Politica
23 luglio, 2025Il riferimento della ministra ai tre studentati che sarebbero dovuti essere gestiti da Rego Sgr e che ora rimarranno vuoti. Le indagini c'entrano, ma solo indirettamente: lo stop è da ascrivere al forte rallentamento del settore nel capoluogo lombardo (e non a sequestri disposti dalla procura)
Tra i tanti risvolti della maxi-inchiesta milanese sull’urbanistica c’è anche un capitolo, non secondario, che coinvolge i posti letto per gli studenti. Una vera e propria emergenza, a Milano e non solo. Perché tra i tanti cantieri a cui sono stati messi i sigilli, oltre agli altri che si sono preventivamente bloccati, ce ne sono alcuni che avrebbero dovuto ospitare studentati ma che ora, nell’attesa che la giustizia faccia il suo corso, rimarranno vuoti. Il caso è stato sollevato oggi - 23 luglio - al Senato dalla ministra dell’Università, Anna Maria Bernini, nella discussione sul cosiddetto decreto università: “A proposito dell'housing, non abbiamo tagliato posti letto - ha sostenuto la ministra in Aula -. I posti letto ci sono. Abbiamo un problema serissimo: in questo momento a Milano alcune imprese non firmano gli atti d'obbligo di 1500 posti letti di studentati, di cui noi avevamo già allocato la gestione perché, come sapete, esistono problemi giudiziari”.
Il riferimento è agli studentati che sono sorti, anche se ancora vuoti, a Rogorego, Greco Breda e San Leonardo che avrebbero dovuto ospitare 1.530 studenti (rispettivamente da 473, 447 e 600). Il progetto era in capo al gestore di fondi immobiliari Redo Sgr, gli investimenti avevano un valore di circa 30 milioni di euro ed erano stati finanziati con la quota del Pnrr destinata proprio agli studentati.
Le notizie giudiziarie degli ultimi giorni, in realtà, c’entrano ma solo indirettamente. Perché questi cantieri - a differenza per esempio degli edifici tra via Lepontina e via Valtellina sequestrati a novembre e che avrebbero dovuto accogliere anche 122 posti letto per studenti - per ora non sono finiti nel mirino della procura. Le ragioni per cui Redo Sgr ha rinunciato al progetto, a cose praticamente fatte, sarebbero da ascrivere, piuttosto, al forte rallentamento che tutto il settore dell’urbanistica sta vivendo a Milano. Questo sì, per via (anche) delle inchieste e dell’incertezza che ne è derivata. La decisione del gestore di fondi immobiliari era stata comunicata al Miur già ad aprile 2025 - anche se è stata resa nota solo negli ultimi giorni, sulla scia di quello che sta succedendo nel capoluogo lombardo - perché, precisano da Redo Sgr, il Comune di Milano non sarebbe riuscito ad attivare le procedure per velocizzare i tempi (il cosiddetto “fast track”, previsto per i progetti finanziati con il Pnrr). Da qui la scelta di non firmare gli atti d'obbligo, come ricordato in Aula dalla ministra.
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