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Politica
febbraio, 2010

Lega padrona

Banche. rai. enti pubblici. Autostrade. aziende. sanità. il carroccio colleziona poltrone e ricchi incarichi. e punta sul successo alle regionali per allargare la mappa del potere padano


La prossima casella, giurano, è già stata assegnata: l'ambitissimo ruolo di amministratore delegato delle Poste, quando scadrà il mandato di Massimo Sarmi, tra 12 mesi. Per la successione è già in pista Danilo Broggi, 50 anni, da cinque amministratore delegato della Consip, la spa del ministero dell'Economia per l'acquisto di beni e servizi dello Stato, padano purosangue. E se la mossa riesce, arriveranno virtualmente in dote alla Lega 14 mila sportelli finanziari in tutta Italia, altro che quella banchetta del Carroccio, la Credinord, che doveva essere garantita con i risparmi dei militanti e rischiò il crack evitato dal salvataggio della coppia Fazio-Fiorani. Tempi ruspanti, quando Umberto Bossi era tenuto lontano dai salotti buoni. Ora la Lega è il partito egemone di governo, destinato a moltiplicare il proprio peso dopo il trionfo annunciato alle prossime elezioni regionali. E se ha bisogno di una banca non fa più la questua a Pontida: se la prende, a colpi di nomine, nelle casse di risparmio.

Lega padrona. Lega poltrona. Lega che che fa il pieno delle cadreghe. Banche. Consigli di amministrazione. Autostrade. Ospedali. E poi la Rai, l'Expo, la Finmeccanica e perfino Cinecittà. Dove è piombato come membro del cda l'alieno dottor Roberto Cadonati. Nel suo sito si definisce psicologo e psicoterapeuta, esperto di dinamiche di coppia e autore di testi fondamentali quali 'Come giocare a golf ConVincenteMente' e 'Perché le coppie scoppiano'. È bergamasco, amico del ministro Roberto Calderoli e consulente per l'immagine della Lega. Un competente di film in costume, dunque.

I boiardi La mappa delle promozioni va aggiornata costantemente. L'ultimo incarico conquistato risale al 2 febbraio, quando su proposta di Luca Zaia, il Consiglio dei ministri ha nominato il professor Dario Fruscio presidente dell'Agea, l'agenzia che vigila sull'erogazione dei fondi comunitari per l'agricoltura: una vacca da mungere. Fruscio è il prototipo del boiardo padano. Nato in provincia di Cosenza, a Longobardi: un predestinato. Il fato bussa nel '93, quando il commercialista capita sull'aereo accanto a Bossi la mattina che il leader leghista ha ricevuto un avviso di garanzia per la tangente Enimont. Il giorno dopo il Senatur lo richiama e lo promuove suo consigliere economico. Da allora non ha più smesso di accumulare prebende. Consigliere di amministrazione dell'Eni, dal 2002 al 2008. Consigliere di amministrazione di Sviluppo Italia, dal 2001 al 2006. Presidente di Italia Turismo. Come se non bastasse, tra il 2006 e il 2008 fa anche il senatore, restando nel cda dell'Eni nonostante l'incompatibilità: il più ricco di Palazzo Madama, con un reddito di 1 milione e 120 mila euro. Un premio all'operosità lumbard.

Il doppio, triplo incarico deve essere una specialità degli infaticabili leghisti. Il ministro Calderoli proclama di voler tagliare le postazioni inutili, i suoi compagni di partito le accorpano in una sola persona: sarà per questo che la chiamano semplificazione. Prendiamo il pacioso presidente della provincia di Varese Dario Galli: la mattina ad 'Omnibus' su La7 sferza gli sprechi romani, poi esce e partecipa al consiglio di amministrazione di Finmeccanica dove becca un gettone di 62.500 euro. Oppure Attilio Fontana: è sindaco di Varese e consigliere di amministrazione di Fiera Milano. L'avvocato Paolo Marchioni, molto amico di Calderoli, è uno e trino: vice-presidente della provincia di Verbano-Cusio-Ossola, assessore al Bilancio e, dal 2008, consigliere di amministrazione dell'Eni a 135 mila l'anno. Meglio di tutti, il perito industriale Leonardo Ambrogio Carioni, un tarzan delle poltrone che penzola dal ramo del lago di Como. Presidente della Provincia, sindaco di Turate, presidente dell'Unione delle Province lombarde, presidente di Sviluppo Sistema Fiere. Basta? Macché: per lui c'è posto anche nel cda nella Pedemontana che tanto sta a cuore a Bossi. E soprattutto è l'uomo della Lega nel cda di Expo 2015. Roba da far impallidire il democristiano Giordano Dell'Amore, presidente della Cassa delle province lombarde, detto 'Centoculi', per il numero di cariche ricoperte. "È come la Dea Visnù, con tante braccia e con una mano sul petto, all'altezza del cuore, sopra il portafoglio", scriveva di lui Ernesto Rossi negli anni Cinquanta. Non conosceva i famelici acchiappatutto dal fazzoletto verde.

