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L'Ucraina contro le parole di papa Francesco: «La nostra bandiera è giallo e blu, non bianca». Le notizie del giorno

di Simone Alliva   11 marzo 2024

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A Gaza la guerra continua anche durante il Ramadan. In Portogallo il centrodestra vince le elezioni e l'ultradestra cresce. Fdi primo partito in Abruzzo. I fatti da conoscere

Kiev al Papa: «Non alzeremo mai bandiera bianca»
«La nostra bandiera è gialla e blu», il vessillo «con il quale viviamo, moriamo e vinciamo. Non alzeremo mai altre bandiere». Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba rispedisce al mittente l'appello di Papa Francesco a scegliere la via del negoziato per la pace in Ucraina, esprimendo senza mezzi termini tutto lo sdegno di Kiev che non è disposta ad accettare la resa. «La follia russa deve perdere questa guerra e faremo di tutto per questo», ha sentenziato anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky senza citare direttamente il Santo Padre, con il quale ormai la distanza è siderale.

Intanto Mosca gongola: «Ogni esperto, ogni politico, ogni diplomatico oggi capisce» che la situazione in Ucraina «è in un vicolo cieco», ha commentato all'Ansa la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova secondo cui il Pontefice non parla a Kiev, ma all'Occidente, che "ha fallito", per chiedergli di «mettere da parte le sue ambizioni e ammettere che si è sbagliato». «Molti diplomatici e Paesi stanno chiedendo negoziati», ha aggiunto la portavoce sostenendo che la Russia non si è mai tirata indietro da eventuali trattative. Ma, come è noto, alle condizioni del Cremlino.

Kuleba ha comunque «ringraziato Sua Santità Papa Francesco per le sue costanti preghiere per la pace», ribadite anche nell'ultimo Angelus. Ma piuttosto che fare appelli alla resa, «il Pontefice trovi l'opportunità di compiere una visita apostolica in Ucraina», ha affermato il ministro rilanciando l'invito ancora una volta. Ma ha accusato il Papa di mettere "il bene e il male" sulle stesso piano "chiamandoli negoziati". Quando si parla di bandiera bianca, «conosciamo questa strategia del Vaticano dalla prima metà del XX secolo», ha poi attaccato il capo della diplomazia ucraina, in un chiaro riferimento alle accuse di silenzio della Chiesa di fronte ai crimini nazisti. «Invito a evitare di ripetere gli errori del passato», è il suo monito.

Ai paragoni con la storia è ricorsa anche l'ambasciata ucraina presso la Santa Sede che non ha nascosto l'irritazione: «Qualcuno ha mai parlato seriamente dei negoziati di pace con Hitler e di bandiera bianca per soddisfarlo? La lezione è solo una: se vogliamo finire la guerra, dobbiamo fare di tutto per uccidere il Dragone» russo. Le parole di Francesco - per la prima volta così dirette nell'invitare Kiev a negoziare - allargano la spaccatura anche con la comunità cattolica locale: «In Ucraina nessuno ha la possibilità di arrendersi! E tutti quelli che guardano con scetticismo alla nostra capacità di stare in piedi, diciamo: venite in Ucraina e vedrete!», ha dichiarato il capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, Sviatoslav Shevchuk.

Anche gli alleati fanno quadrato attorno alla lotta di Kiev contro l'invasore russo: «Che ne dite, per equilibrio, di incoraggiare Putin ad avere il coraggio di ritirare il suo esercito dall'Ucraina? La pace si realizzerebbe immediatamente senza bisogno di negoziati», ha commentato polemico il ministro degli Esteri della cattolica Polonia, Radoslaw Sikorski. E dai Paesi baltici, il presidente della Lettonia Edgars Rinkevics ha evidenziato che «non bisogna capitolare di fronte al male ma combatterlo e sconfiggerlo affinché alzi bandiera bianca».

Per l'ambasciatrice dell'Ue presso la Santa Sede Alexandra Valkenburg, è la Russia che «può porre fine immediatamente a questa guerra rispettando la sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina». Che le parole del pontefice provocassero indignazione e rabbia in Ucraina era scontato: dopo oltre due anni di guerra, gli inviti al dialogo restano inaccettabili per Kiev che non vede altra opzione se non quella di combattere l'invasore russo. Una battaglia che ormai spesso supera il confine, fino a lambire il cuore della Russia: il governatore di Leningrado, Alexander Drozdenko, ha affermato che un drone è stato abbattuto nella regione nordoccidentale russa provocando la chiusura dello spazio aereo e la sospensione temporanea delle operazioni all'aeroporto di San Pietroburgo. Una donna è morta in un villaggio nella regione di Kursk per un attacco di Kiev e 4 droni ucraini sono stati distrutti a Belgorod, hanno accusato le autorità. Intanto, è al fronte che gli ucraini stentano a ottenere risultati dopo l'avanzata russa delle ultime settimane. Ottenuta - scrive la Cnn - anche attraverso l'uso della potente bomba aerea Fab-1500 che starebbe decimando le difese ucraine. E a Zaporizhzhia, Kiev ha denunciato che le truppe russe hanno utilizzato granate con gas del tipo cloropicrina per "soffocare i soldati ucraini".

 

 

Nemmeno il Ramadan porta la tregua a Gaza
La festa del Ramadan è iniziata senza che nella Striscia di Gaza vi sia alcuna tregua in vista. Per alleviare la grave crisi umanitaria nel territorio palestinese una prima nave noleggiata dalla Ong spagnola Open Arms in collaborazione con l'americana World Central Kitchen (WCK) salperà carica di aiuti dal porto di Larnaca, a Cipro e domenica Giordania, Stati Uniti, Francia, Belgio ed Egitto hanno partecipato a nuovi lanci di aiuti.

