Cosa c'è di nuovo

La lampadina che si alimenta con una banana

di Emanuela Cavallo   5 aprile 2024

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Due elettrodi, un cavo e i tronchi di una piantagione. Così un ragazzo indiano ha inventato un nuovo modo per produrre energia

La banana attaccata al muro con nastro adesivo dall’artista Maurizio Cattelan potrebbe avere una diversa funzionalità. Un lato pratico che supera lo spirito provocatorio dell’oggetto e non si limita a farne uno spuntino, come avvenne per lo studente che, spinto dalla fame, la staccò dal muro e se la mangiò. Che questo frutto fornisca una grande quantità d’energia non è un mistero, in questo caso, però, non parliamo di nutrienti e calorie ma della capacità concreta di produrre elettricità.

 

L’idea è arrivata anni fa a un giovane indiano, Gopal Jee, per compensare i continui cali di tensione e le interruzioni di fornitura elettrica. Ci troviamo nel distretto di Bhagalpur, nei pressi di Bihar, una zona molto povera dell’India in cui può mancare la luce anche per dodici ore consecutive. La fulminazione nasce da una macchia di succo di banana impossibile da togliere da una maglietta. La resistenza dell’alone incuriosisce il ragazzo, allora diciasettenne, che inizia a voler testare la natura acida del succo di banana per produrre elettricità, esattamente come fa il fluido di una batteria. Compra due elettrodi - uno di zinco e uno di rame - e li collega a due pezzi di steli di banana della misura di un piede ciascuno. La bioenergia contenuta nel gambo viene convertita in energia elettrica mediante gli elettrodi.

 

Per quanto bizzarro possa sembrare, il Banana Biocell è in grado di fornire 3 volt di energia, capaci di far illuminare una lampadina a led per circa tre ore. Aggiungendo altri steli in sequenza si arriva a 12 volt e aumenta la durata della luce. La materia prima non manca: 37.000 gli ettari di palmeti a foglia larga usati per molteplici scopi, oltre quello alimentare. In più, i costi sono davvero bassi in quanto servono soltanto due elettrodi e del filo elettrico. Con questa idea Gopal ha partecipato a un programma nazionale del dipartimento di Scienza e Tecnologia. A soli 20 anni è diventato direttore della ricerca e sviluppo di Navneet Industries. Oggi, dopo aver conseguito la laurea in informatica, è entrato a far parte come scienziato capo della Pacfo Services Pvt Ltd. Ma per tutti Gopal Jee rimane Banana Boy, il più giovane ricercatore e innovatore indiano.