Ho visto cose

Perché l'operazione LOL non funziona più

di Beatrice Dondi   15 aprile 2024

  • linkedintwitterfacebook
Diego Abatantuono in LOL 4

Dopo l'esplosione in pandemia, ogni edizione dello show di Prime Video ha perso qualcosa. Nonostante anche in questa stagione ci siano grandi nomi nel cast. Perché oggi è vero che la comicità è cambiata. Ma forse siamo cambiati anche noi

Non ci sono più le risate di una volta, dice oggi lo spettatore tipo che al primo “LOL” passò il tempo piegato in due scosso dal libero sghignazzo in libero salotto. Correva l’anno della pandemia, quando la catapulta malvagia aveva fatto precipitare il senso comune del vivere nel precipizio della solitudine e come vasi comunicanti di casa in casa ci si scambiavano quei sorrisi che sembravano perduti grazie a un gruppo di comici rinchiusi a loro volta. Esattamente come il meccanismo insito nella risata, quello che si trasmette, che va condiviso come fosse un’esigenza, una delle forme più elementari di comunicazione con l’altro, al punto che quando esplode davvero si dice contagiosa, non a caso come un virus. 

 

Poi ne siamo usciti peggiori, è arrivata la guerra, anzi due e ora “LOL – chi ride è fuori” (Prime Video) è tornato per la quarta volta. Ma fa ridere sempre meno, come un rubinetto alla fine di un pozzo esausto, da cui stillano poche gocce, anche se l’acqua in origine è di tutto rispetto. 

 

Da cui viene spontanea una blanda riflessione. Cosa manca a Diego Abatantuono, Lucia Ocone, Angela Finocchiaro e Giorgio Panariello? Cosa hanno meno degli altri gigantoni della prima edizione? Semplicemente niente. Il punto è che la naturalezza al lasciarsi andare è ormai un’occasione perduta e (troppo) spesso ci si ritrova impettiti, nella pretesa di un intrattenimento difficile che legittimi il cedimento al piacere, laddove al contrario il ritorno a una sana semplicità porterebbe un bene diffuso e non per questo disdicevole. Insomma, la sapienza della battuta è un’arte sottile che viene poco esercitata e a cui il pubblico sta perdendo l’abitudine, quasi che la situazione grave ma non seria in cui si galleggia da troppo tempo obbligasse alla complessità. 

 

Dal setaccio oggi sono scivolati via la gag all’improvviso, il reiterarsi all’infinito, il piacere di abbandonarsi ai tormentoni che hanno fatto storia. E questo è esattamente ciò che manca nel modo di ridere in questi tempi. Non pensando che il comico e il senso non è detto che vadano a braccetto. Anzi. 

 

Il senso tampina il comico come un cane oltremodo fedele e lo segue da lontano, per riempire quel finto vuoto che sembra scaturire dall’inutilità del gesto. Ecco, “LOL 4” questa seppur semplice complessità cerca di ricomporla solo nella cornice e non nel contenuto con la conduzione forzata di Fedez e Matano che ridono come fossero due evidenziatori e del povero Lillo, ridotto a copia e incolla di se stesso pur di cercare di riportare in vita un’epoca ormai conclusa. Quella in cui il riso abbondava nelle nostre bocche senza per questo farci sentire inutilmente sciocchi.

 

******************

 

DA GUARDARE 
“C’è ancora domani” di Paola Cortellesi continua a sbriciolare un record dopo l’altro anche nello sbarco sul piccolo schermo di Sky cinema. Ed è bello immaginare una platea casalinga che canta a bocca chiusa, col sorriso, asciugandosi le lacrime per la scena finale. Una volta tanto guardando la televisione

 

MA ANCHE NO
Si è parlato dell’ipotetica bocciatura di Geppi Cucciari alla conduzione dei David. Ma le malelingue sospettano che si tratti di distrazione di massa. Per cui se non dovesse presentare lo Strega, davanti al ministro che tanto ha dato al pubblico lo scorso anno, l’indignazione sarebbe già esaurita e passerebbe sotto silenzio.