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Vannacci spacca ancora il centro destra: critiche da La Russa e Ceccardi. Ma Salvini lo blinda

di Simone Alliva   29 aprile 2024

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Meloni e le polemiche sulla scheda con "Giorgia". L'avanzata russa contro Kiev. Biden contro l'offensiva israeliana a Rafah. Le proteste climatiche al G7. I fatti del giorno da conoscere

Meloni capolista: "Scrivete Giorgia e cambiamo l'Europa"
Il colpo di teatro arriva solo alla fine: perché la candidatura in tutte le circoscrizioni era oramai più che scontata ma lei chiede anche di scrivere sulla scheda "solo Giorgia, il mio nome di battesimo" perché "io sarò sempre e solo una di voi, una del popolo". Così Giorgia Meloni dopo quasi un'ora di comizio, tra una battuta e l'altra pure sulle sue condizioni, "sull'ottovolante" per gli otoliti. Lanciando non solo la campagna elettorale di Fratelli d'Italia per le europee ma anche la sfida a pesare il suo consenso personale, dopo un anno e mezzo alla guida del governo. La premier dal palco vista mare di Pescara chiama il suo popolo al plebiscito su di sé ("Giorgia Meloni detta Giorgia" sarà la dicitura sulla lista che consentirà di indicare come preferenza solo il nome) mentre in platea la ascoltano "l'alleato fedele" Antonio Tajani, Lorenzo Cesa e Maurizio Lupi.

Meloni capolista: "Scrivete Giorgia e cambiamo l'Europa"
Il colpo di teatro arriva solo alla fine: perché la candidatura in tutte le circoscrizioni era oramai più che scontata ma lei chiede anche di scrivere sulla scheda "solo Giorgia, il mio nome di battesimo" perché "io sarò sempre e solo una di voi, una del popolo". Così Giorgia Meloni dopo quasi un'ora di comizio, tra una battuta e l'altra pure sulle sue condizioni, "sull'ottovolante" per gli otoliti. Lanciando non solo la campagna elettorale di Fratelli d'Italia per le europee ma anche la sfida a pesare il suo consenso personale, dopo un anno e mezzo alla guida del governo. La premier dal palco vista mare di Pescara chiama il suo popolo al plebiscito su di sé ("Giorgia Meloni detta Giorgia" sarà la dicitura sulla lista che consentirà di indicare come preferenza solo il nome) mentre in platea la ascoltano "l'alleato fedele" Antonio Tajani, Lorenzo Cesa e Maurizio Lupi.

Matteo Salvini, come annunciato all'ultimo, non c'è e fa solo una comparsata, collegato per strada, da Milano. "Ci ha preferito il ponte", dice lei a metà tra lo scherzo e la punzecchiatura. Per poi infilarsi in 73 minuti di discorso in cui ripercorre la storia di Fratelli d'Italia, ricordando che alle scorse europee "mancammo di pochissimo il quorum del 4%" mentre ora il partito punta almeno a confermare quel 26% conquistato il 22 settembre scorso, che ha portato la destra al governo. Ora, è l'Europa a essere "a un bivio" e tutti "devono essere pronti a fare la loro parte" sprona parlamentari e militanti la premier, che è anche presidente di Fdi e di Ecr, quei conservatori europei che, è convinta, saranno "strategici e fondamentali" nella prossima legislatura Ue. L'impresa, "difficile ma non impossibile", per Meloni, è quella di replicare a Bruxelles "il modello italiano" di una "maggioranza che metta insieme le forze del centrodestra" per "mandare all'opposizione la sinistra anche in Ue". "Mai con la sinistra" è il mantra, che serve a spazzare via, almeno per ora, le ipotesi di cedimenti dopo il voto, quando ci sarà da sedersi al tavolo delle trattative per i nuovi vertici europei. Anche perché - è il concetto che ripete da inizio anno la Meloni - un conto sono gli accordi per la Commissione, altro è una maggioranza stabile al Parlamento europeo. Intanto, archiviata la conferenza programmatica (quello che ironicamente anche nel 'fantacongresso' che circola tra i Fratelli d'Italia viene definito il 'Giorgia beach party", che dava parecchi punti in classifica a chi lo pronunciava) ora "c'è la campagna elettorale". E i dirigenti del partito già hanno iniziato a organizzare i prossimi appuntamenti. Non essendo "la leader del Pd so che il partito mi aiuterà", ha detto Meloni lanciando una delle tante stilettate a Elly Schlein, cui tuttavia dà il ruolo di avversaria. E se "Giorgia", come ha detto lei stessa dal palco, in giro andrà poco perché vuole restare concentrata sull'attività di governo, toccherà alla sorella, Arianna Meloni, uscire di più dalle retrovie di qui al voto dell'8 e 9 giugno (un appuntamento per la responsabile della segreteria e delle tessere sarà quasi sicuramente al Sud, in Salento).

