Lo vedo e non ci credo. Ma alla convention di Futuro e Libertà il vip da inseguire per scattarsi una foto è Sandro Ruotolo. La troupe di Annozero presa d'assalto (in senso buono), così come Paolo Poggio di Ballarò: «Sa, noi vi seguiamo sempre. Ormai siete le nostre trasmissioni preferite». Ma come, e "L'ultima parola"? Nessuno qui sa nemmeno cos'è. Ci tengono a farti sapere che leggono 'Corriere della Sera', 'La Repubblica' e soprattutto 'il Fatto'. Sì, perché sia chiaro che «Travaglio è di destra» e poi «lui dice i fatti così come stanno, mica come Feltri e Belpietro».
Questa non è solo una svolta politica, ma quasi una svolta antropologica. Sul fototonico palco sospeso nell'aere stile "Incontri ravvicinati del terzo tipo" si scaldano i motori e a far letteralmente andare in visibilio le migliaia di persone arrivate da tutta Italia (da Bergamo alla Sicilia, roba da infarto leghista) ci sono le donne, quelle "vere" come gridano qui fra gli applausi: Barbara Contini, Flavia Perina, Chiara Moroni. In sala vicino al palco una splendida e raggiante Sofia Ventura, circondata dai fan: siamo orgogliosi di lei, e se la ridono pensando che di là c'hanno la Santanché e loro Angela Napoli. Il professor Alessandro Campi, in splendida forma pure lui (uno dei vantaggi dello jogging mattutino per le vie del centro storico di Perugia) si gode la scena felice come un bambino: Briguglio, Granata, Bocchino, Mania, Urso dietro al palco si abbracciano, si baciano (e io che mi aspettavo virilissime pacche sulle spalle).
C'è chi però freme che poi gioca la Roma. Filippo Rossi, il direttore di Farefuturo web magazine e del mensile 'Caffeina Magazine', sembra avere un solo obiettivo: abbonare quante più persone possibile alla sua rivista. Tutti hanno voglia di parlare, di sfogarsi. Hanno voglia di far capire che loro sono sempre stati di destra, quella della legalità, degli ideali, dei valori e che per 16 anni hanno sofferto.
Ora è arrivato il momento di dirlo, è una liberazione. Stappiamo il tappo, non ne possiamo più. «Io so' sempre stato di destra, a 15 anni mi hanno sparato! Ma posso sopportà de vede' la destra nelle mani di Berlusconi?». Ma cosa pensate dei diritti civili, dei gay? «Che stiamo indietro rispetto a tutti gli altri Paesi avanzati». Capisco. E l'immigrazione? «Che c'è bisogno di solidarietà e di accoglienza». Ma la legge Bossi-Fini? «Abbiamo sbagliato». Chiudo gli occhi, manca solo il profumo di piadina e salsicce e mi pare di girare fra i gazebo della Festa dell'Unità. Un gruppo che è arrivato dalla Calabria orgogliosamente annuncia che non appoggiano più il Presidente della Regione Scopelliti. Anche perché, secondo loro, è stato lui a volere la testa del giornalista di 'Calabria Ora', Lucio Musolino, licenziato via fax dall'editore dopo l'intervento ad Annozero in cui ha parlato degli intrecci ‘ndrangheta-politica.
Ce l'hanno pure con Piero Sansonetti (direttore di 'Calabria Ora') che non ha difeso il suo giornalista. Una sala piena di uomini e donne di tutte le età. Non fai in tempo a fare una domanda che subito chiariscono: siamo venuti qui con i nostri soldi, mica come fa qualcuno che riempie le sale con le agenzie interinali. Tantissimi giovani, arrivati in pullman da tutta Italia e che Fini ringrazia pubblicamente, si sentono valorizzati dal partito. «Sì perché ormai siamo un partito, anche se ufficialmente nasce a gennaio, noi siamo un partito». Tra di loro c'è qualcuno di sinistra che sta pensando di votare Fini, e qualcuno che ha già deciso, lamentando la mancanza di leadership del Pd. Ma no, dicono i giovani finiani, guarda che anche voi ce l'avete un leader, un vero leader: Vendola.
Ma il discorso vi è piaciuto? «Sì moltissimo, non c'è una critica, ma di sicuro non c'è carta bianca», rispondono tutti. Due signore arrivate dalla Sicilia lo dicono chiaramente: «Sono anni che non votiamo più, grazie a questa svolta di Fini torneremo a votare, ma il cambiamento a livello nazionale non ci basta. Il problema mica è solo Berlusconi. Se non vediamo cambiamenti anche a livello territoriale non daremo il nostro voto a Fli. Merito, legalità, trasparenza non possono essere solo parole proiettate sullo schermo. Non ci caschiamo più».
La sala si svuota e intanto dietro al palco Fini e i suoi stappano bottiglie per brindare. È di sicuro champagne e non spumante, mi dice ridendo uno dei ragazzi di Generazione Italia, perché qui oggi è nata la destra europea. P.s. In giro non si sono viste hostess.