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Ilaria Gaspari, più di tutto conta La Reputazione

di Sabina Minardi   12 marzo 2024

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Roma, anni Ottanta, l'esplosione della moda per teenager. E una serie di misteri che mettono alla prova la capacità di scegliere tra apparenze e verità

C’è una mostra che viene in mente nel leggere di corpi di celluloide da vestire e svestire, di manichini con tanto di nomignoli, di giovani donne che combattono con le zip nel camerino di una boutique intorno alla quale ruota la nuova storia di Ilaria Gaspari, “La Reputazione” (Guanda Editore), “schiene che non cedono sotto il morso dell’acciaio mentre i denti delle cerniere sembrano in procinto di azzannare le pieghe della carne”. 

 

È un progetto in mostra a Torino, alla Pinacoteca Agnelli, che mette in dialogo due sculture di Antonio Canova della collezione permanente con tre manichini dell’artista contemporanea Lucy McKenzie: un confronto tra modelli, forme, ideali estetici e corpi serializzati e normati. Ma anche una trasmigrazione di simboli, addensati in quegli occhi vitrei, in silhouette indifferenti, al massimo spettatrici di vita. 

 

Come in Josephine, negozio nel cuore di Roma anni Ottanta, di proprietà di un’eccentrica francese: Marie-France, una che ha per breviario la biografia di Charlotte Brontë, considera gli uomini utili a cambiare le lampadine ma nel frattempo si è attrezzata a farlo da sola. E ritiene la moda “questione cruciale: missione a cui aveva votato ogni sua energia, ogni pensiero, ogni ansia”. 

 

Intorno a lei - in un romanzo che troppo spesso annuncia la tensione, quando avrebbe potuto suscitarla, se avesse rinunciato a un po’ di pagine -, personaggi e semi di zizzania: che sfarfallano nell’aria, pronti a essere inseguiti. E seminati altrove come alberi di calunnia. Con gusto per lo stile, gli atelier, le atmosfere di un’adolescenza vintage, tra bauletti Naj-Oleari e collezioni Cacharel sognate da “aspiranti Sophie Marceau”, Gaspari ha scritto un libro che traendo spunto da un fatto avvenuto a Orléans nel ’69, e facendo scattare altri richiami - di cronaca: la scomparsa di ragazze nella Capitale negli stessi anni; letterari: “La terapia”, primo thriller di Sebastian Fitzek,- tiene insieme apparenze e realtà, corpi mutanti e stereotipi. E interroga sulla nostra presuntuosa innocenza, “almeno fino a quando non si fissa su di noi l’occhio di chi decide di frugare nella nostra vita”. E su cosa siamo disposti a fare: non per la verità, ma per la reputazione.

 

LA REPUTAZIONE
Ilaria Gaspari
Guanda, pp. 297, € 19