Lavoro e diritti

Denuncia le ruberie in azienda e viene licenziato: il tribunale gli dà ragione e sconfessa l’Atm di Milano

di Paolo Biondani   21 agosto 2023

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I giudici annullano gli atti disciplinari e ordinano all’azienda dei trasporti di riassumere e risarcire De Gasperis, il funzionario che portò alla luce lo scandalo dei «biglietti clonati». Invece di premiarlo, la società comunale lo ha perseguitato per cinque anni

Aveva denunciato le ruberie sui biglietti dell'Atm, l'azienda dei trasporti milanese, ma invece di essere ringraziato e premiato, si è visto perseguitare con una raffica di licenziamenti e provvedimenti disciplinari, ora giudicati totalmente illegittimi dalla magistratura.

Il tribunale del lavoro di Milano, con un'ordinanza d'urgenza, ha ordinato il reintegro immediato, cioè il rientro in servizio con diritto di farsi pagare tutte le retribuzioni perdute, di Adriano Michele De Gasperis, il funzionario dell'Atm che per primo aveva denunciato, nel 2017, lo scandalo dei «biglietti clonati». «Un sistema creato da alcuni dipendenti infedeli di Atm», come riassume il giudice nel verdetto, «per generare e vendere “in nero” biglietti e abbonamenti non registrati» dagli archivi informatici «e dunque nemmeno contabilizzati», con conseguente «perdita di somme ingentissime» per l'azienda pubblica e per il Comune di Milano.

L'ordinanza sottolinea che De Gasperis, come addetto alla security aziendale, presentò «segnalazioni formali agli organi di controllo interno, nonché al sindaco di Milano», già tra novembre 2017 e febbraio 2018, prima che la vicenda diventasse «di pubblico dominio» con l'avvio delle indagini giudiziarie e i primi articoli di stampa. Oltre ai dipendenti direttamente coinvolti, le denunce coinvolgevano anche alcuni dirigenti aziendali, accusati di inerzia.

I giudici di Milano avevano annullato già nel 2019 il primo licenziamento di De Gasperis, con un'ordinanza del tribunale confermata dalla corte d'appello. Ma invece di riammetterlo al lavoro, l'Atm ha «riattivato altri due procedimenti disciplinari» e lo ha nuovamente «destituito dal servizio». Oltre a essere licenziato per la seconda volta, il funzionario si è visto pure contro-denunciare con l'accusa di aver commesso ipotetici reati («sostituzione di persona» e «minacce») nel corso delle sue attività di controllo. Ma ora il tribunale del lavoro osserva che «De Gasperis è stato assolto con formula piena, con sentenze ormai definitive, in entrambi i giudizi penali».

La nuova ordinanza, inoltre, smentisce una perizia accusatoria depositata dall'Atm, che «risulta sconfessata dalle opposte risultanze di una controperizia» affidata dai legali di De Gasperis a un esperto esterno. E smentisce anche la tesi aziendale, «non supportata da documenti», di non aver potuto esaminare i computer al centro dello scandalo, in sequestrati dai pm della Procura: il verdetto evidenzia invece che «risultano restituiti all'Atm già dal 2017».

Questo caso di persecuzione aziendale contro un denunciante era stato sollevato da L'Espresso, con un’intervista a De Gasperis e con l’esame di tutti i documenti giudiziari allora disponibili. Ora il nuovo verdetto del tribunale riconferma la fondatezza e correttezza di quel primo articolo, firmato dalla giornalista d'inchiesta Gloria Riva.

Da notare che in questo procedimento i giudici non hanno potuto applicare la nuova legge, entrata in vigore un mese fa e valida solo per i casi futuri, che ha rafforzato le tutele lavorative e legali per il cosiddetto whistleblower, cioè il dipendente che scopre e segnala fatti illeciti all’interno di aziende o enti pubblici.