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18 luglio, 2025Delusione tra i MAGA per la retromarcia di Trump sugli Epstein Files, che avevano invece costituito parte della campagna elettorale. Cosa nasconde il caso?
La notizia filtra, come spesso accade, da fonti che chiedono l’anonimato e che parlano di «grande nervosismo» nelle stanze dove si definiscono le strategie della Casa Bianca. È la storia di un incontro che ufficialmente non era previsto: Benjamin Netanyahu che vola a Washington per un colloquio riservato con Donald Trump. Pochi dettagli, pochissime immagini: giusto qualche stretta di mano davanti alle telecamere, poi la porta che si chiude e la discussione a quattrocchi.
Dietro questo viaggio improvviso potrebbe esserci stato un dossier scottante: i cosiddetti Epstein Files, ovvero il materiale mai del tutto desecretato sulle frequentazioni del finanziere morto in circostanze mai chiarite nel carcere di Manhattan.
Trump, durante tutta la campagna, aveva promesso la massima trasparenza: «Sveleremo tutto, anche a costo di colpire pezzi grossi dell’establishment», aveva ripetuto in più comizi, raccogliendo gli applausi dei fedelissimi MAGA. Ma poi solo passi indietro: nessuna pubblicazione imminente, e anzi istruzioni precise ai collaboratori di «non alimentare polemiche» sul tema. Salvo poi rimangiarsi la parola a fronte di quanto pubblicato nelle scorse ore dal Wall Street Journal. Il giornale di Murdoch ha pubblicato un'esclusiva esplosiva: una lettera per il cinquantesimo compleanno di Jeffrey Epstein, inserita in un album regalo preparato da Ghislaine Maxwell nel 2003. Il documento, custodito per anni tra i ricordi privati del miliardario pedofilo, mostra un messaggio di auguri tracciato a mano e firmato "Donald", incorniciato da un disegno esplicito del corpo di una donna nuda: "Buon compleanno, e che ogni giorno sia un altro meraviglioso segreto".
Ma riavvolgiamo il nastro. Già a suo tempo ci fu chi sostenne che il Mossad potesse aver avuto un ruolo nella costruzione della “rete Epstein”. Ufficialmente per raccogliere informazioni sensibili su politici, uomini d’affari e personalità influenti in Occidente. Un lavoro di intelligence vecchio stile, dove le telecamere piazzate dietro specchi a due vie servivano a ottenere materiale compromettente. Un sistema molto utilizzato anche dai servizi segreti russi.
Epstein, raccontano alcuni whistleblower, avrebbe viaggiato con passaporti falsi forniti proprio da Tel Aviv. E se la regia fosse davvero israeliana – è la domanda che circola ora tra diplomatici e analisti – che cosa potrebbe rivelare la desecretazione integrale degli archivi? E tutto ciò può spiegare la totale accondiscendenza e l'aiuto di Trump verso Israele nelle recenti avventure belliche in medioriente e in Iran?
A preoccupare – spiegano fonti dell’intelligence americana – non sarebbe solo l’imbarazzo per i nomi eccellenti coinvolti (politici di entrambi gli schieramenti, star di Hollywood, top manager). Ma il rischio che vengano alla luce metodi, contatti e coperture che per anni hanno garantito operazioni delicate in vari teatri geopolitici.
Qualcuno ora si chiede se il premier israeliano non sia volato a Washington con un intento ben preciso: aiutare l'amico Trump su di una questione che rischia di fare molto male all'inquilino della Casa Bianca. Nei circoli MAGA il malumore monta. «Aveva promesso che avrebbe fatto nomi e cognomi, e ora si tira indietro», scrivono influencer molto seguiti su X. «Cosa ha da nascondere?», incalzano altri.
Intanto, tra le pagine riservate del dossier, restano dettagli che inquietano: incontri con minorenni, voli privati verso l’isola, conti offshore riconducibili a fondazioni misteriose. «È materiale che può far saltare carriere e alleanze», conferma un ex funzionario di un’agenzia federale.
Per ora, il file rimane chiuso anche se Trump ha giurato che verrà finalmente pubblicato tutto. Ma il viaggio di Netanyahu, quel faccia a faccia a porte chiuse, alimenta più interrogativi che certezze. E qualcuno, anche tra i più vicini a Trump, comincia a chiedersi quanto la verità possa davvero essere raccontata. E se qualcosa o qualcuno sia stato espunto dal dossier.
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