Il libanese Alì Zeaiter, 31 anni, ha comprato la società biancorossa appena retrocessa in Lega Pro. Condannato a tre anni per una compravendita di auto pagate con assegni falsi, il giovane imprenditore deve ancora scontare due anni di pena. Ed entro agosto dovrà trovare quattro milioni per iscriversi al prossimo campionato

Signore e signori il calcio italiano ha stabilito un nuovo record. Per la prima volta nella storia del pallone nostrano una squadra professionistica è stata comprata da un imprenditore pregiudicato che sta ancora scontando la sua pena. Il compratore è il libanese Alì Zeaiter, che nei giorni scorsi è diventato il nuovo patron del Varese, club dal passato glorioso che l'anno scorso è arrivato ultimo nel campionato di serie B e quindi retrocesso in Lega Pro. Zeaiter ha patteggiato una condanna a 3 anni e sei mesi per una compravendita di auto pagate con assegni falsi. Dopo alcuni mesi trascorsi in carcere è arrivato l'affidamento ai servizi sociali per i prossimi due anni. Con un'unica limitazione: il patron del club biancorosso non può uscire di casa dopo il tramonto.

Il nuovo proprietario dovrà affrontare una situazione molto difficile dal punto di vista finanziario. La liquidità della squadra è ridotta i minimi termini ed entro agosto servono almeno 4 milioni di euro per ottenere l'iscrizione al prossimo campionato. Zeaiter ha cercato di rassicurare la tifoseria spiegando che al suo fianco ci sono imprenditori, non meglio identificati, provenienti dall'Arabia Saudita e da Dubai.
Alì Zeaiter, nuovo presidente del Varese calcio (foto di Francesco Mazzoleni Ferracini)

I precedenti, a dire il vero, non sono incoraggianti. Negli ultimi due anni il Varese ha cambiato ben tre presidenti. Zeaiter, 31 anni, ha detto di gestire alcune aziende di import-export, ed è il quarto della serie. Prima di lui era arrivato al vertice un avvocato, Pierpaolo Cassarà, radiato dall'ordine e condannato (patteggiamento) a un anno e otto mesi per falso ideologico. A quanto si capisce, però, la maggioranza del capitale sarebbe sempre rimasta sotto il controllo di Nicola Laurenza, a capo di una catena di compro oro. Laurenza, poche settimane fa, è stato rinviato a giudizio per incauto acquisto, perché in uno dei suoi negozi era stato rivenduta merce risultata rubata.

A cedere le quote a Laurenza era stato Antonio Rosati, già candidato (non eletto) alle ultime elezioni regionali nella lista personale del futuro governatore, il varesino Roberto Maroni. Nell'ottobre 2014, Rosati, nel frattempo passato alla corte di Enrico Preziosi come vicepresidente del Genoa, è stato arrestato con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale. Coinvolto nell'indagine anche Enzo Montemurro, già amministratore delegato del Varese.

Adesso tocca a Zeaiter evitare il fallimento che fino a pochi giorni fa sembrava dietro l'angolo e, possibilmente, rilanciare la squadra. I problemi con la giustizia? L'avvocato del patron libanese se la cava con una battuta. «Anche Silvio Berlusconi ha fatto politica mentre era ai servizi sociali». Difficile dargli torto. 

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