Per il resto la premier sfodera il classico armamentario da comizio, attacca Schlein chiamandola direttamente per nome ma anche il Movimento 5 Stelle quando parla del Superbonus come della "più grande patrimoniale al contrario" fatta in Italia. E poi la natalità che deve diventare centrale, la difesa delle origini "guidaico-cristiane" dell'Europa, il cambio di passo già impresso a Bruxelles sulle politiche green, sull'auto, sui migranti. E l'ennesima difesa di Edi Rama (e un attacco a Report) "linciato da quella che poi chiamano Telemeloni, solo perché ha aiutato l'Italia". Alla fine il saluto con Ignazio La Russa (che si è perso l'Inter per sentire la premier ma ha la partita "registrata" e poi corre a vedersi il secondo tempo) e niente pranzo sul lungomare, dove pure la aspettavano. Non sta bene, sempre gli otoliti, dicono i suoi. "Se mi vedete sbandare - scherza lei dal palco - non vi preoccupate, cerco di stare ferma e ce la faccio". Prima della frase più attesa: "Ho deciso di scendere in campo per guidare le liste di Fdi in tutte le circoscrizioni elettorali, se sopravvivo....".

 

Matteo Salvini blinda Vannacci criticato da Fdi e la stessa Lega
Roberto Vannacci continua a far parlare di sé. Il segretario leghista Matteo Salvini lo blinda, annunciando che lo avrà al suo fianco a Roma, all'uscita ufficiale del libro 'Controvento'. Da quando è stata ufficializzata la sua candidatura, il generale è rimasto nell'agone politico. Prima la bagarre sulla giornata scelta per l'annuncio, il 25 aprile, seguita dalla diatriba interna al partito, ancora in corso. Poi le frasi infelici di Vannacci a La Stampa, sulle classi separate per i disabili e quel Benito Mussolini "statista", che hanno scatenato anche la ferma presa di distanza dei ministri leghisti.

Dal canto suo Vannacci ha derubricato tutto a 'beghe' nella Lega. "Giorgetti? Diatribe interne al partito che reputo più che legittime ma che non mi interessano. Lasciamo che si esprimano i cittadini, quello conta", la risposta ad Affari Italiani. Il generale, ormai incensato come candidato indipendente dal Capitano, si aspetta la vera legittimazione alle urne. "È normale che chi ha militato per tanti anni in un partito veda con scetticismo una persona che, dall'oggi al domani, entra a farne parte anche con tanti consensi e 'viene vista come usurpatrice', ha affermato sul canale Youtube di Hoara Borselli, ribadendo che alla fine saranno "gli elettori a scrivere il nome sulla scheda a stabilire chi aveva ragione". Così Vannacci tira dritto attraverso la bufera che ha scosso la Lega e il centrodestra. Tra gli alleati ci sono stati momenti di imbarazzo. Ed è dal palco di Pescara - alla kermesse di FdI 'snobbata' da Salvini - che è arrivata una stoccata dalla seconda carica dello Stato, Ignazio La Russa: "Buon per lui che non ha un bambino portatore di handicap, altrimenti capirebbe di aver detto una sciocchezza". Forti applausi del pubblico. Il forzista e vice presidente della Camera Giorgio Mulè ha rincarato la dose: "Il generale Vannacci ha detto una solenne fesseria, per giunta gravemente offensiva", ha detto Mulè a Sky tg24, paragonando le frasi a quelle del partito di estrema destra tedesco Afd sui disabili a scuola, "del tutto sovrapponibili a quelle di Vannacci". Vannacci non viene risparmiato nemmeno dall'uscente eurodeputata - compagna di lista - Susanna Ceccardi, in totale disaccordo con lui. O dalla Lega del Friuli Venezia Giulia e da quella del Veneto, che si uniscono al coro di chi non "voterà" il candidato scelto da Salvini. Vannacci, così come il segretario, non si curano delle critiche. E guardano a domani, quando saranno a Roma, l'uno accanto all'altro, per l'uscita del libro di Salvini, "Controvento". Intanto il generale traccia la linea della sua corsa, contro l'imposizione di "un pensiero unico" e promuovendo il "sogno italiano invece che quello americano". 