A Washington, il presidente Joe Biden ha commentato che il Ramadan "arriva in un momento di immenso dolore". «Quando i musulmani si riuniranno in tutto il mondo nei prossimi giorni e settimane per rompere il digiuno, molti lo faranno con la consapevolezza della sofferenza del popolo palestinese. Ne sono consapevole anch'io», ha aggiunto. Da parte sua, il re saudita bin Salman ha avvertito che la guerra a Gaza getterà un'ombra sul mese sacro del digiuno e della preghiera. «Mentre assistiamo all'arrivo del Ramadan quest'anno, i nostri cuori sono pesanti per il dolore dei nostri fratelli palestinesi che soffrono un'aggressione incessante«, ha dichiarato. A sua volta, il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres ha espresso «solidarietà e sostegno a tutti coloro che soffrono per gli orrori di Gaza. In questi tempi difficili, lo spirito del Ramadan è un faro di speranza, un ricordo della nostra umanità»

Gli Stati Uniti insieme al Qatar, all'Egitto e ad altri paesi hanno cercato di mediare una tregua tra Israele e il movimento islamico Hamas per il mese sacro del digiuno musulmano, ma nulla indica che riusciranno a raggiungere il loro obiettivo. Secondo l'ultimo bilancio di Hamas, il conflitto finora ha causato la morte di 31.112 persone, la maggior parte civili. Biden non ha nascosto la sua impazienza nei confronti del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, affermando sabato che la sua politica finisce per "danneggiare più che aiutare Israele". L'Onu, che ha avvertito che una carestia diffusa è  "quasi inevitabile" nel territorio, insiste sul fatto che le consegne di aiuti via aerea o via mare non possano sostituire le consegne via terra, che devono entrare attraverso Rafah, al confine con l'Egitto.

Entrambe le parti in conflitto si accusano a vicenda di impedire una tregua. Il capo di Hamas, Ismail Haniyeh, ha assicurato domenica che il gruppo islamico resta "aperto a continuare i negoziati" per una tregua mentre per il ministro Israeliani Benny Gantz ciò che il movimento islamista vuole è che Ramadan «passi dall'essere un mese di preghiera a un mese di spargimento di sangue». 

 

Portogallo: il centrodestra vince le elezioni con il 29,4 per cento. Crescono i sovranisti
L'Alleanza democratica (Ad), coalizione espressione del centrodestra, ha vinto le elezioni politiche in Portogallo con il 29,4 per cento dei voti davanti al Partito socialista (Ps) che si è fermato al 28,6 per cento. Il vero "vincitore" delle consultazioni, tuttavia, è il partito sovranista Chega che è passato dal 7,8 per cento ottenuto nel 2022 al 18 per cento assicurandosi ben 46 deputati. La quarta forza del Paese è Iniciativa Liberal con il 5,1 per cento. Risultato modesto per la sinistra radicale: il Blocco di sinistra e il Partito comunista che non vanno oltre, rispettivamente, al 4,5 per cento e al 3,3 per cento. Luis Montenegro, leader del Partito socialdemocratico (Psd), la forza che guida l'Ad, si è detto pronto a governare e a "rispettare la parola del popolo portoghese" nonostante le difficoltà dovute a un margine di vittoria molto limitato.

A questo proposito, Montenegro ha evidenziato come, mentre solo due anni fa c'era una maggioranza assoluta del Ps dell'ex primo ministro Antonio Costa, ora c'è una maggioranza relativa dell'Ad (coalizione che oltre al Psd ingloba il Centro democratico-sociale Partito popolare ed il Partito popolare monarchico).

L'esponente conservatore ha assicurato che manterrà l'impegno assunto in campagna elettorale di non stringere nessuna alleanza con il partito sovranista Chega. «Non farei mai un torto a me stesso, al mio partito o alla democrazia portoghese, rompendo gli impegni che ho preso così chiaramente», ha dichiarato Montenegro. «Siamo consapevoli che, in molte occasioni, l'attuazione del programma di governo dovrà passare attraverso il dialogo nell'Assemblea della Repubblica (il Parlamento di Lisbona). È naturale e ci aspettiamo che tutti i partiti si assumano le proprie responsabilità, a partire dal principale schieramento di opposizione», ha affermato Montenegro. 

 

Abruzzo i risultati definitivi: Fdi primo partito con il 24%, Pd al 20%
Fratelli d'Italia primo partito alle elezioni regionali in Abruzzo con 139.578 voti pari al 24,1%, secondo i dati definitivi pubblicati sul sito Eligendo del Viminale, a scrutinio ultimato (1.634 sezioni su 1.634). Il Partito democratico ha invece ottenuto 117.497 voti pari al 20,29%. Ecco i risultati lista per lista della coalizione di centrodestra: Fratelli d'Italia con Giorgia Meloni 139.578 voti 24,10%, Forza Italia 77.841 voti 13,44%, Lega Salvini Abruzzo 43.816 voti 7,56%, Marsilio presidente 33.102 voti 5,72%, Noi Moderati 15.516 2,68%, Unione di Centro (Udc) - Democrazia cristiana 6.784 1,17%. Ecco i risultati lista per lista della coalizione di centrosinistra: Partito Democratico 117.497 voti 20,29%, Abruzzo Insieme 44.353 voti 7,66%, Movimento 5 Stelle 40.629 voti 7,01%, Azione-D'Amico-Socialisti popolari riformatori 23.156 voti 4%, Alleanza Verdi Sinistra-Abruzzo Progressista e Solidale 20.655 voti 3,57%, Riformisti e Civici 16.275 2,81%.