Le auto economiche potrebbero rilanciare il mercato. Ma in Europa la tendenza è un'altra

Il low cost è acqua passata. Partita chiusa? Non sembrerebbe perché le case cinesi, in arrivo sui mercati europei (e quindi anche in Italia) non sembrano pensarla in questo modo

Tanta auto, prezzo basso. C’era una volta la low cost, declinata in tante soluzioni. Piccole o grandi, Suv o berline, a benzina o diesel. Ricordate la prima Dacia Logan? Svelato nel 2004, il modello messo in vendita a 5mila euro aveva un incomparabile rapporto dimensioni, abitabilità, equipaggiamenti essenziali e prezzo. Un’auto che ha rivoluzionato il mercato, democratizzandone l’accesso grazie a un costo, tutto sommato, equivalente a quello di un usato. Un successo talmente grande che in pochi mesi la commercializzazione della Logan viene estesa in tutta Europa e diventa una nuova modalità di consumo nel mondo automotive.

 

Ora, cosa è rimasto di quell’idea che oggi più che mai potrebbe risollevare le sorti del disastrato mercato delle automobili che sempre meno persone possono permettersi? La risposta sembrerebbe ovvia: nulla o quasi. Anzi, la parola “low cost” sembra quasi offensiva se “appiccicata” a un prodotto come l’automobile.

 

Meglio “Value for money”, più elegante ed estensivo, che però poi alla fine non è proprio la stessa cosa per chi non ha così tanti soldi da investire sulla nuova macchina. Secondo il Centro Studi Fleet&Mobility, infatti, dal 2019 al 2024 il prezzo medio di una vettura nuova in Italia è cresciuto di oltre il 40 per cento, passando da 21mila euro ai 30mila nel 2024, con un aumento di oltre mille euro soltanto nell’ultimo anno. Ma il mercato, si sa, supera ideologia e parole imposte dal marketing e per rialzare davvero la testa ha bisogno di prodotti alla portata di molti. Qualcosa di low cost (ma non chiamatele così, per carità...) resta sempre in casa Dacia. La Sandero fra tutte, auto di straordinario successo in Europa (la più venduta negli ultimi due anni) e in Italia (nel primo trimestre di quest’anno al secondo posto, dopo l’irraggiungibile Panda ma con tassi di crescita incredibili) e poi la Bigster, Suv di nuova generazione, muscoloso e come piace a tutti, lungo ben 4 metri e 57. Il più grande della gamma ma anche il primo a superare la barriera dei 30 mila euro (però solo nella versione più costosa, per quella d’ingresso si parte da 24.800).

 

Stavolta, quindi si cambia in “Tanta auto, prezzo non basso”: il low cost è acqua passata. Partita chiusa? Non sembrerebbe perché le case cinesi, in arrivo sui mercati europei (e quindi anche in Italia) non sembrano pensarla in questo modo. I primi modelli che hanno proposto, nonostante dazi e super tassazioni, vanno in tutt’altra direzione. Che siano elettrici o ibridi, piccoli o grandi, è il prezzo che comanda. Tutti gli altri sono avvisati...

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