 

Schlein: "Prodi? Meglio dire verità che pugnalate alle spalle"
"Lo ascolto sempre Prodi, è sempre stato un punto di riferimento fin da quando gli portai la maglietta con scritto "siamo più di 101", però credo che sia sempre meglio essere francamente non d'accordo piuttosto che dire sempre sì a tutto e pugnalare alle spalle come purtroppo è accaduto spesso nel nostro partito". Lo ha detto, intervistata da Sky Tg24, la segretaria del Pd Elly Schlein a proposito della sua candidatura alle Europee su cui l'ex premier aveva espresso perplessità. Anche Schlein è stata pugnalata? "Per fortuna no - ha risposto la segretaria - sono ancora viva, vegeta e combattiva". "Ascolto tutti e poi devo assumermi la responsabilità di prendere scelte, siamo l'unico partito che discute per davvero e per fortuna discutiamo ma non c'è una capa unica che decide per tutti e mette il suo nome", ha concluso.

 

I russi avanzano a est. Kiev: "La situazione peggiora"
Il tempo stringe: le truppe di Vladimir Putin continuano ad avanzare sul fronte orientale ucraino e bombardano a tappeto il Paese in quelli che sembrano i preparativi per una nuova offensiva estiva. Kiev avverte che "la situazione è peggiorata" e non può far altro che attendere l'arrivo degli aiuti americani per frenare l'avanzata russa o meglio ancora respingerla. "Il terrore russo è possibile solo perché abbiamo meno armi e soluzioni per proteggere la vita di quanto la Russia abbia la capacità di distruggere", ha sintetizzato il presidente Volodymir Zelensky. "Tutti sanno quanto siano efficaci i Patriot e altri moderni sistemi di difesa aerea. Ne abbiamo bisogno qui in Ucraina. Meno il Cremlino ottiene con il terrore, più sarà interessato a trovare la pace. Dobbiamo costringere la Russia a farlo insieme", ha ribadito. Politico ha rivelato che lo scorso dicembre il leader ucraino, incontrando lo speaker della Camera Usa, Mike Johnson, aveva sottolineato che senza l'aiuto militare Usa gli ucraini sarebbero stati in grado di reggere "fino a marzo o aprile". Le lancette corrono, e i russi nel frattempo da settimane strappano vittorie e avanzate, che sebbene si traducano in una manciata di chilometri potrebbero determinare le sorti del conflitto perlomeno nei prossimi mesi. Da ultimo, Mosca ha annunciato di aver preso il controllo dell'insediamento di Novobakhmutovka, nell'autoproclamata repubblica del Donetsk, a una decina di chilometri da Avdiivka. È la terza località a cadere in poche settimane, a cui si aggiunge una ulteriore avanzata nella regione settentrionale di Kharkiv, dove prosegue il diluvio di bombardamenti e dove Kiev è corsa ai ripari posizionando tank e pezzi d'artiglieria.

Nel complesso "la situazione è peggiorata", ha ammesso il capo delle Forze armate Oleksandr Syrsky: i russi hanno ottenuto dei "successi tattici", non rilevanti ma significativi. Nelle ultime 24 ore, riferisce la Difesa Ucraina, i russi hanno compiuto "32 attacchi missilistici, 64 aerei e 60 con i razzi Mlrs". Più di 110 insediamenti "nelle regioni di Chernihiv, Sumy, Kharkiv, Luhansk, Donetsk, Zaporizhzhia - dove ogni giorno si contano centinaia di colpi e attacchi con sciami di droni -, Dnipropetrovsk, Kherson e Mykolaiv hanno subito il fuoco dell'artiglieria". Secondo fonti dell'intelligence occidentale rilanciate dai media internazionali, la strategia di Mosca punta a creare le condizioni per una nuova offensiva prevista in estate ma anche, forse soprattutto, a guadagnare posizioni proprio in vista dell'arrivo dei miliardi di dollari di aiuti militari americani, quindi Patriot, munizioni di artiglieria e sistemi anti-droni. Per questo, si sottolinea, nel breve termine i russi potrebbero strappare altro territorio a est nell'area di Avdiivka, e puntare alla conquista di Chasiv Yar, situata più a nord. "Fra gli ucraini sta crescendo il panico al fronte", specialmente su quello del Donbass, ha detto provocatoriamente il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov: "Occorre mantenere la pressione sul nemico". In questo quadro Mosca, rivela ancora Politico citando gli 007 Usa, sta dislocando nuovamente sul campo di battaglia migliaia di militari mercenari inquadrati nel Gruppo Wagner di Yevgeny Prigozhin: "Un gruppo legato alla Guardia nazionale è già in Ucraina e sta subendo perdite. Altri due operano al comando dell'intelligence militare, mentre un quarto gruppo si sta riorganizzando in Africa". 

