"La Germania non è sola nel coro di chi nell’eurozona rivendica il rispetto delle regole, è seguita da vari Paesi dell’Est e del Nord Europa". Parla Giovanni di Lorenzo, direttore del settimanale "Die Zeit"

Giovanni di Lorenzo (foto: Wikipedia)
Wolfgang Schäuble è il ministro delle Finanze più controverso d’Europa. ?E Angela Merkel la donna ?più potente. Ma cosa pensa ?il contribuente tedesco ?della politica di Berlino e dei miliardi di aiuti alla Grecia? ?Lo spiega Giovanni di Lorenzo, padre italiano e madre tedesca, dal 2004 direttore del prestigioso settimanale “Die Zeit”.

Di Lorenzo, come mai ai tedeschi piace tanto l’austerity della Merkel?
«La domanda è il segnale di quei “rapporti di piombo” che oggi si sono instaurati tra Italia e Germania. I tedeschi non si sentono ossessionati dall’austerity. È un fatto che ?il parlamento di Berlino ha varato tutti i pacchetti di aiuti alla Grecia. La Merkel è riuscita a far passare questi aiuti contro le resistenze della Cdu e il parere contrario della maggioranza dei tedeschi».
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C’è un forte divario tra quello che i tedeschi pensano della Grecia e la politica della Cancelliera?
«Esatto, ed è questa la tragedia che stiamo vivendo. Il governo sta facendo tutto ?il possibile per salvare l’euro contro gli umori sempre più negativi dell’elettorato».

E la tragedia dov’è?
«Nel fatto che mai come in questo momento circola l’immagine di una Germania aggressiva, nazionalista ed antieuropea. È anche vero ?che Merkel e i suoi hanno comunicato le loro posizioni come fossero notabili e non politici all’altezza».

Quando descriviamo i tedeschi come troppo ligi alle regole usiamo cliché?
«Sì. La Germania non è sola nel coro di chi nell’eurozona rivendica il rispetto delle regole, è seguita da vari Paesi dell’Est e del Nord Europa. ?E nel momento in cui gli Usa si rinchiudono in se stessi, tocca alla Germania riempire suo malgrado il vuoto lasciato sulla scena mondiale».

Il gigante tedesco è un egemone recalcitrante?
«Esatto. Dal ’45 la politica della Repubblica federale si è basata sul netto rifiuto di ogni ambizione egemonica. Succede alla Germania quel che per decenni è accaduto agli Usa. All’insorgere del primo problema tutti si chiedono: gli americani dove sono? Se poi, come tenta di fare la Germania, la potenza egemone interviene eccola accusata d’esser la causa dei problemi che vuole risolvere».

I tedeschi hanno fatto pace con l’euro?
«Sì, i tedeschi hanno fatto pace con l’euro, ma chiedono in cambio l’adempimento degli accordi stipulati. E si domandano come mai i 200 e più miliardi versati alla Grecia non abbiano conseguito i risultati sperati. Le ritengo domande legittime».

Schäuble però continua a minacciare la Grecia con un Grexit di 5 anni. Lo fa solo per salvare l’euro?
«Per capire Schäuble dobbiamo considerare che lo scenario in cui ci ritroviamo non s’era mai visto prima. ?Da gennaio s’è insediato ad Atene un governo inesperto. Nemmeno Schäuble sa se e come un terzo pacchetto di aiuti possa sbrogliare la crisi. Certo, si può discutere se la prospettiva del Grexit sia opportuna. Ma un eventuale ritorno alla dracma non è un ipotesi del tutto assurda».

Daniel Cohn-Bendit ?ha definito Schäuble un talebano dell’euro.
«Credo che Cohn-Bendit abbia dato questa definizione perché preoccupato della spaccatura che sta dividendo Nord e Sud Europa. Con al centro una Germania capro espiatorio di tutti i problemi. Erano decenni che non percepivo una sfiducia così forte verso i tedeschi».

Siamo noi italiani i primi ?a costruire un’immagine stereotipata dei tedeschi?
«Mi limito a riscontrare il fatto che quest’immagine è stata cavalcata per anni dal governo Berlusconi. Tutto ciò che nell’era dell’ex Cavaliere non funzionava diventava spesso colpa di Angela Merkel. Oggi l’immagine della Germania come presunta Superpotenza egemonica sta diventando il cavallo di battaglia di tutte le forze populiste sia di sinistra che di destra».

In quale Europa credono ?la Merkel o Schäuble?
«Sono convinti che la più grande conquista sia stata la costruzione di un’Europa unita, nata dal trauma della guerra e dalle disastrose derive delle dittature nazi-fasciste. Per questo ai tedeschi brucia molto l’accusa di non assumersi le dovute responsabilità nella crisi greca o di non essere solidali. Nulla può umiliarli ?di più che rivedersi ancora ricacciati nella caricatura del truce nazista».

Sigmar Gabriel, presidente Spd, ha, in parte, seguito la prospettiva del Grexit
«Die Linke, la sinistra radicale, ha votato contro il terzo pacchetto di aiuti per evitare che si richiedano troppi sacrifici al popolo greco. Si può essere dunque di sinistra e a favore di un Grexit. Anche Peer Steinbrück, candidato della Spd alla cancelleria, ha votato contro i nuovi aiuti alla Grecia».

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