Usa: “No di Hamas a proroga tregua per impedire notizie di stupri a Gaza
Israele estende la sua offensiva contro Hamas nel sud di Gaza con bombardamenti su tutta la Striscia. Una notte fatta di raid a Jabalia e mezzi in avanzamento su Khan Yunis. Intanto il rinnovo della tregua a Gaza sarebbe fallito perché il movimento islamico palestinese Hamas, sospettato di stupri contro le donne in ostaggio e di violenza sessuale durante il suo assalto a Israele il 7 ottobre, non vuole che queste testimonino. «Sembra che uno dei motivi per cui non vogliono liberare le donne che tengono in ostaggio e per cui questa pausa è stata interrotta è perché non vogliono che queste donne raccontino ciò che è accaduto loro dal momento della detenzione», ha detto ai giornalisti il portavoce del Dipartimento di Stato americano Matthew Miller. Israele aveva interrotto la sua offensiva a Gaza nel quadro di un accordo negoziato sotto l'egida del Qatar e degli Stati Uniti che prevedeva il rilascio degli ostaggi rapiti da Hamas durante l'attacco sul suolo israeliano del 7 ottobre. Le autorità israeliane hanno detto venerdì scorso che avrebbero ripreso l'offensiva militare perché Hamas non aveva rilasciato tutte le donne in ostaggio.
Oggi “rumore” per Giulia
Fare rumore perché Giulia Cecchettin non sia derubricata a vittima numero 105 di femminicidio nel 2023. Non tacere affinché diventi, invece, simbolo di una rivoluzione culturale e non venga mai dimenticata. È l'invito che arriva alla vigilia dei funerali della studentessa di Ingegneria biomedica, esequie che saranno celebrate alle ore 11 nella basilica di Santa Giustina a Padova, nona tra le chiese del mondo per grandezza, segnata anche nel pavimento di San Pietro a Roma. Si dispensa dai fiori, nel nome della 22enne si facciano "offerte per opere di bene" è l'esortazione dei familiari, papà Gino, la sorella Elena e il fratello Davide. «Chi può abbassi la serranda, spenga una luce in un negozio, suoni il clacson, ognuno nel suo piccolo dia un segnale. Domani in Veneto si faccia rumore per dire che i dati sulla violenza di genere sono inquietati, questa vicenda rappresenta uno spartiacque, deve essere una presa di coscienza culturale altrimenti va a finire che GIULIA sarà dimenticata» sono le parole del governatore Luca Zaia, il quale ha proclamato il lutto regionale. A Padova, dove la giovane era prossima alla laurea, sono attese almeno 10mila persone che potranno seguire la cerimonia, che sarà officiata dal vescovo, monsignore Claudio Cipolla, sui due maxischermi (uno sul sagrato della basilica e l'altro in Prato della Valle), dato che la chiesa contiene in tutto 1.200 posti.
Sciopero medici contro la manovra pensioni
Quella di oggi, per la sanità, si prospetta una giornata nera. Medici e infermieri incroceranno le braccia per lo sciopero nazionale di 24 ore indetto dal maggiore sindacato degli ospedalieri, l'Anaao Assomed, e dalla Cimo: secondo le previsioni, l'adesione sarà massiccia e potrebbero saltare 1,5 milioni di visite, esami e interventi. Ma la protesta non si esaurirà con la giornata del 5 dicembre. Il 18 è infatti in programma un nuovo sciopero deciso dalle altre sigle della Intersindacale medica. Sotto attacco è la manovra, che "non tutela medici e cittadini", e lo slogan unico è 'Salviamo il Ssn'. Intanto, governo e partiti lavorano per risolvere il nodo dei previsti tagli alle pensioni della categoria. «Contiamo di poter depositare gli emendamenti» alla manovra «entro questa settimana», dice il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani al termine della riunione con maggioranza e opposizione, raccontando di aver «appena parlato con Giorgetti» e spiegando che il lavoro sulle modifiche, comprese quelle relative ai medici, è ancora in corso. Sul tavolo, ormai da settimane, la revisione della norma della manovra che prevede una stretta sulle pensioni dei sanitari e di una serie di altre categorie tra le quali dipendenti di enti locali, maestri e ufficiali giudiziari. Dalla penalizzazione saranno escluse certamente quelle di vecchiaia ma si starebbe cercando una soluzione anche per quelle di anzianità. Per lo sciopero, cui aderisce anche il sindacato degli infermieri Nursing Up, saranno garantite le prestazioni d'urgenza, ad esempio l'attività dei Pronto soccorso e del 118 e gli interventi per il parto. Sono però a rischio tutti i servizi, spiega l'Anaao Assomed, compresi gli esami di laboratorio, gli interventi chirurgici (circa 30mila quelli programmati che potrebbero essere rinviati), le visite specialistiche (180 mila) e gli esami radiografici (50mila).
