Politica
marzo, 2007

Spezzatino alla Bolognese

Il giallo dell'incontro tra Clemente Mastella e Lele Mora in un famoso ristorante romano: dal registro risulta assente il foglio delle prenotazioni

Tutti parlano di un incontro casuale. Un saluto, due chiacchiere alla presenza di altri clienti, e via. Ciascuno per la sua strada. Anzi ciascuno seduto al suo tavolo, nelle frequentatissime sale del ristorante romano Il Bolognese. Eppure è un giallo il faccia a faccia di metà novembre tra il ministro della Giustizia Clemente Mastella e Lele Mora, il manager delle dive oggi sotto inchiesta a Potenza per associazione per delinquere ed estorsione. Quando gli investigatori dello Sco della Polizia sono piombati al Bolognese per verificare il racconto di un teste secondo il quale Mastella e Mora si sarebbero visti poco prima che il caso Vallettopoli venisse fatto esplodere ad arte sui giornali, hanno avuto una sorpresa: dall'agenda dove vengono segnate le prenotazioni erano state strappate le pagine del periodo dell'incontro tra Lele e il ministro. Insomma, ricostruire chi avesse telefonato per riservare i tavoli era impossibile. E non era nemmeno possibile sapere chi e perché avesse fatto sparire i fogli.

Il particolare non è secondario. Grazie alle intercettazioni il pm Henry Woodkock ha capito che a partire da fine ottobre Mora e il fotografo Fabrizio Corona, quando scoprono di essere sotto indagine, tentano di mettere in moto le loro conoscenze per depotenziare l'inchiesta e poi, a dicembre, orchestrano una fuga di notizie sui media nella speranza di evitare eventuali arresti. Subito dopo Mastella invia una prima ispezione ministeriale a Potenza, alla quale ne seguirà una seconda disposta dopo la pubblicazione del nome di Silvio Sircana, il portavoce del governo Prodi paparazzato sui viali dei trans forse a fini ricattatori.

In questo clima velenoso gli investigatori seguono due piste. La prima riguarda gli archivi informatici di Corona che verranno esaminati partendo da una cartellina contenente le foto di una serie di politici, tra i quali compare anche un ex ministro dell'Economia sorpreso però in atteggiamenti non imbarazzanti. C'è da scoprire quali immagini siano finite sui giornali e quali no, per poi stabilire se dietro la mancata pubblicazione ci sia stato un ricatto. La seconda pista punta invece ai rapporti tra agenzie fotografiche, direttori di giornali e esponenti di partito. Si cerca di comprendere, per esempio, cosa abbia spinto 'Chi' a comprare per 80 mila euro l'intervista al transessuale Patrizia dopo la notte con Lapo Elkann, evitando le domande imbarazzanti. È stata solo la voglia di fare un articolo 'soft' o il desiderio di fare un piacere alla Fiat? E perché poi 'Oggi' ha speso 100 mila euro per le foto sulla notte brava di Sircana? Voleva uno scoop sull'uomo di Prodi o intendeva tutelarlo?

Le risposte arriveranno dagli interrogatori durante i quali si parlerà della rete di protezioni che ha permesso al duo Corona-Mora di spadroneggiare nel mondo della tv, e si tenterà di fare ulteriore chiarezza sulle fughe di notizie che hanno minato un'indagine partita solo il 13 settembre. Dagli atti risulta che il 30 ottobre il calciatore del Milan Alberto Gilardino informa Corona di essere stato sentito dal pm. Corona però sembra tranquillo. Si preoccupa il 9 novembre, quando dice al telefono: "Minchia ragazzi, la situazione non è grave. È gravissima". Perché lo sa? A una sua collaboratrice confida: "Sono stato da Emilio Fede che mi ha chiamato. Perché c'è di mezzo anche il presidente, hai capito? Sapevano tutto. Hai il telefono sotto controllo anche tu. Perché ho venduto le fotografie che ho fatto alla figlia". Il riferimento è al caso di Barbara Berlusconi che, proprio in quei giorni, ha ricevuto una convocazione come teste per parlare delle foto acquistate dal padre. Il 13 novembre Mora e Corona si vedono a casa di un'amica. Pochi giorni dopo Lele va a Roma e mangia al Bolognese dove incontra Mastella. Un diplomatico, Pupi D'Angeri, li incrocia e racconta tutto a Luciano Regolo, direttore di 'Novella 2000', che subito riferisce la cosa alla polizia. Secondo Regolo, Mora si sarebbe messo "a far funzionare le sue entrature" per affossare l'indagine. Del resto ha amici ovunque ed è in ottimi rapporti pure con Berlusconi che durante l'estate lo ha invitato a villa La Certosa. Da qui la necessità di capire se c'è stato un appuntamento anche con Mastella. D'Angeri viene sentito da Woodcock, ma descrive l'accaduto come un incontro casuale. Il pm ordina di andare a prendere i registri del ristorante. Fatica sprecata: i fogli delle prenotazioni sono scomparsi.

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