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Deborah Levy, Cose che non voglio sapere

di Sabina Minardi   13 febbraio 2024

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Arriva in Italia, pubblicato da NN Editore, il primo volume di una trilogia diventata un caso internazionale. Un memoir femminista

Avvertenza: come un’elegante serie tv che finisce troppo presto e ovviamente sul più bello, “Cose che non voglio sapere” ti fa appassionare alla giovinezza di una scrittrice, ti fa inoltrare nella ricerca di una stanza tutta per sé. E ti lascia in sospeso. Dandoti appuntamento ai prossimi mesi (10 maggio e poi a settembre) quando usciranno gli altri volumi di un’“Autobiografia in movimento” in tre fermate, che all’estero è già un caso letterario.

 

Suggerimento: meglio degustare lentamente, come la musica di un vinile, “Cose che non voglio sapere” di Deborah Levy, autrice inglese che NN Editore torna a pubblicare dopo “L’uomo che aveva visto tutto”, e che si inscrive su quel solco del memoir femminista con la scrittura come arma di riscatto e di identità, sempre più cifra della contemporaneità letteraria. Levy trasforma la sua biografia in un percorso di universale denuncia sulla fatica di essere donna. In qualunque società: in Gran Bretagna o in quel Sudafrica dove è nata e ha trascorso l’infanzia, in piena apartheid. Mondi che anche quando sono in trasformazione lasciano indietro puntualmente le donne, in un susseguirsi di cortocircuiti tra desideri e possibilità, sogni e aspettative altrui che finiscono col piegare ogni fierezza e indipendenza. 

 

E allora è istintivo ritrovarsi accanto a lei, Donne Moderne e Forti, su una scala mobile che punta verso l’alto. Ed essere attraversate, nel tempo di quel minimo immobilismo, Donne Moderne e Forti e Trafelate, da un turbamento che ha la potenza di un’epifania sul nostro continuo, ostinato andare, tenendo insieme tutto: ma dove, verso cosa, a quale prezzo? «Avevo davvero poco tempo. Non lo sapevo ma ero convinta che ci fosse un’altra vita ad aspettarmi e dovevo capire quale fosse prima di pulire il forno». Eccolo l’imperativo che scomoda tutte: capire chi siamo, allineare anche le cose che non vogliamo sapere, andare incontro al futuro senza fantasmi generati da coscienze maschili. Senza più fuggire: «dalle bugie che si annidano nel linguaggio della politica, dai miti sul nostro carattere e sul nostro scopo nella vita». Dai nostri desideri.

 

COSE CHE NON VOGLIO SAPERE

Deborah Levy (trad. Gioia Guerzoni)

NN Editore, pp. 140, € 15