Politica
23 luglio, 2025Non usano giri di parole, ai piani alti di Cologno Monzese, quando devono commentare la nuova bordata del leader della Lega. "Accendi Mediaset ed è sempre tutta colpa della Lega come su La7". Dietro la freddezza di oggi, però, si intravede una frattura politica più ampia
"Salvini? Ingrato". Non usano giri di parole, ai piani alti del Biscione, quando devono commentare la nuova bordata del leader della Lega contro Mediaset. "Accendi Mediaset ed è sempre tutta colpa della Lega come su La7. Mi manca Silvio Berlusconi", ha detto Matteo Salvini dal palco di Pontida. Poche parole, ma che hanno fatto infuriare chi conosce bene la storia politica recente e sa quanto il rapporto tra il Carroccio e le reti del Cavaliere sia stato, negli anni, un pilastro fondamentale per la crescita del consenso del leader leghista. "La sua popolarità – confidano i big dell’azienda – la deve proprio a Mediaset. Così come anche Giorgia Meloni. È stato grazie ai nostri programmi, ai nostri talk show e alle ospitate nei momenti chiave che sono diventati quello che sono diventati".
Dietro quella frase amara, spiegano fonti vicine a Cologno Monzese, c’è un mal di pancia che Salvini coltiva da tempo. In privato, avrebbe fatto trapelare una certa "antipatia" percepita nei suoi confronti da parte delle redazioni Mediaset, nonostante con Pier Silvio Berlusconi, l’erede designato, i rapporti restino "cordiali e personali". Una tensione che negli ultimi mesi è andata crescendo, complice anche una linea editoriale che – secondo Salvini – sarebbe diventata più critica verso la Lega, soprattutto da quando la leadership del centrodestra è passata stabilmente nelle mani di Giorgia Meloni.
Eppure, ricordano a Mediaset, non sono mancati gli inviti. "Quante volte è stato chiamato e non c’è andato?", si chiedono, con un misto di delusione e disappunto. Perché se è vero che la stagione post-Berlusconi ha imposto al gruppo un maggiore equilibrio editoriale, è altrettanto vero che lo spazio per Salvini non è mai mancato. Anche se negli ultimi tempi, raccontano fonti interne, il leader leghista avrebbe declinato diverse apparizioni, preferendo altre vetrine o limitandosi a brevi collegamenti.
Nei retroscena di questi giorni si legge anche la nostalgia per un tempo che non c’è più. Quando Silvio Berlusconi era in campo, il legame tra politica e tv del Biscione era diretto, personale, immediato. Oggi, con Pier Silvio alla guida, la distanza è inevitabilmente aumentata, e la necessità di marcare una maggiore autonomia giornalistica ha fatto emergere nuove frizioni. Salvini questo lo sa, ma non lo accetta del tutto. Anche perché sente crescere il peso della premier Meloni, che – sempre secondo i big di Mediaset – deve a sua volta moltissimo alle telecamere del gruppo, che l’hanno accompagnata nella lunga marcia da leader di partito marginale a capo del governo.
Ma l’accusa di ingratitudine non riguarda solo la storia passata. A Cologno Monzese si fa notare che il sostegno mediatico, nei momenti più delicati – come durante il Viminale o nei giorni caldi delle campagne elettorali – non è mai mancato. "Hanno avuto spazio e voce, anche quando altri li attaccavano senza sosta", spiega chi conosce bene le dinamiche delle trasmissioni più popolari.
Dietro la freddezza di oggi, però, si intravede una frattura politica più ampia. La Lega teme di essere sacrificata sull’altare del nuovo equilibrio di centrodestra, in cui Mediaset guarda con favore alla stabilità del governo Meloni. E Salvini, che non ha mai smesso di sentirsi l’erede naturale dell’alleanza con il Cavaliere, vive questa nuova stagione come una sconfitta. Tanto da rimpiangere pubblicamente Berlusconi, l’unico che – a suo dire – sapeva tenere insieme tv, politica e alleati senza far sentire nessuno escluso.
Un segnale, quello arrivato da Pontida, che lascia intravedere un autunno complicato nei rapporti tra Lega e Mediaset. Perché dietro la nostalgia c’è la consapevolezza che la stagione d’oro è finita. E che, senza il Cavaliere, il palcoscenico non è più lo stesso.
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