Energie alternative, Web e prodotti medicali. Sono i settori che offriranno più occupazione ai giovani. Dopo l'anno nero della crisi ecco i risultati di una indagine esclusiva per L'espresso di Page Personnel

L'anno scorso fra i nostri dipendenti ho contato nove matrimoni. Mi sono chiesto: ma qui si sposano tutti? Però sono contento: forse vuol dire che hanno fiducia nel futuro dell'azienda... Stefano Neri ha fondato la TerniEnergia alla fine del 2004, quando con una ventina di collaboratori ha iniziato a progettare e costruire impianti fotovoltaici per la produzione di energia. Oggi ha 150 dipendenti e promette di assumerne altri nei prossimi mesi: "Molto dipende da come andranno gli affari", dice, "ma almeno una cinquantina di persone sono certo che serviranno. Le qualifiche? Soprattutto ingegneri elettrici e periti industriali per seguire la progettazione degli impianti e i cantieri".

Il caso di TerniEnergia racconta l'altra Italia del lavoro. Quella che continua ad assumere in un contesto ormai drammatico per l'occupazione. Le statistiche, infatti, dicono che durante il primo anno di recessione sono stati bruciati in Italia 508 mila posti di lavoro, soprattutto giovani con contratti a tempo. E che la situazione è destinata a peggiorare perché ristrutturazioni e fallimenti faranno sentire il loro peso ancora per un bel po'. Non sorprende dunque che le cronache riportino quasi ogni giorno la notizia di nuove chiusure, ridimensionamenti, delocalizzazioni, alla Fiat di Termini Imerese e negli uffici di Telecom Italia, nelle acciaierie Tenaris di Dalmine e nell'azienda di tute da motociclismo Dainese, a Molvena. Casi che non saranno certamente gli ultimi.

Anche dalla crisi, però, qualche via di fuga esiste. Lo mostra una ricerca che l'agenzia di selezione del personale Page Personnel ha realizzato per 'L'espresso'. Il campione utilizzato è costituito dalle 2.500 offerte di lavoro che l'agenzia, parte del gruppo internazionale Michael Page, ha gestito in Italia a partire da agosto. Vale a dire da quando, dopo il blackout dell'economia di un anno prima, sono arrivati i primissimi segnali di risveglio. I risultati della ricerca sono stati proiettati sul 2010, arrivando alle previsioni che si trovano nel riquadro qui sotto.

Tra i posti di lavoro di qualità, la classifica delle professioni che vedranno un maggiore aumento delle selezioni è guidata da un terzetto. Sul podio, con una crescita superiore al 50 per cento rispetto al 2009, salgono ingegneri, esperti di business su Internet e professionisti delle vendite nel settore medico. Gli ingegneri da boom saranno quelli che, nell'ambito delle energie alternative, saranno capaci di seguire le trattative commerciali con i clienti; i piccoli guru del Web dovranno analizzare il mercato di ogni singola azienda per capire che servizi offrire via rete; gli specialisti in ambito medicale, per usare il gergo tecnico, oltre a promuovere e vendere i prodotti, dovranno visitare con regolarità i medici per fornire formazione e assistenza.

È però dall'insieme della top ten stilata da Page Personnel che si capiscono meglio le tendenze. La prima è chiarissima: a tirare sono i nuovi mestieri dell'industria dell'energia pulita. La seconda è invece la vivacità dell'industria della salute, non solo medicinali ma anche strumenti per le analisi, software e dispositivi personali, dagli apparecchi acustici ai dispensatori d'insulina per i diabetici. La terza tendenza, invece, è trasversale. In vetta alla classifica stanno tutte posizioni da commerciali: "Un buon venditore vale oro e purtroppo nessuna università ti trasmette questa attitudine. Chi è davvero bravo, poi, sa innanzi tutto vendere se stesso, cambia spesso lavoro e innesca un ricambio continuo", dice Francesca Contardi, direttore generale di Page Personnel.

Energie verdi e salute, con l'onnipresente informatica, sono dunque i settori che danno le maggiori speranze. L'esplosione del mercato del lavoro nelle energie alternative al petrolio è, in effetti, un fatto assodato. A muoversi è, fra gli altri, un colosso come l'Enel. Nel 2009 ha assunto mille persone, tre su quattro neo-diplomati e neo-laureati, quest'anno prevede numeri simili e offrirà agli studenti in ingegneria energetica e nucleare borse di studio e premi. Enel ha poi annunciato di voler costruire a Catania, assieme a Stm e Sharp, una fabbrica di pannelli fotovoltaici, anche se non sono ancora noti i piani su quante persone vi lavoreranno.

