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I pochi e i molti, ritratto di un'epoca vista dall'esilio

di Sabina Minardi   26 gennaio 2024

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I pochi e i molti

Hans Sahl, in un romanzo rimasto finora inedito, tratteggia un'umanità in fuga dal nazismo. Testimonianza di chi dice no. Si salva. Ma al prezzo di una struggente solitudine

L’esilio, la fuga dal nazismo, l’approdo in una città nuova che è tanti luoghi insieme - New York - lo sradicamento come condizione di un’intera generazione. Gente che si riconosce a colpo d’occhio, ha siglato un patto con l’estraneità. E tuttavia tace, ignora, stenta ad ammetterlo. Per non pensare a chi ha lasciato indietro. 

 

“I pochi e i molti. Romanzo di un’epoca”, l’unico romanzo scritto dal poeta e drammaturgo tedesco Hans Sahl, riemerso dall’oblio grazie alla casa editrice Sellerio e al curatore e traduttore Enrico Arosio, per anni giornalista culturale de L’Espresso, è una delle testimonianze più importanti della letteratura mitteleuropea del Novecento. E un affresco sorprendente di quanti, opponendosi al nazifascismo, lasciarono la Germania prima della Seconda guerra mondiale. In una fuga per la salvezza - prima Praga, Zurigo, Parigi, infine il porto di Marsiglia da dove salpare verso l’America - in cerca di un altrove sicuro: “di un frammento di Heimat, come un insetto cristallizzato nell’ambra, un frammento di Cracovia, di Napoli, di Lione, di Madrid…”. Destino comune di agiati, colti, laici, raffinati ebrei in fuga dalle persecuzioni, “pochi” e soli contro “i molti” intellettuali che invece rimasero, scegliendo la complicità. 

 

“Mi rifiuto di scrivere un necrologio dell’uomo”, aveva scandito il poeta, nell’antologia di versi pubblicata qualche anno fa dall’editore Del Vecchio, vibrante prova di resistenza, con ripetuti appelli a “il cuore non legare a quel che è già perduto”. Qui Sahl va oltre e tratteggia una comunità di uomini e donne che ama, lotta, cerca un senso nella vita. Sapendo che la vera esistenza è altrove, là dove un pazzo venuto dal Paese confinante, “uno spiantato che voleva vendicarsi sull’umanità per la sua vita squallida”, ha ridotto l’Europa in fiamme. 

 

Che futuro può esserci per chi ha senza preavviso abbandonato case e affetti? Si può bere ancora una birra senza sussultare al pensiero del pauroso segreto? Sahl ci porta esattamente lì, in quel confine tra il non più e il non ancora, con la lucida visionarietà dei poeti. E un’idea precisa a consolare: che il senso stesso della vita sia l’attesa: di un sì, di una lettera, del Messia. Del ritorno a casa.

 

I POCHI E I MOLTI
Hans Sahl
Sellerio, pp. 464, € 16