Pubblichiamo il testo che il grande scrittore tedesco presenterà al Festival di Parma. Un omaggio a un genere spesso dimenticato. Ma sempre immortale

Poesia, s. f. - Genere letterario temuto, riconoscibile dall'allineamento a sinistra dei testi che lascia vuoti ampi spazi della pagina.

La diffusa avversione nei confronti della P. trova varie spiegazioni. Riferirla al supplizio cui i ragazzi si sentono esposti a scuola forse è riduttivo. Agli alunni si propinano poesie che non hanno scelto personalmente e si pretende da loro che scrivano dei temi, interpretandole. Tutto questo ingenera una resistenza, che in molti casi, perdura decenni.

È assai diffusa anche l'idea che le poesie siano 'difficili', un concetto errato impostosi non senza una qualche responsabilità da parte degli autori.

È però una realtà che i testi poetici risultano in maggioranza più facilmente comprensibili dei programmi di partito, delle condizioni generali di contratto, dei contratti di affitto e noleggio o delle istruzioni per l'uso. Sbaglia inoltre chi afferma che la P. gli è estranea.

Le persone che non conoscono a memoria neppure uno di questi testi sono estremamente rare. Poesie ampiamente note sono ad esempio il Padrenostro, La vispa Teresa, l'inno nazionale , 'I can get no satisfaction', varie conte e, in base all'età, innumerevoli testi di canzoni di successo, note grazie ai film, alla radio e alla televisione.

Meritano menzione alcune altre peculiarità di questo genere letterario. Intanto non esiste assolutamente nulla di cui gli autori, i poeti, non cantino e non dicano. In questo senso le P.e, contrariamente alla maggioranza delle prose, sono onnivore. In generale si distinguono inoltre per la brevità; le P.e in dimensione di romanzo sono piuttosto un'eccezione. Ne conseguono ridotti tempi di lettura.

La vita media delle P.e è assai varia. Per lo più appassiscono con la rapidità di un mazzolino di violette, ma si conoscono anche casi di p.e sopravvissute alcune migliaia di anni. Colpisce l'alto tasso di produzione di poesie, non c'è redattore e lettore che non ne sappia qualcosa. Si tratta, a quanto ci è dato di sapere, dell'unico mezzo di comunicazione di massa per cui il numero dei produttori supera quello dei consumatori.

Infine va rilevato il curioso dato di fatto che le P.e si sono dimostrate incompatibili con le leggi di mercato universalmente valide. Al contrario di tutti gli altri cosiddetti beni culturali il loro valore commerciale tende a zero. Questa singolare immunità viene deplorata da molti poeti, da altri invece considerata un privilegio.

Sotto il profilo dell'economia aziendale l'esistenza delle P.e è inspiegabile. Non sono mancati i tentativi di annientarle, quanto meno nella loro forma stampata. Le grandi case editrici e le emittenti televisive non hanno lasciato dubbi sul fatto che nei loro programmi le P.e sono indesiderate. Ancor più estremo appare il comportamento di certi governi che sono ricorsi alla forza contro la diffusione di poesie, evidentemente perché le consideravano espressioni pericolose, un'opinione che apparirà esagerata ad alcuni osservatori ingenui.

Tutto sommato questo genere letterario si è dimostrato sorprendentemente resistente. Lunghe e complesse ricerche hanno portato gli etnologi a concludere che non è mai esistita in nessun luogo una società che non conoscesse la P. Basta questo a rendere meno plausibili i timori di una sua morte imminente.

traduzione di Emilia Benghi