
Ma certo non si aspettava l’inattesa onda di solidarietà che ora gli è piovuta addosso proprio dalla Grecia, dove è uno degli uomini in assoluto più odiati: sono innumerevoli i greci che hanno voluto far sentire la propria voce per difendere Schaeuble, dopo che l’altro giorno un comico di una certa fama, Lakis Lazopoulos, si era scatenato contro di lui in diretta televisiva. “Se un uomo è inchiodato ad una sedia a rotelle, col tempo anche il suo cervello viene ossessionato da un’idea che io chiamo paranoia, che io chiamo follia”. L'idea ossessiva del nostro sarebbe il tracollo della Grecia, accompagnato dalla reintroduzione della dracma al posto dell’euro, insomma la cacciata dei greci dall’Olimpo europeo.
Ora, il punto è che Schaeuble su quella carrozzella ci sta dal 1990, quando un pazzo gli sparò tre colpi di pistola durante un comizio. Tre spari che non gli hanno più permesso di stare in piedi. La diretta era ancora in corso quando sono partite a raffica le telefonate di protesta ed è iniziata la tempesta di reazioni sui social network: “Rimarremo nella crisi per altri cento anni a causa di questa cultura dell’odio”, è stato uno dei commenti più rilanciati.
L’epiteto “razzista” rivolto al comico ha cominciato a rimbalzare su Twitter, idem lo sfogo di un uomo a sua volta colpito da disabilità: “Io ci sono nato con questo problema, non me lo sono scelto. Lazopoulos? È l'uomo più schifoso di questo pianeta”. Anche il capo del partito conservatore, Kyriakos Mitsotakis, ha scritto su Facebook che “la civiltà di un paese si misura su come si comporta nei confronti delle persone disabili”.
Sara un caso, ma per il governo federale è l'ora dei gesti di solidarietà inattesi, e questo proprio nell’imminenza del vertice europeo sui migranti che potrebbe rivelarsi cruciale per i futuri destini della signora Merkel. Ci sono quelli che i maliziosi potrebbero attribuire a puro calcolo politico, come il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker – che la signora di Berlino fece ballare a lungo sul filo del rasoio prima di dare il via libera alla sua nomina – il quale si è detto certo che l’amica Angela “durerà più di tutti i suoi critici”, e non ha esitato a paragonare le sue scelte sui migranti alla grande stagione della riunificazione tedesca targata Helmut Kohl.
Ma poi ci sono anche quelli che per Merkel arrivano veramente come un dono insperato: l'ultimo arriva da un suo fiero e autorevole avversario, l'ex leader dei Verdi nonché ministro degli Esteri ai tempi del governo Schroeder, ossia Joschka Fischer, che in un'intervista alla Zeit non ha esitato a venire in soccorso all’”ex ragazza dell’est” affermando che sui profughi la cancelliera “vede lontano”: anzi, è l'unica “ad avere una visione d’insieme”, nonostante la situazione di estrema difficoltà, nel determinare, passo per passo, la strategia necessaria.
In altre parole: Merkel non sta affatto perdendo la lucidità, come affermano i suoi numerosi critici, tanti dei quali allignano tra le sue stesse file, ossia nella Cdu e nel partito-fratello della Csu, i cristiani-sociali bavaresi. È una presa di posizione non scontata, così come non lo sono quelle che in Germania si sono registrate ultimamente nella sinistra “doc” della Linke, laddove molti turbamenti si registrano invece tra gli alleati socialdemocratici della Grosse Koalition.
È che sui giornali tedeschi, e non solo quelli, si moltiplicano le voci che parlano di “crescente solitudine” di colei che solo poche settimane fa veniva incoronata “persona dell’anno” dalla rivista Time. Una solitudine interna, ma anche internazionale: come rilevato con durezza da un giornale tradizionalmente “amico” come la Frankfurter Allgemeine, pure la Francia si distanzia, con il premier Manuel Valls, dalla politica “delle porte aperte”, senza considerare la virulenta opposizione di Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia, mentre ancor più “doloroso” per la cancelliera è l'atteggiamento sempre più duro dei “cugini” austriaci, che hanno già iniziato a restringere drasticamente gli ingressi ai propri confini.
“Molti nemici, meno amici”, titola con cattiveria il Financial Times, che parla del “clima più ostile che la cancelliera abbia mai dovuto affrontare in undici anni di potere”. In Germania qualcuno addirittura parla di “Kanzlerdämmerung”, crepuscolo della cancelliera, mentre la Welt non ha mancato di elencare “i cinque motivi per cui è giusto dire che la sua epoca volge al termine”. A maggior ragione, lei e il suo scomodo ma cruciale super-ministro Wolfgang Schaeuble, gli amici inattesi, uguale se abitano ad Atene o Berlino o Bruxelles, li apprezza in queste ore con un calore al quale, forse, non sono neanche abituati.