L'elenco è sterminato. C'è l'ex sindaco di Busto Arsizio Gianfranco Tosi, blindato nel cda dell'Enel a 120 mila euro l'anno. Il trevigiano Mauro Michielon è da quasi un decennio nel cda delle Poste. Giuseppe Bonomi, 'stipendio d'oro' (oltre 550 mila euro) è da una vita presidente della Sea che gestisce Malpensa e si è fatto assumere come direttore generale, così, per arrotondare. Il presidente dell'Inail è l'ex deputato Marco Fabio Sartori, anche lui del Varesotto, che sta ai bossiani come l'Irpinia a Ciriaco De Mita, in attesa che all'Inpdap arrivi Giovanni 'Johnny' Daverio, tastierista in gioventù con Roberto Maroni nella band Distretto 51. Per l'esponente della Lega ligure Francesco Belsito, piazzato nel cda di Fincantieri, si è speso Bossi in persona. E il cadreghino è spuntato.

TeleCarroccio Nella lottizzazione Rai la Lega marcia come i lumbard a Legnano. Un consigliere di amministrazione, Giovanna Bianchi Clerici. Il vice-direttore generale Antonio Marano. Il condirettore della Tgr Alessandro Casarin. Il mezzobusto verde-prealpino Gianluigi Paragone, non pervenuto nell'Auditel ma immancabile negli organigrammi quando il tassello spetta alla Lega. E i risultati si vedono: frotte di giornalisti nelle sedi regionali pronti a riciclarsi in quota Carroccio, "per raccontare il territorio", giurano come a Pontida, la formula magica. Interminabili servizi come quello della sera di Capodanno al Tg1 curato dalla redazione veneta in cui si assicurava che gli italiani potevano consumare il veglione sereni, il ministro Zaia vigilava sulla nostra sicurezza alimentare.

Facciamo cassa Le banche sono il prossimo obiettivo. Quello con cui si fa il salto definitivo negli ambienti che contano. Finora la Lega ha contato poco, ma sta recuperando il tempo perduto, grazie alla calata di amministratori leghisti eletti in comuni, province e regioni del Nord e a quelli che si aggiungeranno se Zaia e Roberto Cota dovessero vincere in Veneto e Piemonte. Nella fondazione Cariverona 22 consiglieri su 32 sono nominati dagli enti territoriali, quasi tutti in mano leghista. Nella Cassa di Risparmio di Torino sono 12 su 24, scelti tra gli altri dalla Provincia di Cuneo (presidente la leghista    Gianna Gancia, fidanzata di Calderoli), di Biella (in quota Carroccio) e dalla Regione Piemonte dove potrebbe arrivare Cota. Messe insieme le due fondazioni assommano l'8 per cento di Unicredit: così, a colpi di nomine di ignoti sindaci in verde, la Lega sogna di scalare le posizioni di vertice della super-banca.

Un risiko gestito con cura dall'ambasciatore di Bossi presso i poteri forti, il presidente della commissione Bilancio della Camera Giancarlo Giorgetti. L'uomo che ha il compito di curare l'ascesa della razza padana nel mondo della finanza, degli enti statali e delle municipalizzate. Può contare su un alleato a sorpresa, deciso a sposare gli interessi della Lega: il presidente di Impregilo e presidente della Banca Popolare di Milano Massimo Ponzellini. Bolognese, assistente di Romano Prodi in Nomisma ma originario di Cazzago Brabbia, il paese di Giorgetti. Un abbraccio suggellato con un convegno per le piccole imprese nell'hangar dell'Agusta-Westland di Vergiate, alla presenza di Giulio Tremonti e di Bossi. Era il 9 ottobre: nelle ore in cui Berlusconi si affannava a reagire contro la bocciatura del lodo Alfano, la Lega portava a casa un altro rapporto eccellente. La scena si è ripetuta una settimana fa. Mentre l'aula della Camera è bloccata a votare il legittimo impedimento del premier, al banco della buvette tre amiconi spizzicano mandorle salate e si divertono: Tremonti, Bossi e Ponzellini con gli occhialoni alla Onassis, ancora loro.

