevolezza, né, tantomeno, del rigore e dei vincoli di bilancio, L’Espresso si rivolge ai candidati con pochi interrogativi.

 

Le domande riguardano impegni precisi, non un elenco sterminato, ma due obiettivi per i quali spendere il proprio mandato. Partendo, magari, da qualche successo già conseguito, a dimostrazione di un radicamento territoriale che dovrebbe essere la premessa del consenso.

Editoriale
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8/9/2022

Anche contro una certa idea che sia sufficiente l’acquiescenza al leader per vedersi paracadutare in luoghi nei quali non si è mai operato. Infine, ultima ma non meno importante questione, di fronte a una politica ipocrita sul tema dei costi: chi paga i candidati? Chi sostiene la macchina elettorale? E, soprattutto, quali garanzie offrono donne e uomini in corsa di rimanere immuni dalle lusinghe, se non al ricatto, dei propri finanziatori?

 

1  – Quali sono le due proposte irrinunciabili dell’agenda della sua coalizione da affrontare in Parlamento come prioritarie?

 

2  – Se sarà eletto o eletta, come pensa di costruire e mantenere un dialogo continuo con il proprio territorio di elezione? Quanti giorni, ore, settimane dedicherà al proprio territorio? In che modo relazionerà sull’attività svolta? In quali luoghi?

 

3 – Chi sono i finanziatori della sua attività politica?

 

4 – In che modo si impegna a rimanere libero o libera da interessi e condizionamenti?

 

5 – Cosa ha fatto di concreto nel territorio nel quale è candidato?

 

Attendiamo vostre all’indirizzo espresso@espressoedit.it – Le risposte saranno pubblicate sul nostro sito