 

Biden sente Netanyahu per ribadire l'opposizione all'offensiva su Rafah
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha parlato ieri al telefono con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, "reiterando la sua posizione chiara" in merito alla probabile offensiva delle Forze di difesa israeliane (Idf) contro la città di Rafah, al confine tra Gaza e l'Egitto. Lo ha riferito tramite una nota la Casa Bianca, senza fornire ulteriori dettagli in merito al colloquio tra i due leader. Secondo il "New York Times", Biden si è confrontato con Netanyahu anche in merito alla sorte degli ostaggi israeliani ancora detenuti dall'organizzazione islamista palestinese Hamas, e alla possibilità di un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Nelle ultime settimane Washington ha più volte avvertito di non poter sostenere una operazione militare israeliana contro Rafah in assenza di piani credibili per l'evacuazione e l'assistenza umanitaria dei civili palestinesi che vi hanno trovato rifugio. Il portavoce del Consiglio di sicurezza della Casa Bianca, John Kirby, ha dichiarato che Israele ha accettato di ascoltare le preoccupazioni e i pareri di Washington prima di procedere all'invasione.

 

Il G7 clima parte tra le proteste: bruciate le foto dei leader
Tangenziale bloccata, effigi dei leader dei governi date alle fiamme e l'annuncio di nuove mobilitazioni. A Venaria Reale, alle porte di Torino, il G7 Clima Energia e Ambiente, che verrà ospitato alla Reggia per tre giorni, inizia così: accolto da un corteo a cui hanno partecipato un migliaio di persone. A poche ore dal benvenuto ufficiale alle delegazioni, una cena alla Palazzina di caccia di Stupinigi. Al corteo in prima fila c'era il centro sociale torinese Askatasuna, i No Tav e i movimenti ambientalisti come Ultima Generazione e Extinction Rebellion. Tante le bandiere palestinesi presenti dietro lo striscione di apertura su cui c'era scritto 'Lottiamo contro le vostre guerre a difesa delle nostre terre. Voi Sette, noi 99%'.

Obiettivo dei manifestanti era quello di raggiungere, in una città blindata per l'occasione, lo sbarramento di polizia a ridosso della zona pedonale che porta alla Reggia, anche se oggi non erano previsti incontri. Si temevano scontri, com'era avvenuto durante il G7 su industria e lavoro del 2017, sia in centro a Torino sia a Venaria. Ma così non è stato. Sotto una fitta pioggia i manifestanti sono partiti dal parco Galileo Galilei, per poi dirigersi sulla tangenziale e occuparla per circa una ventina di minuti. Quanto è bastato per creare alcuni chilometri di coda e disagi al traffico. Sono stati accesi fumogeni e appesi striscioni sul cavalcavia "Chi blocca il nostro futuro si troverà centinaia di blocchi come questo di persone non disposte a far decidere sulla propria testa'', hanno ripetuto al microfono gli attivisti. La marcia è ripresa, fino ad arrivare in piazza Vittorio, a pochi metri da via Mensa. A bloccarli le grate mobili delle forze dell'ordine a cui gli attivisti hanno appeso delle gigantografie con i volti dei sette leader degli Stati che fanno parte del G7. Hanno poi acceso un falò in cui hanno bruciato le gigantografie. "Siamo qui non per dialogare ma per protestare per dire no al modello di sviluppo che ci vuole imporre il G7", hanno detto gli attivisti, che hanno annunciato nuove proteste per domani, quando i rappresentati arriveranno a Venaria per l'inizio del summit. Una manifestazione è prevista in mattinata, organizzata da varie associazioni ambientaliste. Ma a preoccupare è quella che partirà nel tardo pomeriggio da Palazzo Nuovo, sede delle facoltà umanistiche di Torino. Ci saranno i centri sociali e i collettivi studenteschi. "Andremo a prenderli, non faranno cene tranquille, Torino non li vuole", hanno annunciato alla fine dell'iniziativa. Nei giorni precedenti c'erano state quelle pacifiche di Extinction Rebellion, davanti alla Rai e al grattacielo di Intesa Sanpaolo, poi la scorsa notte l'assalto a colpi di sassi e bombe carta da parte dell'ala più oltranzista del movimento No Tav al cantiere di San Didero in Val di Susa. L'allerta dunque è alta: Palazzo Nuovo, nel centro del capoluogo piemontese, si trova a pochi isolati da dove verranno ospitate le delegazioni, in tre distinti alberghi. Le aree e le vie limitrofe sono da giorni controllate dalle forze dell'ordine e la sicurezza è stata rafforzata. Anche se prefettura e questura non vogliono sentire parlare di zona rossa.