Il giornalista Luca Casciani diffonde su un'emittente romana messaggi xenofobi e violenti. Celeste Costantino presenta in Parlamento un’interrogazione al ministro dell’Interno per chiedere una verifica sui monologhi. E lui scatena gli ascoltatori: "Mandatele messaggi"

“Se tentate di chiudere la trasmissione di Luca, scenderemo in piazza e verremmo a protestare sotto la sua casa! Non è una minaccia, è una certezza”. Oppure: “Non vedo l’ora di vederla in giro con il burqa, perché intanto è questo che volete, annullare la nostra cultura per soppiantarci una subcultura”. O ancora: “Lasci stare il fascismo che almeno in quel periodo l’Italia era rispettata da tutti e non perculeggiata anche dagli ultimi che arrivano”. Da Corcolle a Torpignattara, passando per Pigneto e Centocelle. Storie di violenze, contraddizioni sociali e razzismo. A Roma si respira un clima teso e torbido, la guerra tra poveri - soprattutto nelle periferie più disagiate e senza servizi – sta scoppiando. Nell’impotenza generale dell’amministrazione Marino. E allora ecco sbeffeggiata, insultata e persino minacciata la deputata di Sel Celeste Costantino, rea di aver presentato in Parlamento un’interrogazione al ministro dell’Interno Angelino Alfano per chiedere una verifica sui monologhi di Luca Casciani, il giornalista che conduce ogni mattina la trasmissione Giorno per Giorno sulla radio locale romana Radio Ti Ricordi, RTR99. Tra messaggi privati e post sulla bacheca, sono più di duecento i commenti giunti sulla pagina facebook dell’onorevole.

Ma ricostruiamo la storia. Dall’inizio. Lunedì sera il talk show Piazza Pulita manda un servizio sulle tensioni tra la popolazione locale del quartiere capitolino di Corcolle e i migranti, nel quale vengono lette alcune frasi pronunciate da Casciani durante la sua diretta mattutina. Le parole che risuonano in onda su La7 sono “Siete in Italia a scrocco e a sbafo”,  “Rappresentate un problema per questa mia nazione e avete il coraggio di protestare”,  “Quello che servirebbe è il matto, uno che in macchina ha una mitragliatrice e ne fa secchi 34, se ne sono salvati 6, ecco il problema è quello, che se ne sono salvati 6”.

I comportamenti dei migranti vengono paragonati a quelli delle scimmie. L’on Costantino guarda la trasmissione, il giorno successivo chiede in Aula delucidazioni al ministro Alfano parlando di violazione del decreto Mancino del 1993, legge che vieta l’istigazione all’odio razziale, etnico e religioso.  

Casciani, dal canto suo, va al contrattacco: cita l’articolo 21 della Costituzione sulla libertà d’espressione e parla di disinformazione e di metodo Boffo nei suoi confronti, accusando Piazza Pulita di aver estrapolato le frasi dal contesto generale. Infine dalla sua pagina con ben 10mila likes, invita i suoi seguaci a scrivere “con la massima educazione”, concetto ribadito due volte, sulla bacheca della deputata di Sel. Mandandola di fatto alla berlina.
Schermata-2014-10-10-alle-10-35-59-png

 In un secondo momento si dissocerà dai commenti maggiormente ingiuriosi, denunciando di essere stato lui minacciato di morte. Tanto che alcuni suoi ascoltatori propongono di lanciare ora una mobilitazione in sua difesa. “Sono stato accusato di razzismo ed istigazione all’odio – si difende il giornalista romano -  grazie ad una sporca operazione volta a silenziare chi, con la sola forza delle idee ed intercettando i malumori del Popolo, è riuscito a raggiungere un numero di ascoltatori che fa paura. […] Purtroppo i nostri quartieri sono invasi da questi disperati e non c’è bisogno di essere grandi osservatori per comprendere che la vita di tutti sia cambiata e non in meglio. La disperazione porta disperazione e il passaggio successivo è l’esasperazione”.  

Ma chi è Luca Casciani? Per un suo fan “ha un solo vero difetto, dice quello che pensa la maggior parte della gente, e lo dice con parole chiare. Il problema è che questo Paese è un concentrato di ipocrisia. Comunque, lui ha ascoltatori di tutte le razze , colori ed etnie, perché non è razzista, solo non accetta che gli italiani siano ospiti a casa loro”.

Giornalista carismatico, 45enne, forte cadenza romana, ha un’icona col motto “Cor veleno”. Ha subito incassato la solidarietà di Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia. Su Facebook gli adesivi per il ritorno in patria dei Marò. Aveva una rubrica su Il Giornale d’Italia, la testata de La Destra di Francesco Storace. Una rubrica dal titolo Herpes in cui vanno per la maggiore gli attacchi, e i luoghi comuni, contro i rom e i diritti degli omosessuali. Per questo in passato, Casciani ha subito forti critiche per i suoi corsivi da parte delle associazioni sinti e lgbt.

In Rete anche sue vecchie interviste. Alla domanda su quale fine avrebbero fatto i vari Benigni, Travaglio e Littizzetto dopo la caduta di Berlusconi, netta la risposta: “A Roma ci sono molte postazioni in cui si vendono cartocce di castagne, si metteranno lì con loro bracerino insieme ai bengalesi e abbiamo risolto il problema, o no?”. In tempi di guerra tra poveri, sembra rappresentare benissimo il pensiero di molti abitanti dei quartieri periferici di Roma. Quasi un capo popolo.  

Intanto Celeste Costantino, che ha incassato la solidarietà per gli attacchi ricevuti della presidente della Camera Laura Boldrini e da altri esponenti del centrosinistra, al momento non vuole sporgere denuncia soffermandosi invece sul preoccupante clima nella città: “Siamo di fronte ad atteggiamenti xenofobi davvero intollerabili e a un razzismo senza precedenti nella Capitale. Una violenza verbale organizzata, che soffia in maniera irresponsabile sul fuoco delle tensioni sociali, delle paure e del disagio dei cittadini. A Roma, ormai consacrata città delle mafie, ci sono interi quartieri che stanno scoppiando: assalti ai bus, aggressioni agli immigrati, omicidi a mani nude, ronde, giustizia fai da te e solidarietà al rovescio”.

In tutto questo si nota un grave assente: la politica. Senza di essa sono destinati ad aumentare i “io non sono razzista ma…”. E giù violenze e xenofobia.





?

LEGGI ANCHE

L'E COMMUNITY

Entra nella nostra community Whatsapp

L'edicola

Siamo tutti complici - Cosa c'è nel nuovo numero dell'Espresso