Migranti, oggi in Cdm la ratifica del patto Italia-Albania
Le coperture finanziarie e le prime norme attuative del protocollo tra Italia e Albania sulla gestione dei migranti saranno previste nel disegno di legge per la ratifica dell'accordo. Il testo è in via di definizione, e approderà al Consiglio dei ministri previsto oggi pomeriggio, dopo l'esame tecnico avvenuto alla vigilia, nella riunione preparatoria. Poi è facile prevedere un iter movimentato in Parlamento, con le opposizioni che da subito hanno contestato l'intesa siglata il 6 novembre da Giorgia Meloni ed Edi Rama a Palazzo Chigi. In un primo momento governo e maggioranza, a più voci, avevano sostenuto che non era necessaria una ratifica parlamentare, in quanto il protocollo (in vigore per cinque anni dalla data concordata tra le parti con successivo scambio di note) si basava su due trattati fra Roma e Tirana. Una tesi duramente contestata dalle opposizioni, con tanto di lettera al presidente della Camera Lorenzo Fontana che a metà novembre ha chiesto chiarimenti al governo sui dettagli dell'accordo. E una settimana più tardi il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha annunciato l'intenzione dell'esecutivo di sottoporre "in tempi rapidi alle Camere un disegno di legge di ratifica". Quel testo aiuterà a comprendere meglio come potrebbe prendere corpo il progetto di realizzare in Albania le strutture previste al porto di Shengjin, all'altezza di Bari, e nell'area di Gjader, 20 chilometri nell'entroterra.
Quattro 007 egiziani a processo l’omicidio Regeni
Vanno a processo i quattro 007 egiziani accusati di avere sequestrato, torturato ed ucciso Giulio Regeni tra il gennaio e il febbraio del 2016 al Cairo. Al termine di un tortuoso iter giudiziario e dopo che la Consulta, nel settembre scorso, aveva fatto uscire il procedimento dal pantano in cui era finito a causa dell'assenza degli imputati, il gup di Roma ha disposto il giudizio fissando l'avvio del processo al 20 febbraio 2024 davanti alla prima sezione della Corte d'Assise. Nel processo sarà parte civile la Presidenza del Consiglio che ha sollecitato, in caso di condanna degli imputati, un risarcimento di 2 milioni di euro. «Ringraziamo tutti, oggi è una bella giornata», si è limitata a dire Paola Deffendi, la madre di Giulio lasciando visibilmente commossa la cittadella giudiziaria della Capitale assieme al marito Claudio. Dal canto suo la Procura incassa un secondo rinvio a giudizio dopo quello poi "naufragato" sul nodo legato all'assenza del generale Tariq Sabir, i colonnelli Athar Kamal e Uhsam Helmi e il maggiore Magdi Ibrahim Abdel Sharif. «L'assenza degli imputati non ridurrà il processo ad un simulacro - ha sostanzialmente detto in aula il procuratore aggiunto Sergio Colaiocco - Poter ricostruire pubblicamente in un dibattimento penale i fatti e le singole responsabilità corrisponde ad un obbligo costituzionale e sovranazionale. Un obbligo che la Procura di Roma con orgoglio ha sin dall'inizio delle indagini cercato di adempiere con piena convinzione».