Diritti
Mentre il Papa paragona i contraccettivi alle armi, in Canada Trudeau li rende gratis per le donne
Il premier nord-americano annuncia che i prodotti per la contraccezione femminile saranno pagati dallo Stato. Nel nostro Paese invece il dibattito e lo scenario politico vanno nella direzione opposta
Il Canada dà ufficialmente il via libera alla contraccezione gratuita per le donne. L'annuncio è arrivato su X dal premier Justin Trudeau. «Il vostro diritto di scegliere non dovrebbe dipende dal reddito», ha scritto il premier Trudeau. Il Canada pagherà per la spirale, la pillola contraccettiva, gli impianti ormonali o la pillola del giorno dopo per le nove milioni di donne in età riproduttiva, ha spiegato il vice primo ministro Chrystia Freeland in una conferenza stampa a Toronto. Il nuovo regime sanitario coprirà anche il costo dei farmaci per il diabete per circa 3,7 milioni di canadesi e altri farmaci verranno aggiunti al programma man mano che verrà attuato nei prossimi anni.
Già lo scorso anno il governo canadese si era mosso per ridurre il costo dei prodotti femminili: dal 15 dicembre 2023 gli assorbenti sono stati resi disponibili gratuitamente in tutti i bagni degli edifici pubblici, compresi quelli per gli uomini. Una mossa inclusiva che ha avuto il merito di rendere disponibili assorbenti e tamponi a chiunque abbia il ciclo mestruale, quindi anche agli uomini trans. Un impegno, quello del primo ministro, che fa parte di un disegno di legge presentato a febbraio e che, una volta completato, entrerà nella storia come la più grande espansione del sistema sanitario canadese finanziato con fondi pubblici.
L'annuncio di Trudeau raggiunge l'Italia proprio nelle ore in cui il Papa, agli Stati Generali della Natalità, paragona le armi ai contraccettivi: «Uno studioso della demografia mi ha detto che in questo momento gli investimenti che danno più reddito sono la fabbrica di armi e i contraccettivi: uno distrugge la vita, l'altro impedisce la vita» ha detto intervenendo all'evento. Su quel palco ieri un gruppo di studentesse medie e universitarie aveva contestato la ministra per la Famiglia Eugenia Roccella per le iniziative del governo contro la legge 194 e la scarsa informazione in tema di salute ed educazione sessuale. Sempre il governo Meloni, lo scorso gennaio, si è reso protagonista di una misura profondamente criticata e che va in direzione opposta rispetto alle scelte canadesi: l'aumento della "tampon tax", cioè l'incremento dell'aliquota IVA che si applica agli assorbenti e che nel nostro Paese è raddoppiata passando dal 5 al 10 per cento.