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Noi senza nome, Laura Pugno e il mondo che stiamo perdendo

di Sabina Minardi   9 febbraio 2024

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Un libro ibrido. Omaggio alla poesia e a un classico della letteratura: "L'ultimo dei Mohicani" di James Fenimore Cooper

Il cervo in copertina è un avvertimento, agglomerato digitale che si sfila come un antico animale impagliato male. Un totem, biblico e ancestrale, che introduce all’ultimo libro di Laura Pugno, “Noi senza mondo” (Marsilio): un’avventura interiore ma non un memoir, un viaggio personalissimo e insieme collettivo. Con dei personaggi - Ali, Cora (come la ragazza che cade in mare vicino all’isolotto di Krev, protagonista di un romanzo precedente di Pugno, “La metà di bosco”,) e altre creature magari svanite per malattie rimaste senza nome - che sono uomini e donne ma anche vite con altre forme: foglie, frutti, cose visibili e pure invisibili agli occhi: “animali che con altri animali attraversano il mondo, e spiamo l’uno le tracce dell’altro. Nel folto del bosco”.

 

Come sempre esploratrice coraggiosa, e divertita, Laura Pugno tratteggia un contenitore di vite in cammino in un paesaggio che sfuma mentre lo osservi. E dove tracce di non umano - code di delfino, banchi di pesci - e frammenti di letteratura che ci accompagnano - emozioni, citazioni, echi di parole rimaste impigliate dentro - risvegliano la memoria di ciò che stiamo perdendo.

 

Ma più di tutto questo libro ibrido, che elogia la memoria, dilata lo sguardo nello sforzo di ricordare per tessere subito dopo l’elogio della smemoratezza, è un atto d’amore per la scrittura respiro vitale, e della poesia specialmente (“l’ipnosi della poesia”, la poesia che col suo movimento a spirale “finisce, ti avvolge più stretto, ricomincia”).

 

Due le ispirazioni al centro: la scrittrice Shelley Jackson e il suo “Skin Project”, una storia scritta solo sulla pelle di più di duemila volontari e destinata a non essere pubblicata in altra forma (anzi, “una storia mortale che si ammalerà e avrà fine”). E “L’ultimo dei Mohicani” di James Fenimore Cooper: che è ben più che un libro per ragazzi, un romanzo d’avventura e basta, ma “un documento antropologico, un diario della nostra cecità, la cronaca di ciò che continua ad accecarci, una profezia che si autoavvera”. In un tempo in piena metamorfosi, la prova che cercavamo: non siamo, e non saremo mai, soli al mondo.

 

NOI SENZA MONDO

Laura Pugno

Marsilio, pp. 127, € 16