Attualità
1 settembre, 2015

Si è spento a 99 anni in Versilia, a Pietrasanta. Nella sua lunga carriera di reporter, autore e docente di letteratura aveva ottenuto i più importanti riconoscimenti letterari italiani, dallo Strega al Campiello

E' morto Manlio Cancogni, scrittore e giornalista. Sua la celebre inchiesta 'Capitale corrotta, nazione infetta'

Giornalista e scrittore, autore di alcune inchieste fondamentali per il giornalismo italiano del Dopoguerra, si è spento a 99 anni Manlio Cancogni.

Leggi L'ultima intervista all'Espresso nel 2010

Era nato a Bologna, da genitori versiliesi, nel 1916, e nella sua Versilia – a Marina di Pietrasanta – aveva trascorso la vecchiaia.

[[ge:espresso:attualita:1.227113:article:https://espresso.repubblica.it/attualita/2015/09/01/news/capitale-corrotta-nazione-infetta-l-inchiesta-scandalo-di-manlio-cancogni-sull-espresso-1.227113]]
Nel mezzo, una vita intensa: tra le tappe salienti della carriera di giornalista la sua firma per il Corriere della Sera, La Stampa, Il Popolo, L'Europeo, L'Espresso.

Da scrittore ha percorso tutte le tappe di un glorioso cursus honorum: il Premio Bagutta, il Premio Strega, il Premio Viareggio, il Premio Grinzane Cavour. Docente anche di letteratura italiana, insegnò alla fine degli anni Sessanta negli Stati Uniti, allo Smith College di Northampton.


Per il nostro giornale fu corrispondente a Parigi e sopratutto autore di un'inchiesta tra le pù incisivi e celebri dell'Espresso: il servizio del 1955 contro la corruzione nella cosa pubblica che divenne famosa per il titolo a tutta pagina Capitale corrotta = Nazione infetta

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