Era una delle icone dello sport italiano. Storica la sua rivalità con l'americano Emile Griffith e l'argentino Carlos Monzón

Morto a 87 anni il pugile Nino Benvenuti. Fu campione del mondo e oro olimpico a Roma '60

La notte del 17 aprile 1967 18 milioni di italiani erano rimasti svegli, incollati alla radio. A tenerli in piedi era l'incontro di boxe tra l’americano Emil Griffith e l'italiano Nino Benvenuti, che uscì vincitore e si laureò campione del Mondo dei pesi medi. È soltanto uno dei trionfi del pugile originario di Isola d'Istria, uno degli atleti più amati dal pubblico italiano morto oggi, 20 maggio, all'età di 87 anni dopo una lunga malattia.

 

Nino Benvenuti, il cui nome di battesimo era Giovanni, nasce nel 1938 e cresce a Trieste da esule. Una città contesa, spezzata in due, ma capace di offrirgli il primo accesso alla boxe. Comincia a farsi notare da ragazzo, tra i dilettanti. Vince due titoli europei e, nel 1960, partecipa alle Olimpiadi di Roma. Porta a casa la medaglia d’oro nei pesi welter e viene premiato anche con il trofeo Val Barker, assegnato al pugile più tecnico del torneo.

 

Nel 1965 conquista il titolo mondiale dei superwelter, battendo Sandro Mazzinghi in due match discussi e seguitissimi, che dividono il pubblico italiano. Due anni più tardi sale di peso e affronta l’americano Emile Griffith al Madison Square Garden. Vince e diventa campione del mondo dei pesi medi. La rivincita, pochi mesi dopo, lo vede sconfitto, ma nel terzo match Benvenuti torna a imporsi, confermandosi tra i grandi.

 

Tra il 1967 e il 1970 difende più volte il titolo, fino a quando, ormai 33enne, viene battuto due volte da Carlos Monzón, pugile argentino in ascesa. Dopo il secondo match, nel 1971, si ritira dalla boxe. Il suo bilancio da professionista conta 90 incontri, 82 vittorie, 7 sconfitte e un pareggio. Resterà nella storia anche per essere l’unico italiano inserito nella International Boxing Hall of Fame insieme a Duilio Loi. È stato anche il solo pugile italiano a vincere un mondiale in due categorie di peso.

 

Nel dopoguerra italiano, Benvenuti è stato una figura pubblica molto visibile, anche fuori dal ring, come testimonial, dirigente sportivo e opinionista. Si è definito in diverse occasioni un "uomo di destra" e nel 1964 ha avuto una breve esperienza politica con il Movimento Sociale Italiano. La sua adesione al partito suscitò contestazioni durante un incontro, episodio che lo spinse a dimettersi dall'incarico. Da quel momento scelse di tenersi fuori dalla politica attiva

 

Dopo il ritiro, ha stretto amicizia con molti dei suoi grandi rivali. Quando Emile Griffith ha fatto coming out e ha reso pubblica la sua omosessualità, Benvenuti gli è stato vicino, difendendo la sua scelta un contesto in cui il tema era ancora largamente tabù nel mondo del pugilato. Il suo stile era lontano dai cliché del pugile rissoso: preciso, tecnico, controllato, più vicino a un atleta moderno che a un combattente d’istinto. Alla sua scomparsa restano i titoli, le vittorie e il ricordo di un uomo che una notte ha tenuto sveglia l'Italia.

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