Il procuratore aggiunto della Dna, Michele Prestipino, è indagato per rivelazione di segreto d'ufficio

Il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo gli revoca le deleghe. L'indagine della procura di Caltanissetta sulle conversazioni con l'ex capo della polizia Gianni De Gennaro

Il procuratore aggiunto della Direzione nazionale antimafia, Michele Prestipino, è indagato a Caltanissetta per rivelazione di segreto d’ufficio. Al centro delle accuse ci sono alcune informazioni sulle delicate indagini sulla ‘ndrangheta e sulle sue ramificazioni nel Nord Italia che avrebbe rivelato a Gianni De Gennaro, l’ex capo della polizia ora ai vertici della Eurolink, la società General contractors che sta progettando e che dovrà realizzare il ponte sullo Stretto. Le intercettazioni sono state disposte nell’ambito di un’inchiesta sugli attentati mafiosi del 1992, in cui tra gli altri hanno perso la vita i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

Il legale: "Lunare accostamento tra lui e i criminali"

“Il procuratore Michele Prestipino, in un clima di grande serenità, si è presentato davanti al procuratore della Repubblica nisseno. Su mia espressa indicazione si è avvalso della facoltà di non rispondere poiché, come argomentato nella memoria difensiva depositata, riteniamo ci siano dubbi sia in ordine alla utilizzabilità del materiale probatorio su cui si fonda la provvisoria incolpazione, sia rispetto alla competenza territoriale del tribunale di Caltanissetta”, ha detto il legale di Prestipino Cesare Placanica. “Superati tali passaggi, fondamentali al corretto esercizio della giurisdizione, - aggiunge - saremo noi a chiedere di essere interrogati perché riteniamo sia agevole chiarire ogni aspetto controverso relativo ad una conversazione intercorsa non con imprenditori o, peggio malavitosi, con il prefetto De Gennaro , già capo della Polizia e investigatore di punta nella lotta alla criminalità organizzata ed un suo storico collaboratore. Non servirebbe neppure aggiungere come appaia lunare e privo di ogni aderenza alla realtà anche solo ipotizzare una accostamento del dott. Prestipino a realtà criminali con cui non risulta, difatti, alcun collegamento”.

Melillo: "Revocate le deleghe"

Ma, in attesa che la giustizia faccia il suo corso, il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo ha scelto di revocare al suo numero due le deleghe che aveva nella Direzione nazionale antimafia. “Fermo il rispetto della presunzione di innocenza, nell'esercizio dei miei doveri di garanzia dell'immagine stessa e del buon andamento delle attività della Direzione nazionale antimafia ed antiterrorismo, ho provveduto a revocare con effetto immediato le deleghe di coordinamento investigativo attribuite al dott. Prestipino Giarritta e ad adottare le ulteriori misure necessarie a tutelare le esigenze di riservatezza ed efficacia delle funzioni della Dna, dando di ciò comunicazione al Comitato di Presidenza del Consiglio Superiore della Magistratura e al Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione. L’Ufficio che dirigo e le Procure distrettuali che conducono le indagini relative ad ogni tentativo di condizionamento mafioso delle attività d'impresa collegate alla realizzazione del Ponte sullo stretto di Messina”, ha aggiunto Melillo, “continueranno ad assicurare il loro comune impegno e la loro immutata dedizione per la completezza e la tempestività delle investigazioni e l'effettività del loro coordinamento”

La carriera di Prestipino

Prestipino è stato sostituto a Palermo dal 1996 al 2008, poi procuratore aggiunto a Reggio Calabria fino al 2012. Dal 2013 è approdato alla procura di Roma, prima come aggiunto poi reggente da maggio del 2019, dopo il pensionamento di Giuseppe Pignatone. A marzo del 2020, dopo lo scandalo Palamara, era stato nominato procuratore capo dal Consiglio superiore della magistratura. Ma, dopo l’annullamento da parte del Tar, dal gennaio 2022 Prestipino era tornato a ricoprire il ruolo di aggiunto.

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