Chissà se Mario Monti ha visitato il museo del loden a Vandoies in Val Pusteria. La storia del soprabito indossato dal neo presidente del Consiglio inizia nel Medioevo. Per secoli ha avuto le stesse caratteristiche: una stoffa di lana infeltrita e cardata utilizzata dai pastori per ripararsi da freddo e pioggia. A nobilitarlo fu l'imperatore Francesco Giuseppe: si fece confezionare una mantella bianca dal lanificio Moessmer di Brunico. E proprio in questa storica fabbrica ha comprato due cappotti Luca di Montezemolo: verde e blu. Oggi però guarda avanti e alle sue aziende: "Preferisco il giaccone Ballantyne double face in cachemire e nylon".
Il classico mantello tirolese, con piegona sulla schiena, subisce da anni la rivalità di piumini e giubbotti da moto. "La comodità del giaccone è vincente", dichiara Gianni Battistoni, proprietario del noto negozio di via Condotti a Roma. Tra le marche leader, Loden Frey e gli Schneiders di Salisburgo, che si trovano anche dal rivale Cenci in via di Campo Marzio. Costano dai 400 euro in lana e alpaca, sui mille in cachemire. Qui li hanno comprati il cuoco Enzo Vissani, il costituzionalista Alessandro Pace e l'esponente politico comunista Armando Cossutta.
Nello spettacolo e nello sport, difficile vedere in loden George Clooney (predilige Belstaff), Francesco Totti, Brad Pitt o Raoul Bova (ama le giacche da moto Dainese). Giordano Vechiet, product manager di Dainese, boccia l'accoppiata loden-scooter che talvolta si vede in città. "Meglio una giacca idrorepellente, anti-abrasione e con rinforzi per proteggersi in caso di caduta". Ma non tutti i proprietari di loden sono attempati signori. Maurizio Caprara (classe 1961), giornalista del "Corriere della Sera", guarda i dettagli: "Ho uno Steinbock modello Himalaya. Quelli fatti bene hanno una fettuccia di camoscio nel bordo interno delle tasche. Serve a non sfibrarle". Alcuni se lo infilano per passeggiare di sera a Cortina. Come Gaetano Marzotto: "Limita un po' i movimenti, a Milano non me lo metto più perché vado in bicicletta. Ma ha il suo fascino". Il negozio di Cortina più noto si chiama Ghedina Zuccaro, in Corso Italia. Il loden fa "vieux jeu"? Risponde il giornalista di "Repubblica" Corrado Augias: "Forse. Mi fa piacere sapere che ce l'ha anche Mario Monti. Va d'accordo con il personaggio e speriamo che vieux jeu siano anche comportamenti e risultati del suo governo". Leonardo Pieraccioni è lapidario: "L'ultima volta che me lo sono messo avevo 12 anni e sembravo un piccolo avvocato. Invecchia". Ribatte l'ex ministro degli Esteri Franco Frattini: "Sostituirei vecchio signore con classico. Io ne ho tre: grigio scuro, verde e blu. Comprati a Bolzano e in Austria".
Alcuni uomini se li tramandano. Leggendaria la cappa verde dell'enologo Gelasio Gaetani: apparteneva allo zio, Nanuck Franchetti, grande cacciatore e amico di Ernest Hemingway. I due si appostavano nelle botti e sparavano alle anatre nella laguna di Caorle. Non è da meno il fotografo Carlo Gavazzeni, nipote del direttore d'orchestra Gianandrea. La sua mantella blu notte, foderata di rosso, appartenne a Leonard Bernstein. Era il suo portafortuna, la indossava per recarsi all'Opera. Anche molti cacciatori amano la cappa. Giorgio Guglielmi di Vulci, ex mossiere del Palio di Siena, la usa quando piove per andare a cinghiali nelle sue tenute. "È comoda per imbracciare il fucile".
Il loden come tessuto, isolante e impermeabile, piace alla moda. Remo Ruffini, presidente di Moncler, ha lanciato sul mercato un piumino di stoffa tirolese. "Abbiamo sfruttato la capacità termica della piuma senza rinunciare all'eleganza". Redingote di loden ricamate sono apparse da Pucci. Audrey Hepburn si fece fare un cappotto da Valentino: doppio petto, verde e bordato di rosso, è in mostra all'Ara Pacis.
Cultura
12 dicembre, 2011Per colpa di Mario Monti è diventato il simbolo del nuovo governo: attempato, sobrio, discreto. Forse fa un po' di tristezza, ma ha i suoi ammiratori: come Vissani, Cossutta, Marzotto, Augias e l'ex ministro Frattini
Dove vai se il loden non ce l'hai?
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