Le opportunità offerte dal Web



In termini di nuovi assunti, i numeri più consistenti sono però frazionati nella moltitudine di aziende cresciute anche grazie agli incentivi che hanno favorito gli impianti eolici, solari, fotovoltaici. Le storie che si raccolgono sono da Eldorado: "Nel 1995, quando siamo partiti, eravamo in otto; oggi siamo in 250", racconta Agostino Re Rebaudengo, fondatore della Asja Ambiente di Rivoli, nella cintura torinese, un'azienda che in Italia conta 22 impianti a biogas, cinque eolici e due fotovoltaici. "Uno dei nostri problemi è trattenere i dipendenti: l'anno scorso abbiamo assunto 54 persone, 25 sono già andate via e nella metà dei casi devo dire che ci è dispiaciuto", dice Re Rebaudengo, che prevede numeri analoghi anche quest'anno.

Gli interrogativi non mancano. La guerra fra Stato e Regioni su chi deve approvare gli impianti più piccoli e sui vincoli paesaggistici può togliere certezze. Poi ci si chiede se il boom resisterà alla fine degli incentivi, che termineranno fra un po' e non si sa in che misura saranno prolungati. Sia Contardi che Marco Pinni, direttore dell'associazione dei produttori Aper, ritengono che, anche quando sarà passato il momento d'oro, il mercato resterà vivace: "Le esperienze fatte sul campo sono facilmente spendibili. Puoi accreditarti per gli impianti di nuova generazione. E c'è una forte necessità di specialisti nella filiera produttiva e nella manutenzione", dice Pinni.

In termini di numeri di posti di lavoro, la grande occasione potrebbe essere fornita dallo sviluppo di un'intera industria del verde: i pannelli, oltre che montarli, sarebbe bene anche costruirli, invece di importarli. Gli esperti dicono che così si potrebbero creare 200 mila nuovi posti. Re Rebaudengo, però, si mostra cauto: "Gli obiettivi europei di riduzione delle emissioni potrebbero ancora essere raggiunti. E invece le grandi industrie continuano a spiegarci i motivi per i quali li mancheremo. Badi bene: mancarli ci costerà multe pesanti, meno occupazione e la necessità di continuare a comprar petrolio".

Nella sanità, invece, le figure che emergono maggiormente dalla ricerca di Page Personnel sono quelle del settore chiamato biomedico, che va dalla produzione delle siringhe ai grandi apparecchi per la Tac. Franco Spaggiari, consigliere del consorzio Consobiomed di Mirandola, racconta che nel distretto emiliano "c'è stata la nascita di 4-5 aziende, con 30-40 persone ciascuna e tutte attive nella ricerca e nella produzione". "Il potenziale è enorme, c'è bisogno di ingegneri, di esperti in grado di valutare l'appropriatezza e i costi dei prodotti, di periti industriali e elettrotecnici: il cittadino è sempre più conscio del proprio stato di salute e esige qualità", spiega Angelo Fracassi, presidente di Assobiomedica e numero uno della Dasit di Milano. Anche qui, però, non mancano i problemi, a cominciare dalle incertezze sui budget a disposizione degli ospedali. "Negli Stati Uniti il presidente Barack Obama ha investito 6 miliardi di dollari per la ricerca nel nostro settore. Da noi, invece, la legge finanziaria ci ha impedito - in maniera impropria e anticostituzionale - di rivolgerci ai tribunali in regioni come Lazio, Campania, Molise, Puglia e Sicilia per farci pagare le forniture effettuate. In pratica il servizio sanitario non paga e non pagherà per 12 mesi", dice Fracassi.

Lo Stato inadempiente e i redditi sempre più bassi degli italiani sono alcuni dei grandi problemi che le aziende si trovano ad affrontare da tempo. Chissà se queste debolezze hanno contribuito alla storica vocazione a cercare sbocchi all'estero. E chissà se in questo sforzo non verranno aiutate ora dalla crescente attenzione sugli investimenti in informatica e in nuove tecnologie. Tra i settori trainanti individuati da Page Personnel, gli esperti in hi-tech emergono in modo trasversale. Un fenomeno che si può vedere da due lati: da una parte c'è la necessità di organizzarsi meglio, dall'altra la volontà di sfondare all'estero. "Nelle fasi di crisi sono le aziende medio-piccole a stare meglio: le multinazionali ci scaricano rami di attività e noi abbiamo nuove opportunità", dice Stefano Grilli, fondatore della Mediatica di Roma. "Oggi abbiamo 130 addetti, 15 dei quali assunti nel 2009. E per quest'anno prevediamo di prenderne altrettanti", aggiunge.

"Prima un'azienda con un fatturato di pochi milioni di euro faticava a vendere in Cina, oggi lo può fare in modo remoto", racconta Paolo Angelucci, presidente dell'associazione di settore Assinform e proprietario della Cosmic Blue Team. Le qualità per sfondare? "Essere giovani con la mentalità pronta", dice Angelucci, "che vivono nel Web ma che sanno applicare le tecniche di vendita. Non servono asociali che passano ore davanti al pc ma professionisti che sappiano sfruttare le potenzialità di Internet".