Asfalto verde Le autostrade: si direbbe che i ras leghisti non pensino ad altro. Neanche il socialdemocratico Nicolazzi, neppure Gianni Prandini, il 'ministro d'asfalto' della prima Repubblica, erano arrivati a tanto. Tutto un inaugurare, un tagliare nastri, un posare la pietra di inizio lavori, con le autorità in prima fila e il vescovo a benedire. Il 5 febbraio è stata accolta con particolare commozione la cerimonia di inaugurazione del primo cantiere della Pedemontana lombarda, 160 chilometri da stendere entro il 2015. Partiti, ma guarda te il caso, da Cassano Magnago, la città natale del Senatur. Sul versante Nord-est, in Veneto, c'è il presidente della Provincia di Vicenza Attilio Schneck che mantiene anche la presidenza della Serenissima. Mentre il vice-ministro Roberto Castelli, in corsa per fare il sindaco di Lecco, promette di aprire valichi in tutto il Nord.

Buon appetito Settore presidiato dal ministro-candidato Zaia. Un trattore, come quelli su cui il ministro ama farsi fotografare, nell'assegnazione dei nomi giusti al posto giusto. Come il veneto Walter Brunello, paracadutato alla presidenza di Buonitalia, "la cabina di regia nella promozione dell'agroalimentare italiano nei mercati mondiali", come la definisce l'interessato.

Lombardia patria nostra Fiera, Expo, Multiutility, sanità: lo scacchiere lombardo. Muovere dal territorio, da comuni e province, per conquistare posizioni. È la strategia leghista: il locale come leva dell'occupazione del potere. Di grande efficacia, in epoca di federalismo, decentramento e multiutilities. Nel colosso milanese-bresciano A2A, più complicata da gestire della ex Jugoslavia, con tutti i politici del consorzio che provano a inserire i loro uomini, il sindaco leghista Fontana ha portato in dote un anno e mezzo fa la municipalizzata varesina Aspem, vincendo la resistenza del Pdl che preferiva un'altra soluzione. Risultato: nella multiutility i leghisti contano più di prima e si fanno sentire. Nella storia infinita dell'Expo milanese, bloccata dagli scontri interni al Pdl tra il sindaco Letizia Moratti, il governatore Roberto Formigoni e il ministro Tremonti, il partito di Bossi si è mosso in ritardo e ora è chiamato a risalire posizioni. Basterà un buon risultato alle regionali per recuperare. Stesso discorso per la sanità: in Lombardia la Lega ha occupato nella giunta Formigoni il relativo assessorato, ma ha contato poco nelle strategie e nella rete di nomine stabilmente in mano alla Compagnia delle Opere e alla lobby ciellina. I voti delle prossime regionali spingeranno a correggere i rapporti di forza anche negli ospedali e nelle Asl. E saranno conflitti furibondi con gli alleati del Pdl. Perché la Lega spinge per aprirsi spazi anche in campi finora sconosciuti. A costo di spezzare equilibri consolidati.

Caccia alle stellette Lo scontro sta per aprirsi a Roma sul consiglio di amministrazione della neonata Difesa Spa. Il Carroccio è totalmente assente dal settore militare e ha l'esigenza di incassare qualche pedina. Reclama un sottosegretario o, per compensazione, tre componenti del cda (su otto), facendo saltare l'accordo tra gli uomini del ministro La Russa e gli ex di Forza Italia. Stesso discorso per la struttura del Viminale: difficile anche per Bobo Maroni creare dal nulla la figura del prefetto padano. Il ministro dell'Interno agisce con premi e punizioni, vedi la rimozione del prefetto di Venezia Michele Lepri Gallerano, colpevole di aver spostato una comunità di sinti in un nuovo campo nomadi senza il via libera dei leghisti locali. E nei piani c'è il progetto più ambizioso: il trasferimento di un pezzo di Viminale in terra padana, a Milano, con il pretesto di garantire la sicurezza dell'Expo.

Una manovra che ricorda lo spostamento di RaiDue a Milano, per garantire la produzione dell'immaginario lumbard. Operazione, almeno quella, riuscita: dopo il catastrofico 'Barbarossa', il regista Renzo Martinelli minaccia nuove produzioni. Lo psicoterapeuta Cadonati, catapultato a Cinecittà, è pronto a sponsorizzarle.

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